Un Max Gazzè in piena forma, in uno spettacolo raffinato e intimo nella splendida cornice di piazza Duomo, ha ufficialmente aperto l’edizione 2024 della “Festa dei Fiori” di Acireale.
L’artista, accompagnato dalla Calabria Orchestra – riporta una nota stampa – ha portato sul palco i successi più amati dal pubblico che ha cantato e ballato sulle note dei testi più poetici (L’uomo più furbo, Figlia, Su un ciliegio esterno, Mentre dormi), e sulle sue composizioni più sperimentali (Il bagliore dato a questo sole, Questo forte silenzio o Colloquium Vitae), e le amate ‘canzonacce’ (Una musica può fare, Sotto casa, La vita com’è).
Festa dei fiori per valorizzare gli artigiani locali
“Con Max Gazzè abbiamo dato inizio ad una settimana ricca di appuntamenti musicali, di colore, di fiori e di eventi all’interno del nostro centro storico – ha dichiarato il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo. – Una Festa avviata qualche anno fa che vogliamo rilanciare valorizzando soprattutto i nostri artigiani del fiore. E allo stesso tempo, vogliamo far vivere la nostra Città addobbata e colorata.
Attraverso le installazioni presenti in diverse Piazze abbiamo voluto evidenziare le potenzialità artistiche ed architettoniche della nostra Città.
La nostra Città ha bisogno di spazi liberi dalle auto, aperti al turista ed al cittadino che vuole vivere le nostre bellezze architettoniche”.
Festa dei fiori, il programma di oggi
E a proposito di bellezza, conto alla rovescia per ammirare finalmente i carri infiorati che sfileranno lungo le vie del centro storico tra poche ore.
Sei vere e proprie opere d’arte realizzate dai nostri artisti dei fiori. I temi proposti sono più che mai attuali.
Si inizia alle 17 con l’inaugurazione delle mostre e i mercati di artigianato, “Fiori in Fiera”, dislocati lungo le vie principali della città e sfilata delle “Scuole in Maschera”.
Alle 18:30 presentazione dei carri infiorati, sfilata e mostra permanente con esibizioni e poi alle 21 tutti in piazza con “Discomania Radio 105”.
Festa dei Fiori: i sei carri infiorati in concorso
“DIMMI CHI SEI”
(Associazione culturale I nuovi mastri fiorai dei fratelli Sardo)
Quante volte ci siamo fatti questa domanda in silenzio o ad alta voce, certe volte felici di aver scoperto una persona speciale con cui condividere percorsi della vita o magari un amico vero… altre volte perchè delusi da persone che hanno dimostrato qualcosa che in realtà poi non è, quella per la quale ci siamo anche innamorati, fidati, affezionati.
Al centro dell’opera l’elefante Ganesha definito il distruttore di ogni ostacolo che si tratti di ostacoli di tipo materiali o spirituali che simboleggia inoltre la capacità di distinguere la verità dall’illusione, il reale dall’irreale.
La vita viene rappresentata come una roulette che non gira da sola, ma che inevitabilmente ha bisogno di qualcuno che la direzioni nel verso giusto. Questo qualcuno è l’uomo che in questo caso è rappresentato come un jolly, il quale mischia le carte e manipola la roulette segnando il destino anche di chi gli sta accanto, la donna.
L’uomo e la donna assumono un doppio volto, ma nella maggior parte delle volte ad avere la peggio è la donna che nasconde le sue paure e insicurezze dietro una maschera sorridente, tralasciando il passato, pensando al presente e non alle conseguenze future.
“UN SORRISO CI PUO’ SALVARE”
(Associazione Gli antichi maestri dei fiori)
Il valore del sorriso è il tema di quest’opera. Crisi, pandemie, guerre e i bombardamenti giornalieri di brutte notizie, ci hanno fatto passare la voglia di un sorriso e di apprezzare ciò che di bello la vita ci offre.
L’opera vuole far riflettere la gente e farla sorridere anche solo per un attimo.
Nella parte anteriore viene rappresentato un grande sole, simbolo di forza e rinascita. Alle spalle due carrillon dai quali verranno fuori due jolly che rappresentano gli imprevisti e contemporaneamente le sorprese che la vita ci riserva ogni giorno.
Un clown ci inviterà a reagire con un sorriso per avere sempre una visione ottimistica ed apprezzare con gioia la vita… un sorriso ci può salvare.
“STORIE DI ARTISTI SENZA PALCO”
(Associazione Riolo)
E’ un omaggio ad una categoria spesso sottovalutata: “gli artisti di strada”.
