Giarre / La Cresima in carcere a 5 giovani: il bene si rinnova

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croce misericordia

Ancora una volta, a distanza di due anni, nel carcere di Giarre, il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, la mattina del 3 maggio, durante la Celebrazione Eucaristica, ha impartito la cresima a cinque giovani, che – nonostante la pandemia – si sono preparati fino a maturare il desiderio di ricevere il sacramento della fede, da adulti.

Non è questa la prima volta che succede, ma ogni volta, nel chiuso di quella struttura penitenziaria, benché i soggetti siano sempre diversi, si crea un calore di famiglia. Si vive un momento significativo che lascia un segno di speranza, si avverte un bisogno di novità, si rinnovano propositi di bene e ci si apre alla fiducia.

Cambiano le persone che organizzano, cambiano i soggetti destinatari, i dirigenti e il personale che vi lavora. Ma una cosa è certa, nell’angolo in cui viene allestito un altare, posta un’immagine sacra,  celebrato un rito sacro, le sbarre non fanno più paura. E il bene trova terreno fertile per riprodursi e portare i suoi buoni frutti.

La cresima a 5 giovani vicino alla Croce della Misericordia

La cerimonia si è svolta accanto all’altare abbellito da vasi in fiore e dalle rose che gli stessi ospiti coltivano nella piccola serra del campo attiguo. C’era anche il bel Crocifisso, che dall’8 aprile sta facendo il giro della nostra isola, in occasione della beatificazione del giudice Rosario Livatino.

Quella Croce, dipinta nella Casa Circondariale di Paliano (FR), denominata Croce della Misericordia, è stata benedetta da papa Francesco, il 14 settembre 2019. Nell’occasione in cui ricevette in udienza in Piazza San Pietro a Roma, il personale dell’Amministrazione Penitenziaria.
In essa sono rappresentati, insieme alla liberazione di Paolo e di Pietro dalla prigione – come raccontato negli Atti degli Apostoli – i Santi Protettori Basilide e Giuseppe Cafasso, le donne detenute con i loro bambini, i volontari. Ai piedi della croce tutto il popolo orante: detenuti condannati a morte, polizia e personale penitenziario, volontari.

Fiducia e speranza nelle parole del Vescovo

La chitarra e il canto dalla voce armoniosa di una giovane volontaria hanno accompagnato la celebrazione. Le parole del Vescovo hanno trasmesso a tutti i presenti sentimenti e auspici di fiducia e di speranza. Sprone a continuare nel cammino rieducativo e di libertà interiore, che è anche cammino che ognuno di noi deve fare nella vita per dirsi adulto.

Avvertiamo sentimenti di gratitudine verso ciascuno degli operatori, a partire dalla dott.ssa Milena Mormina, direttrice e dal comandante Sergio Bruno, al cappellano, don Paolo Giurato. A tutto il personale che ogni giorno si adopera per assicurare un clima di “benessere possibile” a ciascuno degli ospiti, ai volontari, agli insegnanti. Ma anche ai detenuti, che accolgono fiduciosi le direttive loro offerte e collaborano per mantenere uno stato di vita sereno e dignitoso.
Tutti insieme si cresce e la società migliora. Procediamo con fiducia reciproca, come ci suggerisce il Vescovo.

                                                                                                          Teresa Scaravilli

 

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