Quando è stata divulgata la notizia della morte dell’artista Ezio Bosso, in moltissimi si sono affrettati a ricordarne il lato umano, la gentilezza, l’umanità, e l’elefante in stanza rappresentato dalla sua tragica malattia. Senza voler mettere in dubbio la sincerità di questi omaggi, rimane però l’idea che qualunque tributo che si fondi su questi presupposti sia parziale. Si è rischiato infatti così di trascurare tutto il lavoro serio e rigoroso fatto dal torinese come musicista. Andiamo a conoscere meglio chi è stato Ezio Bosso per chi non lo conosce. Mentre, per chi lo conosce, il suo ricordo non può che provocare emozioni forti.
Il ricordo dell’artista Ezio Bosso al Festival di Sanremo 2016
Non molti sanno che Bosso è stato un contrabbassista diplomato, attivo sia in diverse formazioni orchestrali, sia come solista. Addirittura è arrivato ad incidere alcune pagine del repertorio del suo strumento per etichette di portata internazionale come la Naxos. Ha portato avanti anche una vocazione compositiva poi affiancata anche da quella direttoriale. Entrambe gli hanno permesso di arrivare a collezionare un catalogo comprendente 5 sinfonie, quartetti per archi, opere e pezzi per vari organici ed ensemble. In mezzo a questo mare creativo, tra i suoi brani più celebri, si colloca “Following a bird” che lo ha lanciato nell’edizione 2016 del Festival di Sanremo.
Il vero ricordo di un’artista rigoroso in contrapposizione con il suo personaggio
In un’intervista dai toni piuttosto concitati rilasciata all’Espresso, lo stesso Bosso aveva rivendicato con forza la propria disciplina e il rigore della sua formazione, contrapponendolo al personaggio che gli si era creato attorno. Forse per il musicista che aveva vissuto un dissidio interiore, causato da questa dicotomia il problema c’era, ma non traspariva. La cifra caratteristica dell’approccio di Bosso alla musica era la sincerità, messa in ombra dalla sua malattia. La sua propensione alla scrittura, all’interpretazione e alla divulgazione della musica ha costituito il messaggio più bello e più vero dell’artista.
Come appare il ricordo di un’artista con vera disciplina: Ezio Bosso
Tutto ciò è stato evidente ad una delle sue deliziose lezioni concerto in prima serata televisiva nel ciclo “Che storia è la musica”.
Probabilmente non sarà stato il più grande direttore d’orchestra della sua generazione, o il più grande compositore o divulgatore. Ma di tutte le anime musicali che Bosso ha incarnato nella sua intensissima esistenza rimarrà sicuramente il tratto comune dell’amore verso un’arte che al tempo stesso era disciplina e rigore
Filippo Simonelli