Sono stato compagno di classe di Franco Battiato negli anni del Liceo allo Scientifico di Acireale, pur essendo lui di Riposto come altri ex compagni. La mia è una testimonianza di chi l’ha conosciuto sotto altri aspetti, diversi da quelli culturali e di artista quale egli era e rimane. Lui, insieme con Dino Longo, morto lo scorso anno, era seduto nel banco dietro al mio che condividevo con Nando Romano di Giarre. Tranquillo durante le lezioni, nell’intervallo della ricreazione stava quasi sempre con Dino a fare musica battendo le mani sul proprio banco. Si muoveva con ritmo e nel frattempo cantava.
Battiato / Così lo ricorda un ex compagno di classe
Sembrava a quei tempi che Dino dovesse sfondare nel mondo musicale, invece è Franco che seguendo suo fratello Michele a Milano ha svelato tutta la sua interiore esplosiva vitalità di grande artista. Vitalità che teneva nascosta, almeno nell’ambito scolastico, con la sua riservatezza.
Anche se, nei giorni del carnevale acese, su un carro allegorico fu protagonista suonando e cantando musica jazz. Questo comportamento non venne condiviso dal nostro ex professore di matematica, Mario Caldarera, che in classe lo punzecchiava. “Ora tu Battiato, con la tua musica jazz e i tuoi balli, che vuoi dimostrare?!”
Un ex compagno trattato da amico
Diverse volte, dopo la maturità, ci siamo incontrati nelle occasioni in cui tornava in Sicilia. Anche a casa sua a Milo, sia a pranzo, in pochi nel salone dove ci accoglieva con sua madre. Gli si portavano dei dolci preparati da Rosa Belintente, chiamate da lui Rose di Rosa. Li riceveva con golosità, tanto è vero che mai aprì il vassoio per condividerli con noi, ma li conservava per mangiarli tutti da solo. Cordiale e affettuoso con noi, nessuna superbia per il grande successo ottenuto, e quando poteva ci invitava anche nella sua casa di Catania.
Nella villa di Milo, al Praino, ci faceva vedere gli angoli remoti, anche la sua cappella dove meditava in mezzo al bosco. Spesso è venuto al Liceo scientifico come pure agli incontri dell’Associazione culturale ex alunni “Archimede”. Cordiale e sorridente, scherzoso e di compagnia, al 25° anno di maturità è con tutti noi a festeggiare. Sportivo, bravo a giocare a pallone, come si vede nella foto studentesca, atletico e ben deciso.
Anni fa, dopo una sua rappresentazione al teatro Bellini di Catania, siamo andati a trovarlo: ricordo la sua contentezza per essere stati lì ad applaudirlo.
Franco, uomo semplice e spontaneo
Tanti altri sono i ricordi che si affollano nella mente. Anni fa, al ritorno da una gita scolastica con una mia classe, all’aeroporto di Roma mi sento chiamare a distanza: “Liddu, Liddu”. Mi volto ed era Franco che, accortosi di me, mi salutava. Ritornava anche lui a Catania con lo stesso aereo e siamo stati un bel po’ a chiacchierare con gli alunni che subito l’attorniarono. Questo era l’uomo, spontaneo e profondo, che si poneva con semplicità e naturalezza. Mi rimane l’amarezza di non averlo potuto rivedere un’ultima volta. Proprio sabato primo maggio, essendo andato a Milo, mi sono recato a casa sua per salutarlo.
Al citofono mi risponde una voce di donna che gentilmente mi dice di aspettare per avere una risposta. Quando ritorna mi avvisa che Franco stava ancora dormendo ma mi invita a tornare verso mezzogiorno o qualche giorno dopo sul tardi. Purtroppo non ho aspettato, e quando con altri quattro ex compagni avevamo programmato di raggiungerlo a casa, era troppo tardi. Mi dispiace moltissimo, abbiamo sperimentato che non siamo noi a gestire il tempo. Un abbraccio, caro amico mio e nostro: sei stato e resti sempre un Grande.
Arcangelo (Liddu)Blanco
ex compagno di classe