Nella voga contemporanea di turismo dialogizzato con i luoghi di fede, l’uomo che più d’altri è promulgatore di tale forma turistica è Carmelo Nicoloso. Personaggio già incontrato in un precedente servizio giornalistico.
Egli è stato, dunque, già tratteggiato per il suo diletto nel saper sapientemente correlare la fede al sacro peregrinare, soprattutto in siti collinari e di montagna. Si divulga così, con precipua affinità, una tipologia di turismo vocato agli ambienti religiosi e che ben si approssima alle esperienze di turismo lento, di solito definito slow.
Alla domanda chi è Carmelo Nicoloso risponde che egli è una guida naturalistica e coordinatore Mezzogiorno d’Italia Comitato Parchi. Estimatore della natura, con la N maiuscola, si è occupato di conservazione del patrimonio naturale nonché di rapporti con gli Enti Parco e le Riserve naturali in Sicilia e in buona parte del Centro e Sud Italia.
Entrando nel vivo dell’intervista, si scopre il suo percorso di formazione e l’attuazione della primigenia passione per la Fede e la sacralità della Natura.
Si cede così la parola a Carmelo Nicoloso.
La parola a Carmelo Nicoloso
Secondo la mia expertise – comincia a raccontare – mi occupo in prevalenza di formazione per le guide. In Sicilia da qualche anno, ho già iniziato un iter propedeutico per le guide naturalistiche ambientali escursionistiche e, nello stesso tempo, mi occupo di salvaguardia della natura con gli Enti Parco e le Riserve naturali in Sicilia e in buona parte del Centro e Sud Italia.
La mia formazione si struttura professionalmente grazie al rapporto con Franco Tassi, storico direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo e responsabile del Centro Parchi Internazionale.
Tassi, inoltre, può essere designato come il padre della Legge 394/1991, normativa istituita per aree protette, anche marine e parchi. (L. 6 dicembre 1991, n. 394 – Legge quadro sulle aree protette – G.U. 13 dicembre 1991, n. 292, S.O.)
Nel voler discernere poi il rapporto natura/spiritualità, nel 2008, diviene influente ricordare l’incontro con Antonio Peretti di origine veneta, più noto nella connotazione internazionale di Tom Perry e Maurizio Dal Bosco, già comandante del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Catania. Il rendez-vous preordinato avverrà in un Monastero dell’Etna, dedicato al Cardinale Dusmet, esattamente Giuseppe Benedetto Dusmet.
Lì, in un clima meditativo/evocativo, primeggia tra le idee da “percorrere”, quella enunciata e di collegamento al Papa montanaro ed ecologico. Wojtyla, nel suo pontificato, aveva intrapreso, infatti, un’iniziazione elettiva/intellettiva verso una certa “Ecologia del Creato”. Si trattava, invero, di un’apertura interreligiosa intercorsa nel 1986. Scelta papale coniugata ad eventi accostabili alla scia ambientalista internazionale (ad es. incontro del WWF mondiale ad Assisi; incontro del Papa con i Capi religiosi del mondo). Il messaggio riguardava in ispecie il rapporto Pace/Creato.
Progetti in nome dell’Ecologia del Creato
Seguendo questo dettato d’amore per il Creato, nella progettualità sperimentata da me e da Perry e Dal Bosco, si individuava una precisa destinazione. L’idea nuova dell’Ecologia del Creato doveva transitare lungo sentieri di montagna. In assonanza, peraltro, con le pregresse esperienze del Papa.
Egli in realtà era un esperto sciatore, dunque, fortemente legato a questo ambiente. Prova ne è lo storico incontro nel 1984 di Wojtyla e Pertini in località di Adamello presso il Parco naturale del Brenta. Un altro momento esaltante del Papa – preso ad esempio per elaborare alcune progettualità – narra del suo rapporto sublimato con la Valle d’Aosta.
Inoltre, l’idea di elaborare attività e proposte nel rispetto del binomio spiritualità/natura, mi conduceva a conoscere figure significative, vicine a Papa Wojtyla, in particolare, il presidente del Consiglio regionale della Valle d’Aosta, Alberto Cerise.
Così nel 2009, dalla collaborazione con Tom Perry e Alberto Cerise, nasce il progetto appellato: “Le care montagne che parlano di Dio”. L’iniziativa ha il suo incipit nella data del 13 maggio e in un sito altrettanto significativo sull’Etna, chiamato Piano Vetore.
Il camminamento dialogico con Carmelo Nicoloso ritornerà per scoprire la predilezione e la scelta di Piano Vetore. Dunque, alla prossima puntata. Continuate a leggerci!
Luisa Trovato