Giarre/ Il 9 maggio presentazione del libro “Padre Tiboni”di Filippo Ciantia

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Padre Tiboni

Un maggio ricco di eventi in occasione del tour di presentazioni in Sicilia del libro di Filippo Ciantia dal titolo “PADRE TIBONI – uno tra i più santi uomini che abbiamo” (Itaca editore). Oltre all’autore, interverrà Giuseppe Bottelli, amico di padre Tiboni. Il tour è partito lunedì 6 maggio da Ragusa per toccare Messina, Giarre (9 maggio), Palermo e chiudersi sabato 11 maggio ad Alcamo.

Missionario comboniano, padre Pietro Tiboni ha vissuto la sua missione, fino alla morte, nel Sud Sudan e in Uganda. Questa biografia fa emergere la figura di un grande educatore che ha mostrato la fede in Cristo come unica via di salvezza in contesti segnati dalla violenza e dalla guerra. Fede sostenuta da una filiale consacrazione alla Madonna.

Padre Tiboni (1925-2017), nato a Tiarno di Sopra, in Val di Ledro, ha trascorso la maggior parte della sua vita in Africa, affascinato dall’incontro con due grandi protagonisti della missione della Chiesa nel mondo: san Daniele Comboni e il servo di Dio Luigi Giussani che lo ha definito «uno tra i più santi uomini che abbiamo».presentazione libro Padre Tiboni

Filippo Ciantia racconta la vita di padre Tiboni

In Uganda ha conosciuto Filippo Ciantia, medico di Varese che per trent’anni ha vissuto in quel Paese con la moglie e gli otto figli, il quale dichiara: «Ho intrapreso l’avventura di raccontare la vita di padre Pietro Tiboni per la gratitudine del dono della sua amicizia. Desidero far conoscere la sua straordinaria testimonianza – lo esprimo con consapevolezza – anche perché si possa riconoscere la sua santità. Che essa sia degna dell’altare, lo indicherà il “dito” di Dio».

È come se ogni mattina il Signore debba tirarmi fuori
dal mio nulla, debba di nuovo aver pietà della mia miseria.
È come se ogni giorno la mia libertà debba decidersi
ad accogliere la fede, la speranza e l’amore per il Cristo
e per tutto il mondo.           Padre Pietro Tiboni

Filippo Ciantia ha vissuto per trent’anni in Uganda con la moglie e i suoi otto figli
lavorando prima come medico per conto di Ong come Cuamm e Avsi, poi come direttore del Dr. Ambrosoli Memorial Hospital.

 

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