Etna terra di vino / A Nicolosi, versante sud, nuovi spumanti dell’azienda Serafica

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spumanti azienda Serafica

Se la Sicilia è terra di vino allora l’Etna ne è il paradiso. Certamente per la sua altitudine, naturalmente per la sua vocazione vitivinicola. Il vulcano più alto e attivo d’Europa è territorio d’eccellenza per la produzione non solo di vino fermo ma anche di spumanti. Negli ultimi anni la produzione di bollicine è infatti cresciuta in maniera esponenziale tanto da diventare elemento di richiamo per winelovers da tutto il mondo.
I dati del Consorzio di tutela dei vini Etna Doc confermano questo trend in crescita. Da 709,90 ettolitri in bottiglia del 2018 a 1.096,58 del 2021. In sostanza nel 2021 sono state prodotte 90 mila bottiglie, a fronte delle quasi 83 mila del 2019 (quest’ultimi dati si riferiscono allo spumante bianco).

L’azienda Serafica punta alla linea Mirantur spumanti

Dentro questi numeri c’è la storia o, in alcuni casi, la scommessa di alcuni produttori che hanno puntato sui vitigni autoctoni, Nerello mascalese e Carricante in primis, dando vita a rinomate etichette. Ma l’Etna, si sa, è sempre in fermento. Affascinata dall’arte spumantistica, Serafica Terra di Olio e Vino ha iniziato a sperimentare e indagare nuove produzioni. Puntando alla linea Mirantur Spumanti Bianco e Rosè, da uve Catarratto e Nerello Cappuccio, spumantizzati secondo il metodo tradizionale Charmat lungo.

“Siamo molto emozionati perché giorno dopo giorno aggiungiamo un piccolo tassello nel percorso di crescita della nostra realtà familiare – sottolinea Giuseppe Borzì, responsabile commerciale dell’azienda -. I Mirantur, nella versione spumante, hanno tutta l’effervescenza e l’unicità di due vini che non solo ci rappresentano ma che ci fanno ben sperare per il futuro. Il versante Sud ha un potenziale incredibile e, proprio qui, cerchiamo di convogliare al meglio i nostri sforzi e abilità imprenditoriali”.

famiglia Serafica
La famiglia Serafica

A Nicolosi la famiglia Serafica coltiva vigneti da oltre 70 anni

A Nicolosi, versante sud est, la famiglia Serafica si dedica dal 1950 alla coltivazione di vigneti e uliveti appartenenti all’agro-biodiversità siciliana. Con passione e nel massimo rispetto dei principi della sostenibilità ambientale. Da qualche anno, grazie alla collaborazione con l’Università di Catania è custode della Segale Irmana, gioiello alimentare della tradizione etnea.
Una specializzazione produttiva che si concretizza attraverso un lavoro certosino e di prossimità teso a valorizzare una varietà autoctona dell’Etna che sul versante Sud sembra avere trovato il suo habitat ideale. Quel Nerello Cappuccio che Serafica è riuscita, pionieristicamente, a dosare e integrare all’interno di una bollicina unica. Declinata anche nella versione con il Catarratto, vertici d’eccellenza della linea Mirantur.

Una storia di “emigrazione al contrario” quella della famiglia Serafica, che inizia nel mondo del vino quando Andrea Serafica rientra dall’America e si dedica alla coltivazione di vigneti.
Nel 1976, Nino Serafica realizza il frantoio oleario e, nel 2000, Andrea Serafica re-impianta nuovi vigneti e uliveti. L’anno di svolta è il 2018 quando la nuova generazione Giuseppe Borzì e Nino Serafica realizzano il brand per la commercializzazione dei prodotti aziendali. Maria Ausilia introduce la didattica in azienda e viene acquistato il nuovo frantoio con estrazione a freddo.

In regime biologico i vigneti di Serafica

“Nonostante sia riconosciuta la vocazione dei territori dell’Etna, ritengo che non sia affatto scontato ottenere un risultato qualitativo di così alto profilo – spiega l’enologo Nicola Colombo -. Con questi due nuovi spumanti, riteniamo di aver esaltato al meglio le caratteristiche varietali di Nerello Cappuccio e Catarratto grazie anche alla rifermentazione con Metodo Charmat Lungo. Siamo certi che questo rappresenta un grande passo non solo per Serafica ma anche per l’intero Sistema Vino dell’Etna. Per questo nutriamo grandi aspettative per il prosieguo”.

I vigneti, tutti in regime biologico, sono allevati a circa 900 metri sul livello del mare. E godono di uno straordinario equilibrio grazie all’acidità e alla freschezza, ideali per la produzione di vini spumanti. Le uve dell’azienda di famiglia danno vita alle prime due bollicine di montagna che completano la linea Mirantur già presente con il Mirantur Bianco 2021 da uve di Catarratto e il Mirantur Rosso 2019 a base di Nerello Cappuccio.

Domenico Strano

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