Il 18 novembre per la Chiesa italiana è la giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Per il terzo anno consecutivo l’appuntamento si celebra in corrispondenza della Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale. Ne dà notizia un comunicato dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi.
È il momento in cui l’intera comunità cristiana riunendosi in preghiera chiede il perdono per questi atti infimi e si interroga sul proprio ruolo. L’occasione, inoltre, si rivela sempre propizia affinché le luci su questo delicato tema vengano tenute accese e le persone sensibilizzate. Diventa quindi possibilità per porsi delle domande, per curare le ferite e non provocarne di nuove.
La Giornata di preghiera per le vittime degli abusi occasione di riflessione sull’orrore delle violenze per riprendere il cammino verso il bene
“La Bellezza Ferita” «Curerò la tua ferita e ti guarirò dalla tue piaghe» è il titolo da cui partire nella riflessione di questa giornata. Dinanzi all’orrore dell’abuso e del maltrattamento la meditazione parte dalle parole del profeta Geremia, che si fa messaggero di speranza e consolazione per il popolo afflitto.
Il referente del Servizio Diocesano Tutela Minori e Persone vulnerabili, dott. Francesco Guarneri, a sostegno di questa iniziativa ricorda anche che in Diocesi ci sono diverse iniziative organizzate a livello parrocchiale. L’invito è rivolto a tutti: dedicare nelle comunità un momento di preghiera e di riflessione. Si dice inoltre disposto a rispondere, insieme ai membri della sua équipe, ad ogni richiesta ed esigenza di collaborazione.
Così il responsabile Guarneri dichiara: “Bisogna tornare a indignarsi di fronte agli abusi e alle violenze che negano i valori della vita stessa, che stracciano carne ed anima, che lasciano profondi solchi nello spirito. Ritorniamo al bene come realtà luminosa e non come alternativa al male”.
Il momento della speranza
La CEI, nella lettera con cui invita a sostenere e diffondere l’iniziativa, sottolinea che “c’è una speranza che si affaccia concretamente all’orizzonte. È venuto il momento di ricucire lo strappo, di ritornare all’antica serenità, di riprendere il cammino che si era bruscamente interrotto. Il profeta si fa quindi promotore di uno straordinario quanto inatteso messaggio di speranza: il Signore è pronto a guarire ogni ferita, anche la più profonda. E a ridare bellezza e dignità alla vita”.