Esercizi spirituali / Il Papa al predicatore: “Grazie per essere normale e per tutto quello che ci hai dato, qualcosa resterà”

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“Voglio ringraziarti per il bene che hai voluto farci e per il bene che ci hai fatto”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, a conclusione degli esercizi spirituali ad Ariccia con i membri della Curia Romana. “Prima di tutto, per il tuo mostrarti come sei, naturale, senza ‘faccia da immaginetta’”, ha proseguito Francesco ringraziando il predicatore degli esercizi, padre Giulio Michelini: “Naturale. Senza artifici. Con tutto il bagaglio della tua vita: gli studi, le pubblicazioni, gli amici, i genitori, i giovani frati che tu devi custodire… Tutto, tutto. Grazie per essere ‘normale'”. Il secondo ringraziamento del Papa è “per il lavoro che hai fatto, per come ti sei preparato.  Questo significa responsabilità, prendere le cose sul serio. E grazie per tutto questo che ci hai dato”. “È vero: c’è una montagna di cose per meditare – ha proseguito Francesco –  ma sant’Ignazio dice che quando uno trova negli Esercizi una cosa che dà consolazione o desolazione, deve fermarsi lì e non andare avanti. Sicuramente ognuno di noi ne ha trovate una o due, tra tutto questo. E il resto non è spreco, rimane, servirà per un’altra volta. E forse le cose più importanti, più forti, a qualcuno non dicono niente, e forse una parolina, una piccola cosa dice di più…”. A questo proposito, il Papa ha raccontato – suscitando la sua ilarità e quella dei presenti – un aneddoto “del grande predicatore spagnolo, che, dopo una grande predica ben preparata, gli si è avvicinato un uomo – grande peccatore pubblico – in lacrime, chiedendo la confessione; si è confessato, una cateratta di peccati e lacrime, peccati e lacrime. Il confessore, stupito – perché conosceva la vita di quest’uomo – ha domandato: ‘Ma, mi dica, in quale momento lei ha sentito che Dio Le toccava il cuore? Con quale parola?…’ – ‘Quando lei ha detto: passiamo a un altro argomento'”.  “Alle volte, le parole più semplici sono quelle che ci aiutano, o quelle più complicate: a ognuno, il Signore dà la parola” giusta, il commento di Francesco. “Ti ringrazio di questo e ti auguro di continuare a lavorare per la Chiesa, nella Chiesa, nell’esegesi, in tante cose che la Chiesa ti affida. Ma soprattutto, ti auguro di essere un buon frate”, ha concluso.

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