In occasione della riapertura di Villa Niscemi a Palermo, chiusa dal 2022 per la presenza di legionella, è stata inaugurata una mostra dedicata agli scatti di Nicola Scafidi.
Tra i numerosi eventi in programma è possibile visitare, presso la Galleria Nicola Scafidi, ubicata all’interno della sede di rappresentanza del Comune, la mostra fotografica “Set Cinematografici 1960/70 scatti di Nicola Scafidi”. La mostra è già stata presentata a Roma, lo scorso novembre, nella splendida cornice della Casa del Cinema a Villa Borghese. Qui ha visto la presenza di copiosi visitatori.
La mostra è correlata ad un catalogo fotografico reperibile presso le librerie e negli store online. Gli scatti dello storico artista siciliano raccontano l’evoluzione sociale e storica della Sicilia con l’occhio critico di una fotografia giornalistica che diviene denuncia e memoria.
Nicola Scafidi assurge, mediante i suoi scatti, al ruolo di reporter storico che non si limita a riprodurre immagini ma che scandaglia l’attimo per consegnarlo all’ eternità. La macchina fotografica si tramuta in mezzo d’analisi del presente in una ricerca attuata attraverso l’ utilizzo di criteri tanto differenti quanto conformi a un sentire mai demagogico o propagandistico di una realtà ultima, ma che si traduce nella consegna di un click che travalica le credenze e le tendenze del momento.
La mostra come mezzo di cultura
“La mostra – si legge in una nota del Comune – deve essere intesa come un mezzo di cultura, tramite il quale far conoscere l’importanza di un’epoca passata, in cui i valori legati all’onore e al rispetto erano ben codificati. Questi concetti servono al vasto pubblico per avvicinarlo al concetto di cambiamento sociale, che oggi più che mai è in continua evoluzione. Anche se molto probabilmente come disse il Principe Fabrizio Salina al nipote Tancredi: ‘Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.
L’obiettivo primario è proprio quello di fare riflettere lo spettatore, di creare un dialogo tra le immagini e l’osservatore. Si è pensato ad un allestimento che sia in grado di comunicare e di raggiungere i suoi obiettivi nei confronti di segmenti di utenza piuttosto eterogenei. L’esposizione prevede come capofila, visto il suo particolare pregio, ‘Il Gattopardo’ con Claudia Cardinale, Alain Delon, Burt Lancaster, del regista Visconti.
A seguire ‘Vulcano’ con Anna Magnani, regia di William Dieterle, e poi: ‘Viva l’Italia’ con Paolo Stoppa e Giovanna Ralli, regia di Roberto Rossellini. Il “mafioso” con Alberto Sordi regia di Alberto Lattuada; “Salvatore Giuliano”, regia di Francesco Rosi. “Il viaggio” con Sophia Loren regia di Vittorio De Sica; “Il Giorno della Civetta” con Claudia Cardinale e Franco Nero, regia di Damiano Damiani. “Il caso Mattei” con Gian Maria Volonté, regia di Francesco Rosi; “I racconti di Canterbury” vari attori internazionali, regia di Pierpaolo Pasolini.
“‘Baciamo le mani” con Agostina Belli , regia di Vittorio Schiraldi; “Lucky Luciano” con Gian Maria Volontè, regia di Francesco Rosi e “Il picciotto” con Michele Placido, Stefano Satta Flores, regia di Alberto Negrin.
35 scatti inediti nella mostra sui set cinematografici di Nicola Scafidi
Il progetto prevede 35 scatti inediti in bianco e nero che seguono un percorso temporale. Dal 2015, ogni anno, la figlia Angela ricorda il padre con una mostra, sempre con scatti per lo più inediti con tematiche che raccontano una Sicilia dai colori e dai sapori simili ai nostri giorni, ma molto lontana per “modo di pensare”. Ultima mostra organizzata a Palermo, a Villa Niscemi presso la Galleria, intitolata a lui, “IL Gattopardo 1959-2019″ ha goduto di grande successo. Purtoppo è arrivata la pandemia ad interromperla.
Gli scatti sul Gattopardo, oltre che a Palermo, sono stati esposti a Roma presso la “Casa del Cinema” a Villa Borghese. Così come a Bagheria a Palazzo Cutò, oggi sede del sindaco e della Giunta comunale. La mostra è donata all’Amministrazione comunale e alla cittadinanza dalla curatrice, Angela Scafidi. Figlia del noto fotografo Nicola Scafidi, in qualità di erede della famiglia che opera nel campo fotografico dal 1925, possiede oltre 300 mila negativi appartenuti sia al nonno Giusto che al padre Nicola.
Rita Vinciguerra