Nell’ ultimo periodo, assistiamo con immutato stupore misto a senso di frustrazione per i numerosi disagi arrecateci, a fenomeni di parossismo di notevole entità, ad opera del nostro vulcano.
L’ Etna è, infatti, il vulcano più attivo d’Europa e, secondo gli studiosi, attualmente, persino dell’intero pianeta. Una potenza che il vulcano esprime sottoforma di boati, fontane di lava incandescente ed emissione di materiale magmatico che ricade frammentato, sotto forma di bombe laviche e lapilli (soprattutto nelle zone più alte). E quella che viene definita cenere, sui paesi alle sue pendici. Anche se non mancano sporadiche segnalazioni di cenere persino in Calabria e altre regioni del Sud Italia. Approfondiamo la conoscenza del gigante siciliano mettendo in rilievo i vari aspetti che lo contraddistinguono.
Il leggendario vulcano Etna
L’Etna vanta una varietà di leggende che ne accrescono il mito. La prima ha per protagonista il fratello di Zeus, Encelado, che secondo la mitologia greca, era un gigante. Invidioso del potere del fratello, intendeva annientarlo e fece edificare la montagna più alta per giungere fino all’ Olimpo e sostituire l’invidiato Zeus. Ma, quest’ultimo, mosso da rabbia scagliò un fulmine contro la costruzione seppellendo, di fatto, Encelado al suo interno. Ormai prigioniero e immobilizzato dalle rocce, respirava emettendo lava e, colto d’ira, provocava eruzioni e terremoti. Un’altra leggenda vorrebbe l’Etna (dal greco “Aitna” ), figlia di Urano, dio del cielo e Gea, dea della Terra.
L’ Etna come donna e mamma
La tradizione attribuisce al vulcano un’identità femminile (che noi rispettiamo anche scrivendo) legata all’idea materna e fertile del suolo etneo. Suolo reso tale proprio grazie all’ escursione termica determinata anche dalla presenza del vulcano. Più comunemente, gli uomini siciliani direbbero che l’Etna è donna per i suoi continui “ sbalzi umorali “, dalla calma all’ improvvisa esplosione. Ogni siciliano nato e cresciuto alle sue pendici, se ne sente figlio e il legame Etna – uomo riflette totalmente i canoni del comune rapporto madre – figlio. Si è pervasi da sentimenti d’ amore e, al contempo, da timore reverenziale per una meraviglia del Creato tanto incantevole quanto imprevedibile.
I mutamenti geologici prodotti dal vulcano Etna
Il Monte Etna è situato tra la placca Euro asiatica a nord e quella Africana al sud, in corrispondenza della zona di collisione. Recenti studi stratigrafici e geocronologici effettuati dall’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, volti alla creazione della nuova carta geologica dell’ Etna, su scala 1 : 50000 hanno permesso di distinguere quattro fasi d’ attività.
- Fase delle Tholeiiti Basali – zona Acicastello, Ficarazzi e Acitrezza;
- Delle Timpe – lungo la costa ionica, da Capomulini ad Acireale.
- Fase dei centri eruttivi della Valle del Bove;
- Dello Strato – vulcano.
L’attività esplosiva : cause e relativi “ tephra “ o piroclastiti
L’ attività esplosiva è originata dalla violenta e improvvisa espansione dei gas vulcanici presenti nel magma che ne causano la frammentazione. I magmi con più silice o SiO2 ( acidi ), sono più ricchi in gas, perciò più esplosivi di quelli a basso contenuto ( basici ). L’ Etna erutta magmi basici. La polverizzazione del magma genera vari tipi di prodotti, detti “tephra “ o piroclastiti che, in base alla loro dimensione, si suddividono in: bombe > 64 mm, lapilli tra 2 e 64 mm e ceneri < 2mm. I magmi basici producono scorie di colore nero.
Le eruzioni storiche
Nell’ arco dei millenni, vi furono innumerevoli colate laviche entrate di diritto nei libri di storia. Merita menzione l’eruzione del 252 d.C. che giunse fino a Catania per poi essere fermata, come narra la tradizione religiosa, dal velo di Sant’Agata, la Santa Patrona. L’ eruzione del 1614 passò alla storia per essere stata la più lunga con i suoi dieci lunghi anni. La più distruttiva fu quella del 1669 della durata di quattro mesi che danneggiò la zona occidentale di Catania. Commovente fu l’intervento di un sacerdote e di un gruppo di impavidi che tentarono di deviare la lava rompendo gli argini.
Caduta di cenere vulcanica : impatto sul territorio e sulla salute umana
La ricaduta di cenere, così frequente in questi ultimi mesi, ha causato notevoli disagi nei centri abitati, tra la popolazione e, soprattutto, lungo le strade. Siamo ormai dinanzi ad una autentica calamità senza eguali che ogni Comune dovrebbe fronteggiare con i criteri della massima urgenza. Considerando, oltre ai risaputi problemi a livello polmonare provocati dalla respirazione della cenere, anche quelli non di minore importanza relativi alla circolazione di mezzi e persone. Affermo ciò da cittadina giarrese e da protagonista di una spiacevole disavventura causata proprio dall’ eccessivo cumulo di cenere presente sul manto stradale. Esorto, dunque, le Istituzioni Regionali tutte, a prendere provvedimenti utili a ristabilire una situazione di normalità. L’ Etna è, infatti, una meraviglia del Creato da custodire e mostrare orgogliosamente ad ogni turista, ma è anche fonte di problematiche non indifferenti che meritano immediata soluzione. Potremmo, dunque, riassumere questa mia esortazione con un “incantiamoci responsabilmente “.
Giovanna Fortunato