Analizziamo il quadro di immigrazione ed emigrazione in Sicilia grazie ai dati Istat del 2020-2021. Durante gli ultimi anni segnati dalla pandemia, le migrazioni all’interno e all’esterno del Paese non si sono fermate. Anche se con qualche difficoltà dovute alle restrizioni alla mobilità per combattere il virus. La Sicilia è nota per essere un luogo di sbarco per molti migranti. Ma i flussi migratori non coinvolgono solo l’immigrazione di stranieri. Dobbiamo guardare anche alle emigrazioni dei siciliani all’estero e nelle varie regioni d’Italia.
La situazione dell’immigrazione in Sicilia
In generale, già a partire dal 2020 a causa della pandemia, sono crollati gli ingressi di cittadini non comunitari in Italia. In quell’anno sono stati rilasciati circa 106.500 nuovi permessi di soggiorno a cittadini non comunitari: il numero più basso degli ultimi 10 anni.
Gli stranieri residenti sull’Isola al 1° gennaio 2021 sono 186.195 e rappresentano il 3,9% della popolazione residente. Quella rumena è la comunità straniera più numerosa (con il 24,8% di tutti gli stranieri presenti sul territorio), seguita dalla Tunisia e dal Marocco. Per quanto riguarda invece la distribuzione della popolazione straniera per area: Palermo è al primo posto con 34.786 immigrati, che coincide con il 18,7% del totale e all’ultimo posto troviamo Enna con soli 3.714 immigrati (solo il 2,0% del totale).
Immigrazione ed emigrazione in Sicilia / Aumentano gli stranieri che acquistano la cittadinanza italiana
Anche se la Sicilia è nota per rappresentare una porta di ingresso per molti migranti: la loro presenza si concentra maggiormente nel Centro-nord. Infatti, secondo i dati Istat sui cittadini non comunitari in Italia, solo il 14% dei permessi è stato rilasciato o rinnovato nel Mezzogiorno. È stato riscontrato, però, che negli ultimi anni sono aumentate le acquisizioni di cittadinanza. Per gli stranieri comunitari e non, ci sono vari modi per acquisire la cittadinanza italiana. Tra questi ci sono: l’acquisizione per residenza (se si risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio italiano), per matrimonio, per trasmissione dai genitori e infine l’elezione di cittadinanza. Quest’ultima modalità è concessa agli stranieri nati in Italia, che hanno risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età. Chi detiene questi requisiti può fare richiesta per acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dal compimento dei 18 anni.
Immigrazione ed emigrazione in Sicilia / Tra mobilità interna e l’estero
L’immigrazione straniera, però, non è ovviamente l’unica forma di mobilità sociale che il territorio siciliano sta vivendo. Negli anni più recenti, la sovra-esposizione mediatica l’ha resa uno degli argomenti più discussi e temuti, in quanto narrata spesso come una vera e propria invasione. Non dobbiamo dimenticarci degli spostamenti inter ed intra regionali e soprattutto l’emigrazione verso l’estero.
In tutta Italia, nel 2020 le emigrazioni sono state poco meno di 160mila. L’impatto della pandemia sui flussi in uscita dal Paese è riconducibile all’effetto diretto delle restrizioni alla mobilità internazionale, attuate per contrastare la diffusione del virus. Il flusso degli italiani verso i principali paesi dell’Ue si mantiene consistente ma si riducono molto i flussi con destinazione extra-europea. Mentre la mobilità interna ha riguardato 1 milione 334mila trasferimenti. La Sicilia,secondo il rapporto dell’Istat sulle migrazioni, è la seconda regione d’Italia, dopo la Campania, per perdita di popolazione. Nell’Isola le cancellazioni anagrafiche rappresentano il 24% del totale del Mezzogiorno. La regione verso cui si dirigono prevalentemente questi flussi è la Lombardia (quasi il 27% delle migrazioni), ma anche l’Emilia Romagna è una delle regioni che attrae di più (ad ogni 1.000 residenti nel Centro-nord corrispondono 4 trasferimenti dal Sud Italia).
Immigrazione ed emigrazione / Non si fermano neanche con la pandemia
Tra gli italiani espatriati, circa la metà hanno una laurea o un titolo superiore alla laurea. Nonostante le limitazioni imposte agli spostamenti durante le varie fasi della pandemia, non si arresta la fuga delle giovani risorse qualificate verso l’estero. Lo stesso problema è riscontrabile nei movimenti all’interno dell’Italia. I saldi migratori interni evidenziano la perdita o il guadagno di popolazione dovuti ai trasferimenti di residenza da una regione all’altra. In generale, le regioni del Centro-nord mostrano saldi netti positivi o prossimi allo zero; viceversa, quelle del Mezzogiorno riscontrano tutte perdite nette di popolazione.
La Sicilia rischia a causa dell’emigrazione dei giovani
Le consistenti migrazioni interne del secolo scorso hanno avuto come effetto una progressiva redistribuzione della popolazione. Negli ultimi 10 anni sono stati circa 1 milione 139mila i movimenti in uscita dal Sud e dalle Isole verso il Centro-nord e circa 612mila quelli sulla rotta inversa. Gli emigrati meridionali sono prevalentemente giovani in età attiva (tra i 25 e i 34 anni) e quasi il 40% è in possesso di una laurea. Gli espatri di giovani laureati sono sempre stati quantitativamente superiori ai rimpatri e hanno prodotto un bilancio negativo tra uscite ed entrate. Vengono cedute risorse qualificate senza riceverne altrettante, compromettendo così le possibilità di sviluppo del Sud Italia.
Pia Huang