Le arti visive che maggiormente hanno caratterizzato la cultura popolare moderna sono cinema e fumetti, il cui denominatore comune è rappresentato dalla narrazione per immagini sequenziali.
“Dalla carta alla pellicola. Storia dei cinecomic internazionali” di Riccardo Renda (Algra Editore) è il racconto della relazione tra queste due arti, osservata tramite la trasposizione di fumetti in film con attori in carne ed ossa.
Il volume, che si avvale della prefazione di Alfredo Castelli (un mito per chi sa di fumetti) è stato presentato per la prima volta a Palazzo Vigo di Torre Archirafi. Alla serata, condotta da Marco Grasso nell’ambito della manifestazione Riposto Book Fest, ha partecipato un folto pubblico.
Sono intervenuti noti appassionati fumettofili, tra i quali il presidente de “Il Tempio della Nona Arte” Tindaro Guadagnini, Enzo Di Maria ed altri Bonelliani Siculi, i ragazzi di Mad Collector.
Dell’opera parliamo direttamente con Renda
Riccardo, ogni lettore di fumetti desidera che i protagonisti degli albi di cui legge le avventure possano diventare reali. Il cinema ha reso possibile questo sogno straordinario. Eppure, anche se consapevoli che si tratti di una finzione, quest’inganno fatto di celluloide ed effetti speciali non finisce mai di sbalordire, come fossimo bambini…
“L’approccio da lettore probabilmente non è quello più idoneo -afferma Renda- poiché l’appassionato nutre nei riguardi delle trasposizioni delle aspettative elevate. E non di rado lo conducono a giudizi severi e poco indulgenti, spesso ingiustamente.
Fumetto e cinema, infatti, sono due linguaggi differenti ed è palese che l’adattare l’uno all’altro comporti l’adozione di compromessi. Soprattutto quando un personaggio di carta può vantare un’evoluzione e una maturazione pluriennale che non è agevole ridurre al paio d’ore della versione cinematografica. Se non a patto di modifiche e revisioni dei canoni consolidati che creano malumori ai fan più oltranzisti. Ambito in cui, purtroppo, è difficile sottrarsi ai due estremi per i quali la fedeltà di un adattamento cinematografico è indice di mancanza di personalità. Viceversa provare nuove strade espone all’accusa di ‘blasfemia’”.
Eppure assumere il punto di vista fumettistico è un atto necessario…
“Certamente. In primo luogo, poiché va tenuto in debito conto di come il mondo delle ‘nuvole parlanti’ sia pur sempre il punto di partenza e di ispirazione di tale genere. Secondariamente, perché il legame affettivo che unisce ogni lettore alle versioni cinematografiche o televisive si innesta sempre sulle emozioni dettate dalla lettura degli albi.
L’incanto che lega il cinema al mondo dei fumetti è racchiuso nello stupore di accorgersi che l’incredibile diviene visibile. Entriamo nel buio di una sala fantastica all’interno della quale tutto può diventare reale, anche l’impossibile. Nel senso di meraviglia, sospeso fra sogno e realtà, che suscita il magico passaggio dalla carta alla tridimensionalità”.
L’impronta dello stupore, del sense of wonder…
“Anche se il tempo ci obbliga a maturare e un progresso inarrestabile ci ha assuefatti alla realizzazione delle fantasie, quello stupore è ostinatamente vitale, sempre pronto a sorprenderci come se non fossimo mai cresciuti. Con la stessa ingenuità. Oggi più di ieri, grazie ai progressi della tecnica con i quali i personaggi dei fumetti sono divenuti più che veri. Ivi incluse le loro facoltà ai limiti del fantastico e le avventure stupefacenti in cui sono coinvolti.
Sul grande schermo, ormai, gli eroi possono credibilmente volare, trasformarsi in giganti verdi, sollevare auto con la forza delle braccia, combattere alieni. E altro ancora senza limiti se non quelli imposti dalla fantasia”.
Quant’è importante mantenere da adulti il desiderio di avventura e fantasia?
“La sete di avventura e fantasia è antica quanto l’uomo e confido che negli anni a venire possa costituire ancora un valido stimolo per quella curiosità che funge da motore per animare la ricerca di nuovi orizzonti cui si affidano le emozioni.
Quelle stesse sensazioni che si spera di suscitare nei lettori di questa panoramica da me scritta su uno dei generi cinematografici più influenti degli ultimi anni. Magari inducendoli a riprendere fra le mani un albo a fumetti perso fra i ricordi. O recuperare qualche film da cui si è incuriositi, rinnovando quella magia che da oltre un secolo ha reso vitali i nostri sogni”.
E non è tutto: tra qualche mese uscirà un nuovo lavoro di Renda, dedicato ai film tratti da personaggi dei fumetti italiani. Per la gioia di fumettofili e cinefili.
Mario Vitale