Nell’anno in cui sarà celebrato il Sinodo dei giovani, “Vogliamo fare della festa della Santa Patrona un’occasione propizia per offrire ai nostri giovani un opportuno modello a cui guardare e da imitare”, ha detto il vescovo, mons. Antonino Raspanti, nel suo messaggio per la festa di Santa Venera, principale patrona della città e della diocesi di Acireale. E, ha aggiunto il vescovo di Caltagirone mons. Calogero Peri nella sua omelia durante il solenne pontificale del 26 luglio, “il martirio che ha subito Santa Venera non è stata una sconfitta ma una vittoria, così come lo è stato il martirio di Cristo che ha vinto la morte ed ha riscattato gli uomini dal peccato”.
I festeggiamenti veri e propri sono iniziati una settimana prima, giovedì 19 luglio, con la solenne processione dello scrigno d’argento contenente le reliquie di Santa Venera, trasportato solennemente dalla chiesa di San Rocco alla Cattedrale, con la partecipazione del Sindaco e della Giunta comunale, delle autorità cittadine, degli ammalati (a cui anche la Santa in vita tanto si dedicò) assistiti da Unitalsi, Croce Rossa e Misericordia, e delle confraternite, arciconfraternite, pie unioni e associazioni religiose della città. Dal 22 al 24 si è quindi svolto il triduo preparatorio alla festa, che è culminato nelle celebrazioni della vigilia.
Ma due (o tre) sono stati i momenti principali della festa: il solenne pontificale del 26 mattina, presieduto dal vescovo francescano di Caltagirone mons. Calogero Peri; e le due trionfali uscite del 26 luglio per il giro d’onore nel centro storico e della vigilia con il giro lungo che ha raggiunto quest’anno il colle Sacro Cuore (l’ex piano Pizzone), dove la Santa Patrona è stata accolta trionfalmente dalle comunità parrocchiali del Sacro Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria. Dopo gli eventi dell’anno scorso che portarono a ridurre alcuni momenti esterni, quest’anno la festa della Santa Patrona ha ripreso il suo normale ritmo, in cui una delle occasioni più importanti è proprio il legame tra il centro e la periferia, tra il cuore della città e i quartieri periferici, a rappresentare che Santa Venera è la patrona di tutta la città e della diocesi; questo viene già realizzato con l’esposizione, nei giorni precedenti la festa, delle reliquie della Santa nelle varie parrocchie, nelle frazioni ed anche in alcuni centri vicini.
Questo però si realizza ancor più con la presenza del busto argenteo che viene portato in processione ogni anno in un quartiere diverso: l’anno scorso si effettuò addirittura la discesa a Santa Maria La Scala a piedi attraverso il percorso naturalistico delle Chiazzette, e quest’anno è toccato al quartiere a nord-ovest della città, ma nel corso degli anni un po’ tutti i quartieri sono stati toccati. È un percorso di fede e di devozione che unisce ancor più Santa Venera al suo territorio d’origine e di elezione. Il legame con la città e la diocesi si realizza ancora durante il solenne pontificale del giorno della festa, che vede la partecipazione dei sindaci dei 18 comuni della diocesi; in tale occasione il nuovo Sindaco di Acireale, ing. Michele Alì, ha fatto il suo esordio consegnando idealmente a Santa Venera, al momento dell’offertorio, le chiavi della città.
Le storiche candelore (purtroppo solo tre delle cinque esistenti) hanno accompagnato e fatto da corona alla “vara” che trasportava il busto reliquiario. Le candelore hanno anche avuto un momento speciale tutto dedicato a loro il sabato 21 luglio, quando, dopo la solenne uscita dalla Cattedrale e la sfilata per le strade del centro cittadino, si sono esibite in uno spettacolo in piazza Peppino Impastato (parte est ex piazza Cappuccini), nel quale i portatori hanno potuto mostrare tutta la loro abilità e la loro bravura nell’esecuzione dei caratteristici movimenti, tra cui le tipiche “annacate”.
Altro momento importante di comunione ecclesiale si è avuto il 23 luglio, quando la comunità della parrocchia greco-ortodossa San Leone di Catania, presieduta da padre Antonio Gjonej, ha celebrato i vespri in cattedrale, dal momento che Santa Venera è venerata anche dai cristiani ortodossi con il nome di Santa Paraskevì ed il suo culto è molto diffuso in Grecia; il nome greco significa infatti venerdì, poiché la nostra Santa Patrona – com’è noto – è nata nel giorno del venerdì santo dell’anno 100 (si veda a tal proposito il libro di mons. Ignazio Cannavò intitolato “Venera, Veneranda, Parasceve”).
I festeggiamenti si sono conclusi con lo spettacolo piromusicale in piazza Duomo e la reposizione del busto reliquiario nella sua cappella, e poiché quella di Santa Venera è una festa senza ottava, i prossimi festeggiamenti in onore della nostra Patrona saranno celebrati il prossimo 14 novembre, per la ricorrenza della traslazione delle spoglie.
Nino De Maria