Oggi i padri giocano un ruolo sempre più importante. Le madri proteggono, i padri incoraggiano, e la cura dei bambini non è più solo “roba da donne”. Oggi, circa l’84% dei padri, coccolano i figli, giocano con loro o guardano insieme lo sport, li confortano, li aiutano, prendendosene cura.
Certe volte, in sostituzione della madre che lavora e rientra più tardi o magari si è separata dal marito, il padre cerca di ricoprire quella mancanza che un figlio avverte, soprattutto in tenera età. In occasione della Festa del papà, vogliamo ricordare vicende di padri che lasciano ai figli un ricordo indelebile, e nonostante le separazioni e i divorzi, a volte possono essere da esempio per altri.
Quando finisce un matrimonio o una relazione, sono quasi sempre i figli a subirne le conseguenze, e finiscono con l’appoggiarsi al genitore che ha la possibilità economica di sostenerli. Ma per il loro bene bisogna spiegare che le unioni possono non durare tutta la vita e l’amore di entrambi i genitori nei loro confronti non verrà mai meno.
Con l’affetto e la presenza costante, si può aiutare un figlio a superare il periodo particolare che sta vivendo, rendendo pian piano tutto più semplice. Così facendo, il genitore che vive altrove, non sarà solo una figura del week end, ma continuerà ad avere un suo ruolo genitoriale costante.
Festa del papà, la testimonianza di Luigi
In questa premessa ben si inserisce la testimonianza di Luigi che ha vissuto tale situazione familiare.
“Non giudicare il giorno dalla vendemmia, ma dai semi che hai piantato”. Questo il messaggio lasciato dal padre, prima di morire, in un biglietto scritto al figlio universitario.
Dice Luigi: “Purtroppo l’ho perso quando avevo solo 20 anni, ma oggi mi restano bellissimi ricordi, come questo. Il pensiero scritto su quel biglietto ha guidato le mie scelte di uomo e dell’imprenditore che sono oggi. Un insegnamento che voglio trasferire a mio figlio Giorgio”.
Luigi racconta di un padre molto presente nella sua vita, nonostante vivesse con la madre, e spiega di aver avuto con lui un legame molto forte. Tutti i weekend li trascorreva con il padre, assistendo alla nascita di un percorso che sarebbe diventato la sua ragione di vita. L’amore per le vigne ereditate dal padre, che oggi porta avanti con energia e spirito di innovazione.
Un’azienda portata avanti da cinque generazioni. Luigi inizia il suo racconto affermando che all’epoca aveva soli undici anni e che per l’occasione, il padre aveva lanciato un cognac particolare, oggi in distribuzione. Lo presentò come “ Un vero bijou! Una damigiana da cinque litri chiusa con la ceralacca dal 1805, ereditata dal bisnonno”.
Ricordi che scaldano il cuore…
Mi ricordo – aggiunge – che tra tutti gli ospiti presenti, io ero il più piccolo, e mio padre mi raccomandò di bagnarmi solo le labbra “senza bere, perché è cognac”. “Un’annata come quella del 1805, non mi sarebbe più capitata! Era un’occasione speciale! Oggi, quel ricordo, mi è rimasto nel cuore. Bere una bottiglia, a quei tempi, che aveva quasi due secoli è stato indimenticabile. Ricordo che in tale occasione c’era la televisione per intervistare i partecipanti coinvolti nella degustazione e fecero una domanda anche a me in inglese e mio padre tradusse. A quei tempi studiavo ma non capivo bene l’inglese, e mi chiesero se avessi assaggiato quel cognac, e cosa ne pensassi. Risposi che era strepitoso che avesse più anni di tanti palazzi messi insieme, così tutti si misero a ridere”.
“Oggi, portiamo avanti l’azienda di mio padre – aggiunge. – Nonostante manchi da tanti anni, facciamo tutto pensando a lui. Tutto è dedicato a lui, ringraziandolo ogni giorno, per avermi insegnato a costruire dei sogni, trasmesso l’amore e la passione per la vigna che ha visto crescere diverse generazioni, padri, figli, nipoti. E ogni anno, in occasione della festa del papà, amiamo stappare diverse bottiglie, in suo onore! Un vino perfetto, tramandato di padre in figlio, per festeggiare tutti i papà!
Giusy Giacone