Estate 3 / Dalla calma apparente allo sconvolgimento improvviso. Siamo tutti impreparati, ma rischiamo di abituarci

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Sembrava un’estate tranquilla, forse troppo tranquilla. Il caldo afoso, qualche nubifragio al nord, i soliti incendi boschivi, i turisti, il mare, la montagna, le città semideserte. Ordinaria amministrazione. Poi, in un pigro giorno post-ferragostano, improvvisamente, l’attentato che sconvolge tutto. Anzi, gli attentati. Ad essere colpita, stavolta, è stata la Spagna, con la città di Barcellona in particolare.

Le modalità, quelle ormai tristemente note da un anno a questa parte, da quel 14 luglio 2016 di Nizza: un automezzo che si scaglia a tutta velocità contro i passanti, seminando morte e distruzione.

Non esiste più, purtroppo, l’ordinarietà di un giorno qualunque, la serenità di una vacanza in una qualunque città turistica, la tranquillità di una passeggiata su un lungomare o un viale cittadino. Siamo dentro una guerra in cui non sappiamo chi sia il nemico, dove sia il fronte di guerra, chi siano i contendenti, quali siano le armi utilizzate. E quindi non sappiamo dove e quando il nemico potrà colpire, e con quali mezzi. Papa Francesco ha parlato di terza guerra mondiale a pezzi.

L’ultimo episodio – come dicevamo – è quello di Barcellona: ancora una volta morti, feriti, terrore, ambulanze, polizia, vigili del fuoco, chiamate che si rincorrono da una nazione all’altra per avere notizie, rivendicazioni, dichiarazioni e prese di posizione dei governanti e dei politici. Un copione che purtroppo ormai conosciamo, che si ripete ormai con una certa frequenza, e al quale – purtroppo – rischiamo di abituarci.

Noi tutti siamo impreparati di fronte a queste situazioni, proprio per la loro incertezza e la loro imprevedibilità. Riusciranno le preghiere del Santo Padre e di tutti gli uomini di buona volontà ad arginare questa crescente ondata di violenza e di cattiveria che sta invadendo sempre più il mondo intero?

Nino De Maria

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