La “grande bellezza” di Firenze è stata scelta dai nostri Vescovi, per fare da sfondo al Convegno Nazionale della Chiesa Italiana, che si celebrerà dal 9 al 13 novembre 2015 e avrà come titolo “In Gesù Cristo, un nuovo umanesimo”.
E’ questo il quinto appuntamento nazionale della Chiesa Italiana, che, con una cadenza quasi decennale , ha convocato i delegati di tutte le Diocesi in una unica città , per riflettere su questioni , che avevano come motivo conduttore una unica domanda: come annunciare il Vangelo di Gesù all’uomo contemporaneo? Dopo il Concilio Vaticano II, si sono celebrati , nell’ordine, quattro Convegni Nazionali , in altrettante città : Roma (Evangelizzazione e promozione umana, 1976), Loreto ( Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini, 1985), Palermo (Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia,1995), Verona (Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo, 2006).
Adesso è la volta di Firenze , e vice-presidente del Comitato Preparatorio , costituito da cinque Vescovi , è proprio il nostro pastore, monsignor Antonino Raspanti, che ricopre anche il ruolo di vescovo incaricato per l’Italia meridionale. Monsignor Raspanti , nei numerosi incontri tenuti a partire dal novembre 2013, nella nostra Diocesi ed anche altrove , ha presentato le fasi preparatorie del Convegno , che hanno già prodotto un piccolo documento- lettera, “Invito al Convegno” , una novità nella storia dei Convegni precedenti .I nostri Vescovi , infatti, prima di avviare il lavoro di preparazione con gli “esperti”, hanno scelto di ascoltare la “base” , attraverso gli organismi rappresentativi di ogni diocesi (consiglio presbiterale, consiglio pastorale, aggregazioni laicali), per comprendere meglio fatiche e risorse delle comunità cristiane, all’inizio di questo terzo millennio.
Nell’Invito, i Vescovi prendono atto della crisi antropologica che la nostra epoca attraversa: non esiste una unica visione dell’uomo e dell’ “umano”, e sembra impossibile trovare un principio che renda possibile una nuova sintesi in tal senso. Dio, poi, appare un pericoloso “concorrente” alla felicità dell’uomo, per cui fare spazio a Lui significherebbe una perdita per la libertà, l’autonomia, la realizzazione dell’essere umano. Ma, ribadiscono i Vescovi nell’ INVITO, “l’uomo proviene dall’Intimo di Dio; anzi, è impastato di Dio. È Lui che ci permette di diventare consapevoli delle nostre migliori e più nobili possibilità, della nostra dignità, della nostra altissima vocazione. (…) Ogni volta che lo dimentichiamo, soprattutto nell’esperienza amara del peccato, impoveriamo noi stessi”.
Inoltre, nel documento, vengono poste domande precise: come e dove avviene l’incontro con Cristo, oggi, nei nostri territori di antica tradizione cristiana? Quali sono le difficoltà maggiori nel credere e nell’educare a credere? Chiedono , inoltre, che ogni Diocesi segnali una esperienza positiva avvenuta al suo interno, un nodo problematico e le vie attuate per superarlo.
Sono domande molto complesse, alle quali stiamo cercando di rispondere, attivando percorsi di riflessione all’interno del Consiglio pastorale, di quello presbiterale e nella Consulta delle Aggregazioni laicali. Le difficoltà che emergono sono molte, ma è anche vero che, proprio nella nostra Diocesi, numerose sono le esperienze che testimoniano come la fede in Gesù può “umanizzare” il nostro vivere, rendere più autentici e solidali gli spazi della nostra esistenza ed aprirli alla gioia e alla speranza.
Barbara Sgroi