Quante volte passiamo davanti ad un’esibizione di questi artisti senza neanche fermarci un attimo a guardarli? Ci offrono delle performance uniche in modo completamente gratuito, con poco creano veri e propri spettacoli trasformando le nostre vie e piazze in palcoscenici a cielo aperto.
Quanti artisti di fama internazionale hanno iniziato la loro carriera proprio così, ad esempio: Ed Sheeran, Robin Williams o i Maneskin.
Gli artisti di strada si dividono in tante categorie: gli street artist che riempiono di colori le nostre città e i giocolieri che sfidano tecnica ed equilibrio, i maghi che regalano illusioni, musicisti e cantanti che ci incantano.
Un omaggio quindi a questi artisti è ciò che è realizzato in quest’opera. Nella speranza di suscitare le stesse emozioni che riescono a trasmettere loro per le strade.
“ATTENTI AL TASSO
(Ditta Spinosa – Laudani)
Un monito su un tema che è costato molto caro, soprattutto ai più giovani, che purtroppo continua a produrre stragi. Parliamo del tasso alcolico, spesso superato nell’allegria dello stare bene insieme tra amici, ma causa di bruttissime vicende.
Nell’opera viene riprodotta al centro un auto che per scelta non è di ultimissima generazione, ma di altri tempi per rifarsi al detto “chi va piano, va sano e va lontano”. Ai lati varie espressioni di “tassi alcolici superati”, diversi personaggi allegri, stravaganti, esuberanti.
Poi un grande mostro che rappresenta l’allegoria dell’alcol; oltre agli immancabili segnali di sicurezza stradale che l’eccessivo alcol non ti fa vedere e infine un grande ventaglio che vuole rappresentare il ventaglio di possibilità che la vita ci offre.
Puoi annebbiarti e rischiare, con alcol, o ancora peggio, con droghe o puoi scegliere di vivere una vita sana e godere delle bellezze della stessa.
“IO DI TE, NON HO PAURA!”
(Associazione culturale fratelli Cavallaro di Giacomo,Orazio, Seby, Alessio Cavallaro)
L’opera rappresenta un tema purtroppo oggi sempre più diffuso , la violenza sulle donne. Il titolo si richiama ad un noto brano della cantautrice Emma Marrone, che evidenzia il coraggio di prendere in mano la propria vita.
Uomini che con una tale brutalità e prepotenza vogliono forse sentirsi superiori, comandare, controllare, possedere la donna che gli sta accanto. Privandola totalmente della libertà di poter fare qualsiasi cosa desideri e talvolta della vita.
Nessuno mai può giustificare o perdonare un uomo che mette le mani addosso, sfregia o uccide una donna. Nessuno mai può arrogarsi il diritto di maltrattare una donna e tantomeno di farsi chiamare uomo… Questi, senza offesa per gli animali, sono animali.
Al centro del carro un bellissimo cigno rappresenta la donna. Alle spalle del cigno, sullo sfondo di un cuore, comparirà il volto di una donna, pura e delicata su un lato, maltrattata e sfregiata. Sull’altro, l’uomo violento viene rappresentato da un lupo per simboleggiare la ferocia contro la figura indifesa della donna.
Ai lati del carro troviamo i simboli legati alla lotta contro la violenza sulle donne: la panchina rossa, le scarpe rosse ed il fiocco rosso.
“IL PROFUMO DELLA LIBERTA’
(Associazione Urso)
L’opera prende spunto dalla fuga del leone Kimba da un circo, notizia che seminò il panico e che in pochissimo fece il giro del mondo attraverso i media.
Si prende spunto da questa fuga per trattare l’argomento degli animali al circo, dove chiaramente diverse sono le posizioni favorevoli e contrarie.
In primo piano è rappresentato un domatore in vesti molto diverse rispetto a quelle a cui siamo abituati a vederlo. Infatti è chiuso in una gabbia spaventato, forse sta provando ciò che quelle povere creature provano rinchiusi in gabbia.
E’ contornato da due animali, i più grandi che forse si possano osservare in un circo: una giraffa ed un elefante.
A dominare la scena è il leone, per eccellenza “re degli animali”, libero di correre e assaporare la tanto amata libertà.
A chiudere la scena sarà madre natura sotto forma di farfalla, per simboleggiare proprio la libertà di cui questi animali hanno bisogno, libertà che ritrovano solamente nei loro habitat naturali.
La farfalla vuole anche essere un segno di rinascita e di rigenerazione, che possa far riconciliare l’uomo e la natura.