Si apre in bellezza l’anno sociale 2014/2015 della Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) di Acireale: alla serata inaugurale era presente la dott.ssa Anna Lamarca, presidente nazionale dell’associazione da due anni. La presidente della sezione di Acireale, Vera Pulvirenti, ha introdotto la serata sottolineando il motivo della presenza del presidente Lamarca, ovvero la coincidenza fra una richiesta da lei fatta per tempo e l’intenzione del presidente nazionale di visitare alcuni distretti della Sezione siciliana.
Con la presidente nazionale Lamarca, ad Acireale dopo vent’anni dall’ultima visita dei suoi predecessori, cerchiamo di conoscere meglio questa associazione femminile.
Dottoressa Lamarca, per lei, cos’è la Fidapa?
“La Fidapa tende ad aiutare e sostenere le donne per inserirle nel mondo del lavoro, dell’arte, delle professioni e degli affari. Per me è un impegno civile che, nell’attuarlo, mi fa sentire una buona cittadina e dopo una donna. Obbiettivo dell’associazione è dar vita ad un’unica forza e convogliare il pensiero femminile verso altri problemi, ma è difficile unire tante menti. Io, in quanto Presidente nazionale, sono la rappresentante legale dell’associazione. Ho il compito di sorvegliare e di proporre una politica associativa, insieme alla proposta di alcune iniziative che si decidono in Consiglio nazionale”
La cosa più bella fatta dalla Fidapa qual è, secondo lei?
“La cosa più bella, io credo, sia il messaggio che la Fidapa ha trasmesso alle donne fin dal suo nascere. Le donne hanno imparato quant’è importante stare insieme, questo l’unico modo per far valere alcune istanze e promuovere la loro figura attraverso l’acquisizione di una fiducia reciproca, così il loro diventa un percorso di emancipazione e promozione”.
Durante la serata inaugurale del nuovo anno associativo la dott.ssa Pulvirenti ha detto “molto è stato fatto, ma molto c’è da fare”, cosa si deve ancora fare?
“Le donne se la stanno cavando benissimo, non c’è bisogno di combattere per le donne. Gli uomini hanno capito che le donne sono uguali a loro, per certi aspetti sono anche più brave in taluni lavori, e sono capaci di concepire un progetto con dei fini buoni per tutti. Un esempio è la presenza massiccia di donne nella Cri (Croce Rossa Italiana). La presenza delle donne, in ogni ambito della vita sociale, tende a smorzare gli aspetti aggressivi degli uomini. Noi donne riusciremo a migliorare la vita economica e a dare un colpo di finanza ristrutturando l’economia, un’economia che diverrà sana”.
Qualora nascano dei problemi, cosa fate per risolverli?
“La Fidapa, quando si tratta di grandi temi che colpiscono due o più territori, fa pressione sugli organi preposti e a lettrici, elettrici, a più donne possibili, influenzando quanto più si può il territorio per il bene comune”.
Qual è il suo ideale di donna?
“Vedo dei modelli in molte donne. Ma ammiro molto Claudia Motta, la prima donna che, venticinque anni fa circa, è entrata a far parte della giunta della Confindustria a cui ha aperto la strada per la sua puntualità, precisione e preparazione. La prova, per questa donna, di aver ricoperto questo importante ruolo non senza meriti, è l’apprezzamento da parte degli uomini”.
A suo avviso, il ruolo della donna, oggi, è equiparato a quello degli uomini?
“Non ancora del tutto. Ma la colpa è anche nostra, noi donne siamo uguali agli uomini solo davanti a certe cose: davanti alla legge per esempio, ma non davanti al lavoro. Le pari opportunità sono state conquistate, ma non l’uguaglianza per la parità salariale e per il diritto di poter far fare alle donne anche lavori fin ora solo maschili, ed i tempi sono maturi per fare questo passo”.
Ileana Bella
Molto interessante
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