La Faggeta Timparossa è situata nel versante nord dell’Etna, sull’omonimo monte, è famosa per la bellezza dei suoi faggi che in inverno creano un tappeto di foglie dorate ricoperte dalla neve dando vita a un’atmosfera unica. Il monte Timparossa è uno dei crateri preistorici che si trovano sull’Etna, il suo nome deriva dal dialetto “Timpa” che in siciliano indica un rilievo, essendo il monte una delle prime alture a vedersi se si giunge dal lato della colata del 1614. “Rossa” invece potrebbe essere attribuito proprio al colore della pietra ossidata che ne colora la cima di rosso, oppure potrebbe derivare sempre dal dialetto siciliano dove “rossa” oltre al colore vuol dire anche grande e quindi in questo caso Timparossa indicherebbe un grande rilievo.
Etna / Il sentiero per raggiungere la Faggeta Timparossa da Piano Provenzana
Il sentiero che parte da Piano Provenzana è il numero 724 e si trova sulla destra della strada asfaltata, di fronte l’ufficio per la prenotazione delle escursioni sui crateri sommitali. Inizialmente è largo e ben tracciato ed inizia in salita, seguendo la colata che nel 2002 inghiottì la zona circostante. Lungo questo primo pezzo si possono vedere i resti di varie piante e strutture rimaste sepolte dalla lava, i più caratteristici sono quelli dell’hotel “La Betulla” di cui rimangono solo macerie. In questo tratto la vegetazione è poca e sporadica. La visuale è aperta sui crateri del 2002 e sul cratere Nord-Est, che in questo periodo risulta completamente innevato e di rara bellezza.
Il sentiero di Monte Nero
Più o meno dopo 1.5km sulla strada sterrata che porta ai crateri, si deve deviare seguendo le indicazioni per Monte Nero e Rifugio Timparossa. Questo sentiero è molto più stretto e un pò meno visibile di quello precedente specialmente se ricoperto dalla neve. Il sentiero di Monte Nero costeggia il maestoso cratere originario del 1646 da cui prende il nome. Lungo la prima parte di questo sentiero non è presente vegetazione ma è possibile vedere chiaramente i canali di scolo delle colate laviche e i resti del materiale piroclastico. Proseguendo per l’ultimo pezzo di salita si arriva al punto più alto del percorso a 1995m. e si può finalmente ammirare la faggeta di Timparossa. Prima di inoltrarsi nel bosco nelle giornate serene da questa posizione è possibile godere di un meraviglioso panorama sui monti Pleoritani fino alle isole eolie.
Etna / Alla scoperta della Faggeta Timparossa
Continuando a seguire il sentiero di Monte Nero si scende nella faggeta Timparossa, uno dei luoghi più belli dell’Etna in questa stagione. Non sempre il sentiero è ben visibile specialmente dopo le nevicate o in autunno quando le foglie tendono a coprirlo, è raccomandato avere con sè una mappa se non si conosce la strada.
Il sentiero è comunque sempre più riconoscibile man mano che ci si avvicina al bivacco. Dalla pietra lavica si passa dunque a un fitto bosco di faggi spogli, lasciandoci camminare su di un tappeto di foglie secche e neve. I faggi sono alberi che possiamo trovare lungo tutti i versanti del nostro vulcano a chiazze divise tra loro dai passaggi delle varie colate laviche. Per questo motivo il passaggio dalla pietra al bosco risulta così chiaro e non graduale. Questo pezzo del sentiero continua in discesa in mezzo agli alberi, e in inverno potrebbe essere ghiacciato in alcuni punti poco esposti alla luce solare.
Il Rifugio Timparossa
Continuando la passeggiata nel bosco si incontra il Rifugio Timparossa, un piccolo bivacco molto accogliente che troverete sempre aperto. Nei pressi del bivacco ci sono molti tavoli, una legnaia sempre provvista di legno da ardere e varie postazioni per grigliare in sicurezza. L’interno del bivacco è piccolo ma può comunque ospitare un buon numero di persone se ci si accontenta di stare un pò stretti. Ci sono due postazioni di letti a castello senza materasso e una piccola mansarda in cui è possibile dormire con i sacchi a pelo, quindi lo spazio è garantito per almeno 6 persone. C’è una piccola stufa a legna perfettamente funzionante, fondamentale per garantire il riscaldamento in inverno, e un grande tavolo dove poter mangiare.
L’intero rifugio è realizzato in legno e pietra lavica e si trova a 1840m. di altezza. Fuori dal bivacco c’è un rubinetto di acqua corrente ma non è potabile, è dunque fondamentale portarne abbastanza da casa.
Questo bosco è un luogo così bello anche per il rispetto e la cura che chi lo attraversa ha nei suoi confronti. È importante vivere questi luoghi lasciando meno tracce possibili del proprio passaggio, ammirandoli e migliorandoli se ne abbiamo la possibilità.
Carlo Nibali