Cala il sipario di F1 con l’ultimo “miracolo” di un fantastico Charles Leclerc in questa stagione. Ma non basta: è McLaren a portare a casa il mondiale costruttori.
Si spengono momentaneamente i motori nella suggestiva cornice di Abu Dhabi per l’ultima gara di una finalmente avvincente stagione di Formula 1, tra addii, nuove sfide, vecchie rivalità e piloti già proiettati al futuro.
Cambio di rotta
Se dovessimo descrivere questa stagione con poche, semplici parole, una sarebbe sicuramente cambiamento. Cambiamento sentito su più fronti.
Partiamo dal cambio di rotta: dopo quel GP di Abu Dhabi completamente da dimenticare nel 2021, la F1 aveva assistito alla supremazia Red Bull capitanata, in primis, da Max Verstappen. Una supremazia – interrotta solo a tratti dai piloti della rossa in primis – che era arrivata addirittura ad assopire gli spettatori e a spegnere ogni speranza anche negli stessi piloti, ormai abituati all’inno olandese a quasi ogni gara e alla perfezione del team e del pilota orange. Questo, però, fino alla prima parte di questa stagione.
Dopo un inizio di stagione ormai come al solito splendido, ecco succedere qualcosa di diverso in griglia: ecco vedere finalmente un alternarsi di piloti diversi sul gradino più alto del podio, ecco vedere finalmente dei team che vogliono e possono arrivare alla Red Bull e superarla ed ecco, addirittura, vedere un mondiale piloti che sembrava già saldamente tra le mani dell’olandese, vacillare, sotto la pressione di un altro “orange” ma, stavolta, un arancione papaya: Lando Norris. Un giovane Lando che ci ha provato e ci ha creduto, ma forse un po’ troppo tardi, un giovane Lando che alla fine si è arreso a quella che è stata, per la prima volta, la supremazia di Max Verstappen e non della Red Bull, a quello che è..
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