Firmato il protocollo di adesione, si preannuncia il profilo ecumenico di una presenza che “deve tener conto delle molteplici istanze che nascono da poli diversi tra di loro, e che vivono negli estremi del pianeta”. Anche la Chiesa ambrosiana sarà protagonista del padiglione insieme con la Santa Sede e la Cei. Ribadita la centralità dell’uomo mentre il divario tra ricchi e poveri continua a crescere.
Milano sta vivendo una stagione di grande fermento. L’obiettivo è, infatti, molto ambizioso: organizzare al meglio Expo 2015, una scommessa per rilanciare non solo la metropoli lombarda, ma l’intero Paese. Il tema scelto per questa edizione dell’Esposizione universale, “Nutrire il Pianeta, energia per la vita”, fa diventare speciale e per certi versi unica questa manifestazione. Fin da subito, infatti, si lavora affinché il contributo che può venire da Milano al mondo sia forte e chiaro nei termini di sviluppo e di giustizia per tutti.
In prima linea si pone la comunità cristiana ai diversi livelli. A partire dalla Santa Sede, che giovedì 27 febbraio, ha firmato il protocollo di partecipazione con un proprio padiglione: “Non di solo pane. Not by bread alone” è il tema scelto. “La Santa Sede è presente in tutto il pianeta, in tutti gli Stati, ad esempio attraverso le diocesi – sottolinea il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura e commissario generale della Santa Sede -. Per questo la sua presenza all’Expo deve essere il più ecumenica possibile, nel senso etimologico del termine, che indica il pianeta intero”. La Santa Sede, in particolare, “deve tener conto delle molteplici istanze che nascono da poli diversi tra di loro, e che vivono negli estremi del pianeta”. Da una parte, spiega il cardinale Ravasi, “ci sono persone che raccolgono le briciole”, dall’altro “c’è un mondo che nonostante la crisi spreca, ha problemi di obesità, si trova con pochi ospiti che hanno una marea di beni”. Oltre all’universalità, l’altra parola-chiave è la “simbolicità”: “Parlare di cibo significa non solo affrontare questioni fisiche, economiche, biologiche, ma anche affrontare un’esperienza umana radicale”, perché attraverso il cibo l’uomo “esprime se stesso”.
Dunque, i cattolici pongono all’attenzione del dibattito che si svilupperà intorno a Expo la centralità dell’uomo, nelle scelte politiche ed economiche e la necessità di rispondere in concreto al grido di dolore di una larga parte di umanità che ancora oggi muore di fame.
Lo sottolinea con forza anche la Chiesa ambrosiana, che sarà protagonista del padiglione insieme a Santa Sede e Cei. “Expo 2015, con il suo tema programmatico – sottolinea il cardinale Angelo Scola – trova in Caritas Internationalis un interlocutore autorevole e preparato che contribuirà a mettere l’uomo al centro di questa manifestazione che si terrà a Milano il prossimo anno. Caritas Ambrosiana, espressione dell’impegno di tutta diocesi di Milano a servizio dei più poveri, intende sostenere fino in fondo l’azione di Caritas Internationalis, impegnandosi con le esperienze e le culture che potrà incontrare in occasione dei mesi dell’Esposizione universale”.
Milano sempre più diventa, allora, capitale del mondo. Nei giorni scorsi è, infatti, intervenuto nel capoluogo lombardo anche il cardinale Oscar Rodríguez Maradiaga, presidente di Caritas Internationalis, annunciando l’adesione delle 164 Caritas del mondo della Confederazione internazionale all’Esposizione universale. “Vogliamo che l’Esposizione universale del 2015 a Milano – sottolinea Maradiaga – non sia solo un avvenimento commerciale, ma abbia un contenuto più profondo. Con la nostra presenza vogliamo ricordare a tutti quelli che partecipano a Expo come espositori, visitatori o volontari, governi e cittadini, che purtroppo non tutti hanno a disposizione le stesse risorse, anzi che viviamo in un momento storico in cui il divario tra ricchi e poveri sta crescendo”.
Caritas sarà presente all’interno del sito espositivo lungo i sei mesi della manifestazione, con 20 eventi e 100 esperti provenienti da tutto il mondo. Previsti incontri di studio e riflessioni che metteranno in luce i risvolti politici, sociali, economici legati all’alimentazione. Conflitti dimenticati, migrazioni, povertà in Italia e in Europa, sicurezza alimentare in situazioni di precarietà i temi che saranno affrontati.
Una coscienza critica e uno stimolo a non ridurre Expo alla mera dimensione economica e commerciale, a lavori da appaltare e infrastrutture da realizzare. Un impegno condiviso anche da chi guida la realizzazione della manifestazione. “Fin dall’inizio ci siamo posti la sfida di essere un’Expo collaborativa, un momento di confronto globale sulle principali sfide dell’umanità – sottolinea Giuseppe Sala, commissario unico delegato del governo per Expo Milano 2015 e amministratore delegato di Expo 2015 Spa -. In un mondo in cui troppi soffrono la fame e non hanno accesso all’acqua potabile, non si può più prescindere dall’urgenza di trovare, a livello mondiale, soluzioni per assicurare a tutti il diritto a un’alimentazione sufficiente, sana e sicura, garantendo un futuro sostenibile”. “Expo – continua Sala – non vuole essere solo una vetrina e non sta concentrando le proprie energie e le proprie risorse nella costruzione di monumenti architettonici: vogliamo che da questo evento resti un lascito immateriale ed etico, a nostro avviso prioritario, con nuovi scenari per affrontare le sfide alimentari del prossimo millennio”.
Pino Nardi, direttore “Incrocinews” (Milano)