C’è un gol che sintetizza, forse più di qualunque altro, le qualità atletiche e tecniche di Gareth Bale. Finale di Copa del Rey del 2014, uno dei tanti clasicos stagionali tra Real Madrid e Barcellona: al minuto 84 di una battaglia all’insegna dell’equilibrio, sul punteggio di 1-1, il gallese ricevette un passaggio lungo linea da Coentrao e, dopo aver superato in corsa un tramortito Barta aggirandolo oltre la linea laterale, si involò verso la porta di Pinto infilzandolo con un astuto tocco di punta. Il tripudio madridista, in panchina e sugli spalti, sancì la definitiva consacrazione del talento di Cardiff anche in terra spagnola, dopo aver incantato per cinque anni la platea di White Hart Lane con la maglia del Tottenham.
L’ala destra gallese, (suo attuale ruolo col Madrid) pur avendo affrontato una stagione costellata da numerosi stop per infortunio, è riuscito a segnare 19 gol in 23 partite di Liga, contribuendo a portare il Real all’ultimo atto della Champions League 2016 grazie anche alla sua rete contro il Manchester City nella semifinale di ritorno: la leggera deviazione di Fernando non toglie la paternità del gol al numero 11 del Real che, sulla scia del buon finale di stagione, proverà a trascinare il Galles agli Europei di calcio francesi, competizione in cui i britannici hanno ottenuto la prima, storica qualificazione.
L’ascesa di Bale verso il grande calcio cominciò nel 2005, quando Gareth entrò ufficialmente nel settore giovanile del Southampton: da lì, le tappe della sua crescita sembrarono farsi sempre più veloci, dato che un anno dopo esordì sia in prima squadra (giocatore più giovane del club, il secondo è Teo Walcott) che in Nazionale, risultando decisivo nella rete del 2-1 con cui il Galles batté Trinidad. Le sue qualità fisiche si svilupparono in maniera esponenziale e, nel 2007, il Tottenham decise di puntare su di lui, utilizzandolo come terzino sinistro. I primi anni non furono facilissimi, a causa di ripetuti infortuni che sembrarono minarne la crescita: la sua grandezza si rivelò proprio in quei momenti, dichiarando che profittò dei periodi di stop per osservare gli altri calciatori e pensare a come migliorare. Visto come sono andate le cose, osservazione e pensiero sono stati utilizzati nel migliore dei modi.
L’esplosione di Gareth Bale e la crescente fama a livello mondiale cominciarono nell’autunno del 2010, quando l’allenatore degli Spurs Redknapp decise di avanzare il suo raggio d’azione, schierandolo come ala sinistra: la sua devastante accelerazione, unita a un gran controllo di palla e una visione di gioco fuori dal comune per un uomo di fascia, lo rivelarono al grande pubblico come uno dei giocatori potenzialmente più forti del pianeta. Il 20 ottobre del 2010 anche il calcio italiano imparò a conoscerlo, quando in una gara di Champions League, sotto di 4-0 contro l’Inter a San Siro, il gallese firmò una tripletta da urlo, quasi ridicolizzando giocatori come Maicon e Zanetti, reduci pochi mesi prima da uno storico Triplete.
Da allora, la sua evoluzione non conobbe pause: dalle sette reti stagionali del 2010/2011 si passò alle 21 del 2012/2013, in cui Bale si cimentò anche in una posizione differente, agendo da trequartista dietro l’unica punta. L’altro spostamento tattico avvenne in seguito al clamoroso trasferimento al Real Madrid, nell’estate del 2013: la cifra vicina ai 100 milioni di euro versata presumibilmente dai blancos per averlo ha fatto discutere gli addetti ai lavori ma, col senno di poi, l’investimento sembra essere stato ampiamente ripagato. Il primo anno con la camiseta blanca fu anche la stagione della decima Champions League, con Ancelotti che spostò Bale sulla destra, per sfruttare al meglio il suo terrificante sinistro. 12 assist e 15 reti stagionali per lui, più il timbro nella finalissima contro l’Atletico Madrid. Quest’anno gli infortuni lo hanno assillato ma, nonostante questo, i 19 gol in 22 partite di Liga sono un bottino impressionante.
Si aprono settimane decisive per Gareth Bale, il tornado blanco. Sabato prossimo c’è una finale-bis di Champions League contro l’Atletico Madrid che potrebbe proiettarlo nella storia del club, mentre l’11 giugno inizia l’avventura agli Europei di calcio: la Slovacchia di Hamsik sarà il primo avversario di un Galles che, grazie anche alle super-prestazioni del suo “tornado”, è riuscito a qualificarsi per la prima volta alla fase finale di una manifestazione internazionale. Il Girone B è tra i più equilibrati della competizione, con Inghilterra e Russia: avversarie che saranno uno stimolo in più per mostrare all’Europa intera le doti di un calciatore unico nel suo genere, simbolo sopraffino dell’odierna evoluzione del calcio totale.
Giorgio Tosto