FAI / Con la “Giornate di Primavera” viaggio nella Catania nobiliare di un tempo con la guida dei Ciceroni

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Visitare Catania con altri occhi. Perché spesso, immersi come siamo nella frenesia quotidiana, prestiamo scarsa attenzione alle bellezze monumentali che ci circondano, pur consapevoli del valore che possiedono, valore non solo artistico ma anche storico: testimonianze a memoria di generazioni che sono passate e hanno vissuto, abitato e animato quei luoghi. Le giornate del Fai – Fondo Ambiente Italiano – si legge in una nota – hanno proprio questo scopo: attivare non solo una discussione sul patrimonio artistico, storico e paesaggistico, ma anche riattivare in ciascuno di noi il senso dell’appartenenza a una comunità che nel monumento segna un preciso momento e lo dona come documento al futuro.
La Delegazione Fai Catania, guidata da Antonella Mandalà, sabato 25 e domenica 26 marzo ha spalancato le porte di nove siti storici, alcuni di chiara fama e sorprendente bellezza.

Lungo il Viale Regina Margherita, due beni culturali, uno di fronte all’altro, hanno suscitato l’interesse dei visitatori: l’ex Sanatorio Clementi, gioiello eclettico dei primi del ‘900 progettato da Carlo Sala (già coadiutore del progetto architettonico del Teatro Massimo Bellini) di cui, lungo il perimetro esterno dell’edificio, si scorgono le vetrate delle sale operatorie. E poi l’Istituto Tecnico “Archimede” una sorpresa per quest’edizione delle giornate Fai. Attraversando gli ampi corridoi della scuola, improvvisamente, si accede a un Chiostro di grande valenza, decorato da lunette dipinte con immagini di Santi Francescani. Sì, perché il chiostro, oggi appartenente alla scuola, un tempo era parte dell’annessa Chiesa di Santa Maria di Gesù e dunque struttura conventuale dei Frati Francescani. Tra le rappresentazione pittoriche presenti spicca anche il martirio di Sant’Agata, Patrona di Catania. Nella chiesa di Santa Maria di Gesù la scultura marmorea con decori dorati della Madonna con Bambino di Antonello Gagini si frappone alla visione dell’altare, decorato con tarsie lignee, e alle altre opere pittoriche su tela.

In piazza Teatro Massimo si apre al pubblico uno storico palazzo: la Casa del Mutilato, opera dell’architetto del regime Ercole Fischetti, incorniciato dal Palazzo delle Finanze e dal Teatro Massimo Bellini. Un complesso architettonico che celebra le gesta eroiche dei sopravvissuti alla guerra, che con le loro mutilazioni fisiche hanno dimostrato coraggio e dedizione alla patria. Gli alti portali e i marmorei rivestimenti lo innalzano quale tempio laico agli onorabili militi.

Il sipario delle giornate Fai si apre anche sui teatri cittadini. Il Teatro Massimo Bellini con il suo impianto architettonico, il suo foyer, i palchi, il sontuoso palco reale e il trionfale palcoscenico rinnova l’ammirazione per la sede teatrale cittadina. Il Teatro Sangiorgi con la sua ricca facciata e i drappeggianti stucchi scuri e aurei si affaccia sul bastione del giardino pensile di Palazzo Manganelli, altro monumento visitabile in occasione della manifestazione. Le lussuose sale riccamente stuccate, le alte specchiere, il pregiato mobilio e i tavoli da biliardo ci portano nella Catania di un tempo animata da nobili ed eleganti signori.

Anche la dimora del letterato catanese Giovanni Verga, sita in via Sant’Anna, ha accolto numerosissimi visitatori. Il pubblico del FAI ha ammirato gli scaffali colmi di libri nella biblioteca, le camere dove Verga passava le ore di riposo, le primissime edizioni delle sue opere letterarie, i manoscritti con dediche augurali di altri scrittori e intellettuali suoi ammiratori. Un mondo ricco e pieno di conoscenza dentro pochi metri quadri che ancora oggi trasmettono una memoria culturale imponente.

A pochi passi dalla casa di Verga, in via Vittorio Emanuele un’altra meraviglia: la chiesa di San Martino dei Bianchi sede dell’Arciconfraternita dei Bianchi, un’antica organizzazione che sosteneva i condannati a morte e le loro famiglie i cui membri erano nobili signori della città. Nella sacrestia si osservano i ritratti su tela dei Governatori dell’Arciconfraternita abbigliati con il tipico camice bianco. La chiesa ad aula unica, possiede lungo le pareti perimetrali, file di scranni dove sedevano i Confrati e le Dame che partecipavano alle funzioni religiose.

Due giornate ricche e intense (dallo scopo non solo divulgativo) occasione per raccogliere fondi necessari alla salvaguardia del patrimonio, ad arricchire la lista di opere “salvate” dall’incuria, dal tempo e dal degrado.

Protagonisti fondamentali di questa XXIV edizione delle Giornate FAI di primavera sono stati i giovanissimi Ciceroni, gli studenti che hanno accompagnato i visitatori lungo il percorso trasmettendo entusiasmo, freschezza vitale e donando prospettive nuove per accostarsi al futuro con l’amore, la dedizione, il rispetto del passato da custodire e tramandare.

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