Come nelle più belle favole, quando sembra che i mali del mondo sono pronti a trionfare, nel finale arriva l’eroe e capovolge la storia. Nelle favole funziona che alla fine il bene trionfa sul male e vissero tutti felici e contenti. Nella vita, si sa, è tutta un’altra cosa. Il bene fatica a farsi largo, il consumismo vince sempre, il denaro è il valore più alto, egoismo e arrivismo sono predominanti.
Il calcio non solo non sfugge a queste immoralità della società ma li amplifica al massimo volume. Quello romantico di una volta è stato spazzato dalle pay tv, dal merchandising, dagli stipendi spropositati dei calciatori e degli allenatori, dal costo dei biglietti dello stadio e dalla overdose di calcio che schiavizza e annoia il tifoso. Il calcio è malato e invece di curarlo si sta facendo di tutto per accompagnarlo alla morte.
Poi un giorno, in questo mondo alla deriva, compare un prode calciatore argentino. L’Argentina è una terra povera, ma ha donato personaggi e calciatori che hanno fatto la storia del mondo e di questo sport: Maradona, Messi e Sivori su tutti.
Tralasciando le grandi doti calcistiche di Paulo Dybala, che sono straordinarie e indiscusse, quest’uomo ha compiuto un gesto che entrerà nella storia dello sport e della società contemporanea. Ha fatto qualcosa che è paragonabile a nove gol in una sola partita.
La favolosa offerta dell’Arabia Saudita
I calciatori sono professionisti e come tali inseguono, oltre il successo sportivo, anche quello economico. Hanno una carriera lavorativa nella maggior parte dei casi breve e così devono ottimizzare il più possibile. Dybala ha ricevuto un’offerta monstre dall’Arabia, 75 milioni di euro in tre anni per giocare in una squadra di media bassa classifica del campionato arabo. L’entrata a gamba tesa del denaro arabo nel mondo del calcio è un altro colpo mortale al mondo del football, ma questa è un’altra storia.
Ritorniamo a Paulo Dybala. 75 milioni sono il non plus ultra per un calciatore e giustamente Dybala ci pensa, riflette, è tentato. Ha 31 anni, per un calciatore è l’età che anticipa di qualche anno la fine della carriera. Non è convinto, ma sa che è un treno che non potrebbe ripassare più. Passano i giorni e Paulo, nome non casuale che rimanda a Saul, è tormentato. La famiglia e la moglie, sposata da solo un mese, lo spingono a non accettare.
In Argentina gli ricordano che andando in Arabia cadrebbe nell’oblio e può dire addio alla Nazionale. A Roma i tifosi già bardati a lutto pregano per un miracolo. I bimbi piangono con il 21 sulle spalle. I compagni di squadra lo abbracciano togliendogli il respiro. La società Roma Calcio può far poco in questa situazione e resta alla finestra pensando anche a come sostituirlo. L’allenatore De Rossi riscrive moduli senza Dybala, ma il cerchio non si chiude mai, fogli scritti e accartocciati nel cestino. A Roma, sponda giallorossa, c’è una disperazione sportiva.
A Damasco la scelta di Dybala di rifiutare l’offerta
Sapete che per andare da Roma via terra in Arabia Saudita si passa dalla Siria e da Damasco? Paulo (Saul), con un borsone dove dentro ci sono gli scarpini, le maglie delle sue squadre di calcio, una copia della coppa del mondo, le foto con i ricordi più belli, passa da Damasco per andare a firmare il ricco contratto in terra araba.
All’improvviso una forte luce lo acceca. Sente una voce che gli dice che ci sono cose nella vita che non hanno un prezzo. La voce parla di amore, riconoscenza, fedeltà, coerenza, generosità e amicizia. La voce dal cielo gli ricorda che nell’aldilà i soldi non contano e tutto rimane sulla terra. Paulo sorride, si sente aiutato nella scelta, piange. Inverte la rotta e torna a Roma.
Per una volta i valori della vita trionfano sui mali della società. Per una volta il denaro esce sconfitto, vinto dai sentimenti. Dybala entra nell’olimpo degli esseri umani che hanno dato, con l’esempio, la più bella lezione di vita. La Joya è nella storia.
Certamente Dybala non era povero e non diventerà povero dopo aver rifiutato questa faraonica proposta, ma nel mondo di oggi è difficile trovare persone che antepongono i valori della vita ai soldi. Accettiamo e gioiamo per la lezione di vita di questo argentino, degno conterraneo di Papa Francesco.
Antonio Trovato