Festa di Santa Venera / Il busto della Patrona a Santa Maria La Scala attraverso le Chiazzette, un percorso di devozione, fede e sacrificio

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Il busto di Santa Venera portato a spalla lungo le Chiazzette

Ecco quello che abbiamo rischiato di perderci! Se fosse stata mantenuta la sospensione dei festeggiamenti esterni di Santa Venera, come era stato deciso in un primo momento sotto la spinta dell’onda emotiva determinata dall’incidente di sabato 8 luglio in Cattedrale, il busto della Santa Patrona non sarebbe stato portato a spalla a Santa Maria La Scala.

Il busto di Santa Venera portato a spalla lungo le Chiazzette

È stato un evento eccezionale, memorabile, che forse non era mai avvenuto prima, nel corso dei secoli. È stata una cosa bellissima vedere l’effigie della nostra Santa Patrona imboccare la via Romeo e poi andare giù per le Chiazzette, immettendosi nell’antica via del mare, quel percorso che nel Seicento e nel Settecento – ed anche oltre, in tempi più recenti – percorrevano quotidianamente pescatori, marinai, commercianti, lavandaie, gente del popolo che si serviva di quella che era la strada più breve per raggiungere il mare ed il porticciolo di Santa Maria La Scala, il più vicino al centro abitato. Era allora un luogo importante, ed è tornato ad esserlo in questo caldo sabato d’estate, in questo 22 luglio che precede di pochi giorni la festa della Vergine Martire nostra concittadina e Patrona. La accompagnavano i parroci delle due comunità della Cattedrale e di Santa Maria La Scala, i devoti, il Circolo Santa Venera, la banda, il Sindaco con la fascia tricolore, la deputazione della Reale Cappella e tanta gente, quel popolo di Dio devoto alla Santa Patrona ma anche molto legato alla propria città ed ai suoi simboli.

È stato un percorso di affetto, di devozione, di fede, e pure di sacrificio, per affrontare quel sentiero non più agevole – specie per le persone anziane e per i cittadini moderni non più abituati a camminare a piedi come una volta – ed in più col caldo umido che opprimeva. Sembrava una scena d’altri tempi, con la gente affacciata a guardare e salutare dalla Fortezza del Tocco e dalle murate di contenimento delle varie rampe, davanti ad uno splendido mare azzurro.

Il borgo di Santa Maria La Scala al tramonto

L’arrivo a Santa Maria La Scala è stato un trionfo di folla, così come la processione sul lungomare fino alla zona del Mulino, dove è stata celebrata la santa messa, e dove si è creato un connubio tra la comunità di Santa Maria La Scala e quella di Acireale, tra il mare e la Timpa, tra la Santa patrona della città (e quindi anche delle sue frazioni) e la Madonna della Scala del Paradiso, celeste protettrice della borgata. Tutte queste cose ha sottolineato don Francesco Mazzoli, parroco della comunità locale, evidenziando pure che i portatori del fercolo di Santa Venera erano una volta gli scaloti – e lo sono in parte ancora oggi –, pescatori e marinai che non mancavano di prestare il loro servizio in occasione dei solenni festeggiamenti. Pescatori e marinai che don Francesco ha pure ricordato fra gli assenti impossibilitati a partecipare alla cerimonia perché si trovano fuori a pescare, in Sardegna, in Grecia e in altre località del Mediterraneo; così come ha inoltre ricordato, nella preghiera per i defunti, i tanti pescatori e marinai deceduti (qualcuno pure in mare). Faceva da sfondo – evidenziandosi sempre più mentre calava la sera – il borgo di Santa Maria La Scala inerpicato sulle pendici della Timpa, simile, con le sue luci soffuse, ad un artistico presepe.

Il busto argenteo di Santa Venera è stato quindi portato nella chiesa parrocchiale, dove resterà esposto alla venerazione dei fedeli per tutta la notte e per la giornata domenicale, dopo di che sarà riportato nella basilica Cattedrale, facendo a ritroso lo stesso percorso delle Chiazzette. Quello stesso percorso che abbiamo rifatto noi per tornare in città, a notte fonda e sotto la luce delle stelle, convinti che tanti altri avrebbero fatto altrettanto. Ma invece alla fine ci siamo ritrovati solo io e mia moglie, che ci siamo comunque goduti il panorama notturno di Santa Maria La Scala e della costa jonica dall’alto.

Nino De Maria

 

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