GeoTrans / La rinascita di un’azienda confiscata alla mafia

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GeoTrans azienda mafia

L’azienda GeoTrans fu confiscata alla mafia ben 8 anni fa. Nota impresa di trasporti, era in origine della famiglia Santapaola-Ercolano ma, dopo il sequestro, finì in amministrazione giudiziaria. Oggi l’impresa catanese è finalmente passata in gestione alla ”Geotrans Coop’’, cooperativa costituita dagli ex dipendenti della società. ”Sono stati 8 anni difficili – spiega Luciano Modica, attuale presidente della cooperativa e precedente amministratore giudiziario – ma con tenacia e determinazione siamo arrivati ad un lieto fine’’. Un lieto fine sicuramente sudato negli anni ma divenuto un modello di speranza per un intero territorio e, forse, un Paese.

GeoTrans / L’azienda di trasporti confiscata al boss della mafia Ercolano

La GeoTrans S.r.l. fu sequestrata nel 2014 dopo due anni di indagini condotte dalla Direzione investigativa antimafia di Catania. Tutto ha avuto inizio dalle indagini sul mercato ortofrutticolo di Fondi, il quale era controllato dai clan dei Casalesi e dei Mallardo di Giuliano. In quel contesto fu individuata una collaborazione della GeoTrans per il trasporto dell’ortofrutta. È stata per molto tempo una delle più grandi aziende di trasporti del Sud Italia, in maniera quasi monopolistica, proprio grazie alla forza intimidatoria esercitata mafiosamente dagli Ercolano. L’azienda era formalmente intestata ai figli del boss Giuseppe Ercolano: Vincenzo e Cosima Palma. Morto nel 2012, due anni prima della confisca, Giuseppe era cognato del capomafia Benedetto detto “Nitto” Santapaola, esponente di spicco di Cosa Nostra.

Le difficoltà di GeoTrans dopo la confisca alla mafia 

Dal 2014 il commercialista catanese Luciano Modica è stato chiamato a gestire l’azienda confiscata. Negli anni successivi, quello che è stato un colosso del trasporto su gomma ha dovuto affrontare mille difficoltà. Molte aziende, con l’avvento di un amministratore giudiziario, avevano iniziato a tagliare drasticamente le commesse e in alcuni casi azzerandole del tutto. Era innegabile una certa ostilità da una parte significativa di clienti che avevano usufruito dei servizi dell’azienda negli anni precedenti alla confisca. Anche i potenziali clienti al Nord Italia, nonostante la decisione dell’impresa di abbassare i prezzi dei servizi per essere più competitivi, appena sapevano che si trattava di un’azienda confiscata, non erano più interessati.

GeoTrans / La legalità viaggia con le aziende confiscate alla mafia 

A guardare l’azienda con sospetto non erano solo le altre imprese, ma anche gli istituti di credito. Dopo il sequestro il primo problema di un’azienda diventa la liquidità ed è un punto critico per le aziende in amministrazione giudiziaria. A questa si somma la difficoltà di accesso al credito. Qualunque azienda sequestrata risulta per le banche ”non meritevole di affidamento’’ a prescindere dall’andamento degli affari. Manca la figura dell’imprenditore che metta una fideiussione e lo Stato non funge da garante. Ma grazie al supporto di Banca Popolare Etica, che fin dall’inizio ha sostenuto il percorso dell’azienda confiscata, è stata possibile una grande svolta. Che ha permesso GeoTrans di diventare la realtà solida che conosciamo oggi.

Addiopizzo mafia

Di fronte a tutti questi ostacoli, il personale, insieme all’amministratore giudiziario, si sono impegnati nella ricerca di nuova clientela. Rimanendo una realtà perfettamente competitiva e in regola. Grazie all’aiuto di Addiopizzo, GeoTrans decise di fare della propria condizione un punto di forza. Addiopizzo è un’associazione di volontariato che lotta, all’interno di un più ampio fronte antimafia, per promuovere un’economia libera dalla mafia. Dal 2015 GeoTrans è stata inserita nella lista ”Pizzo Free” e sui loro tir è presente lo slogan dell’associazione antiracket: ”La legalità viaggia con le aziende confiscate’’.

Il caso di GeoTrans / Perchè le aziende confiscate alla mafia falliscono?

Secondo uno studio di Transcrime, centro di ricerca dell’Università Cattolica di Milano e l’Università di Trento, l’85% delle imprese sottratte alla criminalità finisce per fallire. Lasciando alle loro spalle problemi di disoccupazione e costi per le casse pubbliche. Le vittime principali sono i lavoratori, i quali devono fare i conti prima con il boicottaggio dei vecchi proprietari durante la fase del sequestro. E poi con la lentezza delle pratiche burocratiche e della giustizia che possono durare anni. Anche per chi prova a costituire una cooperativa per rilevare l’attività d’impresa, molto spesso lo sbocco è quasi sempre la liquidazione della società.

Secondo gli autori dello studio, una delle cause è che “In molti casi le aziende mafiose non sono intrinsecamente competitive e quindi, una volta riportate sul mercato legale, faticano a sopravvivere“. Infatti, spesso queste imprese non nascono con finalità imprenditoriali, ma per utilità criminali come riciclare denaro o controllare il territorio. Restano sul mercato solo grazie a mezzi illegali: attraverso la corruzione e le intimidazioni ai danni della concorrenza, o l’impiego di lavoratori in nero e materiali di scarsa qualità. Fortunatamente (ma più che di fortuna si dovrebbe parlare di grandi sforzi) GeoTrans rientra tra il 15% delle aziende che sono riuscite a salvarsi.

GeoTrans oggi / La rinascita di un’azienda confiscata alla mafia

Geotrans azienda trasportiLa confisca definitiva avviene nel 2019 con la conferma della Cassazione e la condanna a 15 anni di Vincenzo Ercolano. Dopo questa è iniziata un’interlocuzione con l’ANBSC (Agenzia dei beni confiscati) per cercare di comprendere il futuro di questa realtà. Si è deciso di perseguire la strada della cessione ai lavoratori dei beni aziendali. Un percorso sulla carta semplice, ma in realtà molto complesso. Si dovrà aspettare il 25 febbraio 2022 affinché l’azienda sia ufficialmente affidata alla Geotrans Coop: una cooperativa costituita dagli ex dipendenti della società. Al momento la nuova cooperativa è composta da 25 dipendenti e 9 soci fondatori. Quello di GeoTrans è un magnifico esempio che può fare da modello in futuro per la gestione dei beni sottratti alla criminalità organizzata. È grazie alla tenacia e alla determinazione, soprattutto dei lavoratori, che è riuscita a rimanere in piedi e continuare ancora oggi ad operare, questa volta però, orgogliosamente nella legalità, guadagnandone inoltre in affidabilità e  competitività sul mercato.

Pia Huang

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