Gli episodi accaduti in una Casa famiglia per anziani a Parma e in un Centro di riabilitazione per persone disabili a Grottaferrata sono soltanto i casi più recenti. Per Franco Previte, presidente dell’associazione Cristiani per servire, “la persona che si trova ad abitare il mondo del dolore, della sofferenza e della disabilità auspica un’assistenza da parte delle Istituzioni”. Il rischio di una deriva eugenetica: “Gli eugenisti di oggi sono quelli che in nome di una sorte di pietà, che nulla a che vedere con la pietas cristiana, dichiarano che la vita attaccata al respiratore va eliminata per debellare le malattie croniche”.
Umiliazioni, percosse, ingiurie e minacce in una Casa famiglia per anziani a Parma, dove per rendere mansueti gli ospiti si sospetta anche la somministrazione di psicofarmaci. Violenze e maltrattamenti di ogni tipo in un Centro di riabilitazione per persone disabili a Grottaferrata, vicino Roma, nei confronti di sedici ragazzi di cui cinque con meno di quattordici anni. “È un comportamento illecito, incivile e vigliacco”, commenta Franco Previte, presidente dell’associazione Cristiani per servire.
Oggi ricorre la XXIV Giornata mondiale del malato. Com’è possibile che accadano ancora fatti del genere?
Lo Stato dovrebbe assolvere alle incombenze di controllo. Le ragioni di simili comportamenti andrebbero ricercate nella mancanza di una valida preparazione all’assistenza: i “tutori” dovrebbero aiutare le persone disabili, invece di riempirle di botte e sottoporle a ogni forma di violenza. È lecito pensare che il motivo dominante che ha spinto questi “tutori” sia stato l’aver subito un calo di quella nebbia della depressione che comporta uno sconvolgimento della psiche, quasi di sconforto per il loro lavoro, dettata da una sottile perversione, al punto da dimenticare quanto facevano pur conoscendo benissimo la pena del licenziamento cui sarebbero andati incontro. Dobbiamo ringraziare i Carabinieri del Nas e le altre Forze di Polizia se avvengono controlli in queste a volte “squallide strutture”.
È importante la formazione e la selezione del personale?
Lo Stato tende a svincolarsi da necessità e urgenze, in nome di un concetto di risparmio pubblico davvero allarmante e preoccupante. Faccio un esempio: quante persone entrano negli ospedali da sane ed escono malate o morte? Certamente troppe! Il personale medico e infermieristico, forse mal pagato, dovrebbe essere molto preparato e abituato a non “assentarsi” come avviene non da ora, ma da molto tempo. E poi che dire della Sanità sperperata e priva di ogni controllo.
Ci troviamo di fronte a una corrente di pensiero che si potrebbe definire eugenetica: è stata una pratica biomedica a spianare la strada alle terribili selezioni della razza e del genere umano, durante la Seconda guerra mondiale. Questa teoria sostiene che la specie umana vada migliorata con qualsiasi mezzo, dagli aborti per eliminare i figli imperfetti all’eutanasia per eliminare la vita “senza senso”.
Dunque, vede il rischio di una deriva eugenetica?
Gli eugenisti di oggi sono quelli che in nome di una sorte di pietà, che nulla a che vedere con la pietas cristiana, dichiarano che la vita attaccata al respiratore va eliminata per debellare le malattie croniche. Sono quelli che riconoscono più il valore degli animali domestici, che rispettiamo, e pongono l’uomo al loro stesso livello se non al di sotto. Abbiamo un sistema sanitario troppo lento nell’aiutare le persone affette da gravi forme di disabilità, comprese le malattie mentali, e un sistema sociale e legislativo troppo lontano dalla realtà.
Come si può garantire un’assistenza dignitosa a persone in stato di necessità?
La persona che si trova ad abitare il mondo del dolore, della sofferenza e della disabilità auspica un’assistenza da parte delle Istituzioni. Le risposte, però, non arrivano perché
le Istituzioni sono spesso silenziose, apatiche, distratte, lontane dai problemi concreti.
Troppo impegnate in inutili litigiosità, quando dovrebbero interessarsi più della realtà e meno del libro dei sogni.
Le rette economiche delle strutture private sono una discriminante rispetto alla qualità del servizio?
È bene che le strutture private esistano, purtroppo, a causa della carenza di quelle pubbliche. Certo sarebbe opportuno che lo Stato intervenisse, in applicazione dell’articolo 29 della Costituzione, per garantire la cura e l’assistenza della salute pubblica. L’odierna cultura aberrante e il permissivismo cogente corre il rischio di offendere la stessa dignità della persona con proposte concernenti la limitazione delle nascite, l’aborto e l’eutanasia. Siamo arrivati al limite: pensiamo agli Stati Uniti d’America, dove se non si hanno i soldi non ci si cura. Il nobile e solidaristico concetto di riconoscere la sofferenza è portato avanti dai Camilliani negli ospedali e nelle altre strutture sparse per il mondo. In Italia, lo Stato dovrebbe comprendere che l’aumento della popolazione anziana comporta la necessità di case di riposo e strutture adatte. Pensiamo anche al lavoro delle Caritas parrocchiali, delle associazioni di volontariato, delle Opere don Orione, don Guanella, don Gnocchi…
Chi era san Camillo de Lellis?
È stato un gigante della carità ed il santo dei malati e resta impresso nei nostri cuori per quanto diceva ai suoi discepoli: “Più forza in quelle mani, più forza”. Una vita straordinaria quella di San Camillo de Lellis, uomo non comune e pieno di un carisma che oggi non esiste più.
Riccardo Benotti