Si respira ancora l’intenso Anno Giubilare della Misericordia da poco trascorso, e dare attenzione all’ Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco, sembra essere la logica e spontanea conseguenza di un ben preciso percorso ecclesiale, quello di una nuova tappa evangelizzatrice alla riscoperta della gioia dell’annuncio.
Sin dalle primissime righe di questa Esortazione, Papa Francesco comunica la singolare bellezza della gioia che sgorga da un cuore appassionato e vivo, affermando: “ La Gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’ isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”.
Il tempo in cui l’ uomo di oggi si trova a vivere è caratterizzato da un evidente individualismo e da una notevole indifferenza a quelli che sono i valori autentici e importanti. Sembra aver smarrito il fine ed il senso della vita, si và spesso a tentoni e spesso nella desolazione “… E’ una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi, non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’ entusiasmo nel fare il bene”. Questo stile di vita, spesso vissuto anche da molti credenti, non è certo il disegno di Dio “ Questo non è il desiderio di Dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Gesù Cristo risorto”.
Dalla lettura di questa Esortazione , si comprende il desiderio del Papa che invita tutti a riscoprire l’ autentica e duratura gioia e nessuno si deve sentire escluso da questo invito. E’ l’ invito annunciato da tutta la Sacra Scrittura, l’invito a gioire perché siamo figli di un Padre misericordioso che ama tutti fino a donare la sua vita per ogni uomo. La gioia di cui parla la Scrittura, non è certo il sentimento fugace di un momento scaturito davanti a cose o a situazioni che sfiorano il cuore non lasciando nulla del loro passaggio…, ma soltanto vuoto e tristezza per quel sentire del cuore che non è appagato ancora.
La gioia di cui parla la Sacra Scrittura fiorisce nel deserto del cuore quando, sgombrato da ogni superfluo e consegnata ogni fragilità, ogni debolezza, ogni incertezza, ogni timore, ogni desiderio a Dio, ci si lascia raggiungere dalla brezza delicata della sua tenerezza che tocca il cuore colmandolo di pace. E’ la gioia che sgorga dallo stare con Dio nella preghiera, in un cammino personale di fede insieme alla comunità ecclesiale, dove si vive la vita sacramentale e si sperimenta la gioia della condivisione. E’ quel sentire permanente del cuore che prova emozione e ricorda ancora il sapore della meraviglia di sentirsi amati. Questa è la grande Gioia da dover sempre annunciare e divenirne appassionati testimoni, la gioia di sentirsi amati da un Padre che tocca il cuore con il suo tenerissimo sguardo, uno sguardo silenzioso che cambia la vita di colui che ha la saggezza di lasciarsi raggiungere da questo sguardo di amore.
Letizia Franzone