Giornalismo come impegno civile. Gli studenti di S.Venerina incontrano i “cronisti di frontiera”.

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Salah Methnani

“Le esperienze giornalistiche, le loro testimonianze ed i racconti di culture ed emozioni, diventano strumenti di formazione, impegno civile tangibile”. Con queste parole Mariangiola Garaffo, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Statale S.Venerina, introduce “Impegno civile, giornalismo ed educazione”, tavola rotonda a cui, giorno 10 maggio alle ore 17,30 ne La Casa del Vendemmiatore di S.Venerina, hanno preso parte i giornalisti premiati dalla Fondazione Mariagrazia Cutuli, Alessio Genovese e Salah Methnani, la mediatrice-operatrice culturale Maria Francesca Zappalà, e il coordinatore redazionale del mensile per ragazzi Andersen Anselmo Roveda. “I giovani hanno bisogno di questi stimoli” prosegue il Dir. Scol. “Durante questo mio primo anno alla guida di un plesso così vario, anche per dislocazione, abbiamo cercato di fornire agli alunni gli strumenti giusti per poter dare una chiave di lettura diversa alla loro realtà. In quest’ottica, abbiamo partecipato al progetto di formazione giornalistica nell’ambito del Premio Internazionale di giornalismo Maria Grazia Cutuli e, finalmente, utilizzando dei fondi europei bloccati da tempo, realizzato una biblioteca che sarà inaugurata giorno 8 giugno. Una biblioteca in cui sentire il piacere della e per la lettura”. La Tavola Rotonda è stata preceduta da un incontro mattutino con gli studenti dell’Istituto, i quali hanno visto e commentato il documentario “Viaggio tra i profughi Siriani” di Salah Methnani, vincitore del premio Maria Grazia Cutuli per la stampa nazionale e l’inchiesta condotta da Alessio Genovese, vincitore per la categoria Giornalisti emergenti, per La Repubblica sul Centro di identificazione ed espulsione di Trapani. I relatori hanno, durante i loro interventi, più volte citato i commenti dei giovani, così saggi e pieni di speranza. Anselmo Roveda, moderatore, spiega, infatti, come sia fondamentale l’educazione alla lettura critica della realtà nella formazione degli alunni: “Non tutte le storie possono essere semplici e fruibili senza i giornalisti, quindi, attraverso la vera lettura e il reale ascolto del loro lavoro, i giovani possono crescere, formarsi nel giudizio e vivere empaticamente le esperienze senza pagarne le conseguenze. Cosicché, anche non vivendo in prima persona l’emozione, noi possiamo esserne egualmente responsabili”. Non può che essere formativa l’esperienza di Salah Methnani, il quale, dopo una lunga esperienza, dal 13 al 24 Marzo è ritornato in Siria per RaiNews24: “L’ospedale del campo profughi riceve centinaia di pazienti che non riesce a curare e molti medici insegnano le tecniche del primo soccorso. Non è facile ottenere una tenda a causa della penuria di viveri e acqua e molti volontari cercano di  alleviare le sofferenze dei più piccoli con canti e giochi”. “Ma per denunciare la negazione dei diritti non bisogna andare lontano” spiega Alessio Genovese che, attraverso un’intesa con il Ministero degli Interni, ha potuto visitare “delle prigioni amministrative, dove gli immigrati irregolari dovrebbero trascorrere circa 18 mesi dormendo e mangiando per terra. Molti si cuciono la bocca e gli occhi, si tagliano o ingeriscono oggetti solo per poter uscire. Questa è una vergognosa prassi ormai consolidata che deve essere cambiata”. Molti gli interventi degli ospiti ed anche i contributi musicali a cura del percussionista Pasquale Simonelli, della studentessa Marika Tomarchio e del coro “Santa Venerina Pueri” diretto dal M° Giuseppe Musumeci.

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