Riportiamo le riflessioni del prof. Francesco Pira in merito alle parole di Papa Francesco sulla comunicazione. Dobbiamo ascoltare la voce di Papa Francesco e realizzare il suo sogno. “Una comunicazione che metta al centro la relazione con il prossimo” e dia spazio ad una “cultura di pace”, supportata da “parole giuste per costruire una civiltà migliore”.
Oggi, si parla tantissimo di comunicazione sociale e riuscire a definirla significa dare spazio a tanti temi importanti. Dall’ambiente alla cooperazione internazionale, dall’esclusione sociale ai diritti umani, dai servizi sociali alla sanità. Nel corso del tempo, la comunicazione sociale è cambiata in ambito socio-mediale, tecnologico, culturale, economico.
Francesco Pira: sviluppo della comunicazione
L’inizio del dibattito sulla comunicazione di pubblica utilità è da far risalire ai primi anni Ottanta. Lo sviluppo del servizio radiotelevisivo che anticipò, in qualche modo, quello successivo sulla comunicazione dell’istituzione pubblica. Come è noto, ci fu inoltre in quel periodo uno sviluppo e un aumento delle tipologie dei canali di comunicazione commerciali. Quest’ultimo incrementò in modo significativo l’offerta e di conseguenza la domanda. Inoltre si rafforzò il clima politico e culturale, molto diverso da quello degli anni Settanta. Quest’ultimo, caratterizzato dal riconoscimento della positività del ruolo del sistema delle imprese e dall’emergere di una maggiore attenzione socio-culturale incentrata sull’individuo.
A partire dalla fine degli anni Ottanta le istituzioni hanno cominciato a sviluppare una vera e propria attenzione alla comunicazione sociale.
Le leggi per il diritto all’accesso all’informazione dei cittadini, la 142/1990 e la 241/1990 avviarono un processo di modernizzazione della pubblica amministrazione in materia di comunicazione che si concluse con la legge 150/2000. Si diede inizio ad una vasta attività di comunicazione da parte del pubblico servizio, comunicazione incentrata in moltissimi casi su tematiche sociali.
Comunicazione / Francesco Pira: il web e i media sociali
Negli anni è cambiato anche il modo di interpretare il giornalismo. Il web e i media sociali hanno trasformato il ruolo dell’informazione. Gli italiani trascorrono il loro tempo in rete grazie ai loro smartphone e leggono buona parte delle notizie sui social network. Uno dei rapporti del Censis dimostra come la rapidità d’accesso, la flessibilità nell’impiego dei mezzi, la connessione alle reti globali, l’abbattimento delle barriere di spazio e tempo, la personalizzazione dei palinsesti sono entrati nella vita quotidiana della maggior parte degli italiani.
I media hanno favorito la comunicazione ma hanno anche acuito i fenomeni di disintermediazione e delle fake news. I social network nascono per tentare di far comunicare e interagire le persone. A preoccupare sono le notizie false che circolano velocemente. Il giornalismo attraversa oggi una profonda crisi resa più evidente dalla presenza dei social network. Si indebolisce ulteriormente il ruolo di mediazione e contribuendo alla proliferazione di processi distorsivi di rappresentazione della realtà.
La formazione di reti sociali sul web, che si alimentano e trovano una loro dimensione all’interno di contesti di mobilitazione, rappresenta uno di quegli elementi che stanno contribuendo a minare la relazione tra media e opinione pubblica. Così come sta avvenendo per la politica e le istituzioni nel loro complesso.
Le parole di Papa Francesco
A parlare di informazione distorta ci ha pensato anche Papa Francesco che ha invocato in diverse occasioni un’informazione corretta e precisa e ha dichiarato: “Se noi prendiamo i mezzi di comunicazione di oggi – ha detto Bergoglio – manca pulizia, manca onestà, manca completezza. La disinformazione è all’ordine del giorno: si dice una cosa ma se ne nascondono tante altre”. La comunicazione deve essere lontana dalle falsità ed essere diretta all’animo della gente e quest’anno, durante la 57ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, Papa Francesco ha lanciato un messaggio importantissimo: “Nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo è urgente affermare una comunicazione non ostile. Abbiamo bisogno di comunicatori coinvolti nel favorire un disarmo integrale e impegnati a smontare la psicosi bellica che si annida nei nostri cuori”.
La comunicazione viaggia “da cuore a cuore”
Un momento storico difficilissimo in cui è necessario “parlare con il cuore” e dialogare “da cuore a cuore”. Uno degli esempi migliori è rappresentato da San Francesco di Sales, Dottore della Chiesa, a cui il Papa ha dedicato la Lettera Apostolica “Totum amoris est”. Il Pontefice ha ricordato che parlare con il cuore vuol dire “partecipare alle gioie e alle paure, alle speranze e alle sofferenze delle donne e degli uomini del nostro tempo”. E ha aggiunto che oggi stiamo vivendo un momento “così propenso all’indifferenza e all’indignazione, a volte anche sulla base della disinformazione, che falsifica e strumentalizza la verità”.
I cristiani dovrebbero mettere in pratica la dolcezza e compiere opere buone nei confronti degli altri, tentando di toccare anche i “cuori più induriti”.Un appello a quanti si occupano di media, perché la comunicazione non generi rabbia ed esasperazione tra le persone.I giornalisti seguano l’esempio di San Francesco di Sales perché, ha detto Papa Francesco,“il suo atteggiamento mite, la sua umanità, la disposizione a dialogare pazientemente con tutti e specialmente con chi lo contrastava lo resero un testimone straordinario dell’amore misericordioso di Dio”.
Costruire una civiltà migliore
Internet e i social dunque possono essere una risorsa. Le ricerche, però, mostrano la contrapposizione tra opportunità e rischio, tra educazione, fragilizzazione della morale individuale ed il prevalere di un ambiente relazionale. Quest’ultimo concepito come un cerchio chiuso che lascia fuori coloro che non la pensano come noi. Appare come conseguenza di quel processo di frammentazione del racconto che è anche frammentazione del nostro vivere. Allora, dobbiamo ascoltare la voce di Papa Francesco e realizzare il suo sogno: “una comunicazione che metta al centro la relazione con il prossimo” e dia spazio ad una “cultura di pace”, supportata da “parole giuste per costruire una civiltà migliore”.
Francesco Pira
Delegato del Rettore alla Comunicazione all’Università di Messina, dove insegnacomunicazione e giornalismo ed è coordinatore didattico del master in social media manager del Dipartimento di Civiltà antiche e moderne.