Ad Acireale tra il 23 e il 24 Marzo, si sono svolte le giornate FAI di Primavera, in uno dei quartieri storici della città, da Piazza S. Michele, attraversando l’antica Via Dafnica, passando per la Piazzetta Pasini fino ad arrivare all’incrocio con Via S. Martino. Il Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI) è una fondazione italiana senza scopo di lucro che opera grazie al sostegno di privati cittadini, aziende e istituzioni per la salvaguardia del patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano.
Infatti, durante le visite, i visitatori sono stati accolti da giovani apprendisti ciceroni, alcuni delle scuole medie di Acireale, altri provenienti dal Liceo Scientifico Archimede, sempre della città di Acireale. I giovani, descrivendo le caratteristiche principali dei prospetti dei palazzi e dei loro giardini, hanno raccontato pezzi di storia secolare con racconti ed interessanti curiosità.
FAI / Acireale: piazza San Michele
Il percorso parte da piazza San Michele, ex zona “Gambino”, per proseguire lungo la Via Dafnica e, con deviazione, sulla piazza Pasini, fino a via S. Martino. Via Dafnica rappresentava l’asse stradale principale per raggiungere i centri abitati limitrofi. Tracciata intorno al 1580, forse a partire dal 1816 prese il suo nome dall’Accademia dei Dafnici. Detta anche via “U cannarozzu di Acireale”, perché stretta e a causa delsuoassetto urbanistico.
Partendo proprio dal Palazzo Scudero in piazza San Michele, è strutturato da ampie stanze e sulle pareti si trovano quadri realizzati con la tecnica ad olio raffiguranti la famiglia Grassi-Seminara. In questi quadri è raffigurato Giovanni Grassi, che nel periodo dei Borboni ha rappresentato molte cariche pubbliche. Volte e pareti affrescate ritraggono invece scene dell’Antico Testamento.
Nel salone del palazzo sono presenti tappezzerie di finissimo tessuto, mentre i pavimenti sono ricoperti di pastine di cemento con disegni floreali e geometrici. Oltre a questo salone, è presente un salotto settecentesco con divani in velluto con ricami d’argento e d’oro. All’interno del palazzo è presente una piccola cappella usata per celebrare i matrimoni delle persone più influenti dell’epoca. Una parte di questo palazzo è stato restaurato ed adesso è un B&B. E’ arredato in stile antico, con una terrazza dalla quale è possibile ammirare la vista del mare e dell’Etna.
La chiesa di San Michele
L’antico quartiere San Michele, che nel XV secolo, era detto “Quartiere dei Gambini”, illustre famiglia che lì risiedeva. Prima dell’anno 1500 la famiglia dei Gambino o Gambini aveva fatto costruire una piccola cappella dedicata a San Michele Arcangelo.
La chiesa, ampliata e poi distrutta dal terremoto del 1693, fu riedificata nel XVIII secolo con l’attuale forma. La progettazione della nuova costruzione venne affidata a Stefano Ittar (1724-1790), architetto polacco naturalizzato italiano. Il prospetto, d’impronta decisamente neoclassica, presenta un pronao a colonne ioniche delimitato da una recinzione in ferro battuto e un timpano soprastante. Sulla parte superiore campeggiano tre statue raffiguranti i santi arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, realizzate dallo scultore Giuseppe Orlando. La cupola ovale, priva di lanternino sovrasta l’interno a pianta ellittica e ad unica navata. All’interno si possono ammirare un maestoso organo a canne, le tele di Giacinto Platania, una statua lignea raffigurante il SS. Crocifisso, oltre alla statua dedicata al Santo con i simboli della spada e bilancia di anonimo scultore messinese.
FAI / La spiegazione di Palazzo Gambino e Palazzo Panebianco
Palazzo Gambino costruito nel corso del 700 dal responsabile ecclesiastico Marcantonio Gambino su modello di Paolo Amico, possedeva già da epoca remota possedimenti: un baglio con case, cisterne e giardino. Il sacerdote Giuseppe D’Amico fu il committente del palazzo. Progettato da Paolo Amico Guarrera, architetto acese del ‘700, il palazzo presenta un magnifico portale, l’ingresso, l’ampio scalone che porta al piano nobile, il giardino con una Esedra con pergolato e sedili, in asse con il portale d’ingresso.
E’ uno dei palazzi più importanti di Acireale, è in stile barocco formato da sei moduli con uno centrale, e si divide in tre piani. Al piano terra c’era magazzini e stalle, ad oggi sostituti dai garage. Nel secondo piano, detto anche piano nobile, prima ci abitavano i Gambino, come Giovanni Giurista, mentre oggi ci abitano alcuni eredi. Una particolarità sono sicuramente i balconi in stile barocco.
A piazza Pasini, un gioiello di dimensioni contenute ma di grande suggestione si potrà ammirare il Palazzo Panebianco. E’ stato costruito nel 1888 e si suddivide in due parti: la parte bassa caratterizzata da un solo piano e la parte alta. Nel piano terra sono presenti tre aperture con un alto basamento di pietra lavica riprendendo le caratteristiche del luogo. Ci sono delle decorazioni a forma di leone in entrambi i piani. Nel secondo piano sono presenti tre bifore con delle colonne ioniche. Osservando il palazzo sembrerebbe a soli due piani ma non è così! Infatti, osservando una piccola finestra ci si rende conto dell’esistenza di un ulteriore piano. E’ presente anche un cornicione fatto di pietra bianca, pietra nera e cotto.
FAI / Apprendisti Ciceroni alla scoperta della Chiesa “Maria e Gesù”
La chiesa di ‘Gesù e Maria’ è un antico tempio ubicato nella parte bassa di via Dafnica, in prossimità del Collegio Santa Venera. Il luogo sacro, più noto agli acesi come chiesa di San Mauro, è stato oggetto, in questi ultimi anni, di accurate opere di restauro sia esterne sia interne così da consentire la riapertura del tempio in occasioni particolari. Nella chiesa di Gesù e Maria si onora anche S. Espedito, patrono minore della città, rappresentato in un piccolo quadro e in una pregevole statua di legno di I.C. Ganzirri.
La facciata, sia pur nella sua semplicità, presenta nella conformazione del campanile elementi di stile orientale. L’interno è impreziosito da una pala nell’altare maggiore attribuita a Giacinto Platania, tra i maggiori pittori siciliani del barocco. Altre tele sono di Giuseppe Grasso Naso. Esse raffigurano il “Reperimento della Croce”, la “Presentazione di Gesù al Tempio” e la “Presentazione di Maria al Tempio”. Questo pittore è interprete di un’arte volutamente diversa da quella del Vasta, perchè riformulata sia attraverso il recupero della vivace inventiva dei maestri del Seicento e sia attraverso una più particolare attenzione alla figura umana.
Sostenere le iniziative del FAI
Grazie al lavoro che porta avanti proteggendo il nostro patrimonio artistico e culturali, il FAI è diventato nel tempo un punto di riferimento per tutte le istituzioni e le aziende che ne condividono l’impegno a sviluppare e sostenere politiche culturali e ambientali sostenibili. Ecco perché il suo operato è fondamentale quanto le opere che protegge.
Giorgia Fichera