Nelle redazioni dei giornali sportivi, tra i tifosi e sicuramente fra gli addetti ai lavori che gravitano attorno al circus di Euro 2016, il punto interrogativo ha iniziato subito a farsi strada, insinuandosi progressivamente per poi esplodere in tutta la sua chiarezza: non sarà forse inadeguato e mal ideato il sistema di accoppiamenti che ha dato luogo al tabellone degli ottavi di finale? La risposta, lapalissiana, è sotto gli occhi di tutti.
A parte i “suicidi sportivi” di Spagna e Inghilterra che, finendo al secondo posto nei rispettivi gironi sono rimaste invischiate nel percorso più duro che porterà alla finale di Saint Denis il prossimo 10 di luglio, salta subito agli occhi come tra la parte sinistra e quella destra del tabellone ci siano squilibri quasi imbarazzanti: frutto senza dubbio anche della casualità ma, in maniera preponderante, conseguenza di un sistema di accoppiamenti cervellotico e per nulla meritocratico. Il problema salta subito agli occhi: le prime classificate dei gironi A,B,C e D vanno ad affrontare le quattro migliori terze classificate, mentre le squadre vincitrici dei gruppi E e F saranno costrette a giocarsi l’accesso ai quarti di finale contro due squadre arrivate seconde.
A parte il caso del Portogallo, riuscito nell’impresa al contrario di non arrivare nei primi due posti in un girone che sembrava obiettivamente facile, il regolamento immaginato in seguito all’ampliamento dell’Europeo a 24 squadre, con conseguente introduzione degli ottavi, ha portato Francia, Germania, Inghilterra, Italia e Spagna tutte nella parte destra del tabellone: ciò vuol dire che le classiche corazzate del calcio continentale dovranno scontrarsi molto presto, mietendo subito vittime eccellenti e facendo perdere fascino al torneo.
Con tutto il rispetto, l’entusiasmo e la curiosità di assistere a Galles-Irlanda del Nord, emblema del British Power in questi Europei di Francia, il fascino di Italia-Spagna non è neanche comparabile al derby britannico di cui sopra: Germania-Slovacchia e Francia-Irlanda sembrano sfide dal pronostico piuttosto chiuso, ma questo non contribuisce certo a far dormire sonni tranquilli a tedeschi e francesi. I primi, infatti, troveranno ai quarti gli azzurri o le Furie Rosse, i secondi la vincente di Inghilterra-Islanda che, nonostante l’eccezionale torneo sin qui disputato da Sigurdsson e soci, vedrà probabilmente vincitrice i sudditi di Sua Maestà britannica. Sfide da brivido, tiratissime, che terranno milioni di telespettatori incollati alla tv: dall’altra parte del tabellone invece, a differenza di Croazia-Portogallo, partite come Svizzera-Polonia e Ungheria-Belgio attrarranno meno curiosi davanti al piccolo schermo o nelle affollate piazze di tutta Europa.
Il quesito finale è semplice: poteva essere evitato questo pastrocchio? La risposta è sì: sarebbe bastato, come avviene in alcune competizioni internazionali quali la sudamericana Copa Libertadores, creare alla fine dei gironi una classifica di rendimento globale delle sedici squadre qualificate, che comprendesse punti conquistati, differenza reti, numero di gol segnati e subiti. In base a questa, le squadre si sarebbero divise in due gruppi da otto (le vincitrici dei gironi, più le due migliori seconde da una parte, le rimanenti dall’altra), con la migliore che avrebbe incontrato la peggiore, poi la seconda accoppiata alla penultima e via dicendo.
Questo ridurrebbe (non annullerebbe) sensibilmente il rischio di ottavi di finale squilibrati: ma avrebbe senza dubbio evitato che squadre come Albania e Turchia dovessero aspettare 48 e 24 ore per attendere il loro (infausto) destino, spingendo poi nazionali già qualificate come l’Italia a giocarsi al massimo le proprie carte, per ottenere il miglior piazzamento possibile e quindi pescare avversarie più abbordabili: siamo sicuri che anche Conte, soprattutto dopo aver visto la prestazione dell’ Ital-bis ieri sera, avrebbe preferito così.
Giorgio Tosto