Europa / No alla demonizzazione del consumo del vino

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Con un bicchiere e mezzo di vino si rischia grosso. Se lo bevi, e se soprattutto non hai mangiato, devi aspettare più di un’ora prima di metterti alla guida. Lo dice il buon senso, certo, ancor di più lo raccomanda il ministero della Salute attraverso le sue circolari. Sempre il buon senso direbbe che c’è differenza tra consumo indisciplinato e consumo consapevole. Io penso che il buon senso è stato bistrattato per lungo tempo. Se lo ascoltassimo di più, ci renderemmo meno banali (mi verrebbe da dire ottusi). Alessandro Manzoni nel XXXII capitolo dei Promessi sposi scriveva: “Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune”.

Un approccio sbagliato

Prendi la questione dell’etichetta anti cancro sul vino; nel testo originario della proposta si affermava vagamente come non esistesse “un livello sicuro di consumo di alcol in rapporto alla prevenzione del cancro”. Da qui la richiesta di introdurre etichette di avvertenza sanitaria (Il vino uccide, ma per favore!), sintetizzato con il nomignolo di “bollino nero”, e altri divieti. Da dicembre dell’anno scorso ad oggi se n’è parlato molto: i produttori, i viticoltori e anche la politica ne hanno rimarcato tutte le criticità. La proposta è apparsa sin da subito un tentativo di demonizzare il consumo del vino.

Proposta respinta

Per fortuna il buon senso è uscito fuori riportando questo argomento coi piedi a terra. “C’è differenza tra consumo nocivo e moderato di bevande alcoliche e non è il consumo in sé a costituire fattore di rischio per il cancro”. È questa una delle modifiche alla relazione sul Piano di azione anti-cancro approvate, in ultima battuta, dall’Europarlamento. Dal testo è stato cancellato anche il riferimento ad avvertenze sanitarie in etichetta, e introdotto l’invito a migliorare l’etichettatura delle bevande alcoliche con l’inclusione di informazioni su un consumo moderato e responsabile di alcol. Però, vedi quanto è efficace questo buon senso! Che poi, mi viene da ridere se penso che questa proposta è nata proprio in Francia.

No alla demonizzazione del consumo di vino

Al dissenso trasversale che aveva suscitato tale argomento fa seguito adesso l’esigenza di educare al bere bene. Non voglio qui riportare i meriti politici, che ci sono e come tali vanno rispettati, però non a caso il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, così ha commentato: “Ha prevalso il buon senso, c’è una profonda differenza fra abuso e consumo moderato e responsabile. Ci siamo opposti da subito al messaggio del no safe level, dell’assenza di un livello di sicurezza nel consumo di alcol”.

Niente da nascondere

Il vino fa bene. È un balsamo per la società perché esprime il bello dell’incontro, della gioia condivisa, di un momento da incorniciare. Ma è anche un prezioso antidoto per l’invecchiamento, apporta benefici per il corpo e la mente. A Nuoro, in Sardegna, si vive a lungo come in Giappone. Non è una fake, lo affermano note e accreditate ricerche scientifiche. Il segreto? Non più di due bicchieri di vino al giorno, meglio se del sardo Cannonau ricco di antiossidanti che tengono pulite le arterie. È stato detto che chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere. Da oggi possiamo riaffermare che chi beve vino non ha nulla da nascondere (eccezion fatta per il buon senso!)

Domenico Strano

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