Genea-logico è la mostra collettiva che sta ospitando il Meraviglia Studio di Acireale dal 26 maggio all’11 giugno prossimo. La mostra accoglie un’esposizione fotografica di sette artisti siciliani che raccontano il loro territorio con lo strumento della fotografia analogica.
In un’intervista, le due curatrici della mostra Miriam Musumeci e Giorgia Infanti, studentesse di Storia dell’arte presso la facoltà di Roma, hanno raccontato il percorso che le ha portate a concepire e realizzare quest’esposizione fotografica.
Come nasce l’idea della mostra Genea-logico?
Miriam – E’ un’idea che avevo in mente da tempo. Conoscendo molti fotografi acesi che lavorano con l’analogico, vedevo in loro la possibilità di realizzare una collettiva. Quando ho scoperto il Meraviglia Studio, ho capito che sarebbe stato quello il posto adatto per ospitare la mia idea, che è stata accolta con disponibilità dallo Studio. Lavorare con Giorgia è stato per me fondamentale per selezionare le opere degli artisti che già conoscevo, senza farmi influenzare da questo.
Giorgia – Miriam ha avuto l’idea della mostra ed è stata lei a propormi di partecipare col ruolo di curatrici. Una volta presi i contatti sia con gli artisti che con lo studio, abbiamo subito lavorato al progetto insieme.
Qual è il tema della mostra Genea-logico?
Il territorio non solo come paesaggio, ma come strumento di racconto che può essere letto anche nei piccoli dettagli: per ciascuno dei fotografi vi è una ricerca, seppur con linguaggi differenti, che punta a raccontare il profondo legame che nutre con il proprio territorio.
Giorgia, invece, com’è stato per te raccontare il territorio siciliano ?
L’ho trovato interessante soprattuto nella parte della scelta delle foto. Io sono friulana e quindi non conoscevo questi luoghi. Confrontandomi con Miriam ho notato il legame che lei aveva con alcuni dei posti fotografati: ho conosciuto questi luoghi prima tramite le foto ed in seguito personalmente ed è stato bello perché ho apprezzato ancora di più il taglio narrativo che ogni fotografo ha dato nei suoi scatti.
Trovate sia funzionale la scelta dell’analogico al racconto delle radici ? E trovate il trend generale sia quello di prediligere l’analogico al digitale ?
Miriam – Quello dell’analogico è un interesse che gli artisti hanno coltivato insieme e non per forza è stato funzionale per raccontare il territorio. Trovo che se la fotografia analogica non viene usata per mero discorso estetico, ma con uno studio dietro, possa offrire molto.
Giorgia – Credo sia una modalità di scatto più vera e che sta venendo molto più apprezzata tra i giovani. Esula dal foto ritocco e quindi è più concreta rispetto al digitale.
Feedback del pubblico ?
Siamo rimaste molto contente perché c’è stato un buon seguito, abbiamo avuto molte visite e la mostra è stata ben accolta sia dal pubblico che dalla stampa.
Progetti per il futuro ?
Miriam – Sì, ne ho assolutamente tanti, che spero di poter realizzare!
Giorgia – Anch’io tanti, tra cui poter continuare a lavorare su Genealogico !
Giulia Bella