Giornate Fai di Primavera / Visite al Centro di ricerca per l’agrumicoltura, in corso i restauri del chiosco liberty di piazza Vigo

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L'ingresso del Centro di ricerca per l'agrumicoltura di Acireale

Con l’arrivo della primavera (anche se si tratta di un arrivo un po’ incerto), sono tornate le Giornate di primavera organizzate dal Fai (Fondo per l’ambiente italiano), che ogni anno si impegna ad aprire al pubblico i luoghi più belli del nostro Paese, sia artistico-monumentali che naturalistici. Anche la nostra città, con il supporto della locale sezione guidata dall’architetto Loredana Grasso, ha aperto e reso fruibili, nel corso degli anni, i posti più piacevoli del territorio.

L'ingresso del Centro di ricerca per l'agrumicoltura di Acireale
L’ingresso del Centro di ricerca per l’agrumicoltura di Acireale

Quest’anno il sito aperto al pubblico è stato più di tipo scientifico che artistico. Si è trattato infatti del Centro di ricerca per l’agrumicoltura e le colture mediterranee (l’ex Istituto sperimentale di agrumicoltura), sito nella parte alta del corso Savoia, uno dei più importanti centri di ricerca e sperimentazione nel campo dell’agrumicoltura, esistente ad Acireale dal 1866.

Il C.R.A. ospita anche una ricca biblioteca di testi scientifici
Il C.R.A. ospita anche una ricca biblioteca di testi scientifici

Il Centro è stato aperto al pubblico nei giorni di sabato 21 e domenica 22 marzo, ed è stato possibile visitare alcuni laboratori, dotati di moderne apparecchiature scientifiche, in cui vengono studiate le caratteristiche e le patologie degli agrumi, ma viene anche fatta attività di ricerca su nuove tipologie di innesti e di creazione di ibridi. I visitatori sono stati sapientemente guidati da circa 180 “apprendisti ciceroni” di varie scuole acesi (Liceo classico “Gulli e Pennisi”; Secondo, Quinto e Sesto Istituto comprensivo; Lyceum Linguistico), che erano affiancati dai tecnici e dai ricercatori dello stesso Centro. Il C.R.A., attualmente diretto  dal dott. Paolo Rapisarda, è inoltre dotato di un’ampia biblioteca ricca di preziosi testi scientifici, anche antichi, e vi è annesso pure un vasto agrumeto. I mini ciceroni davano anche informazioni sulla diffusione e sulle origini degli agrumi, a partire dalla leggenda del giardino delle Esperidi, in cui – si dice – crescevano delle mele d’oro, che, verosimilmente, erano le arance. I soci Fai hanno potuto inoltre ammirare una mostra pomologica ed assistere al rito della “lustratio”, un antico sistema di pulizia e lucidatura degli agrumi.

Un plastico sulla diffusione degli agrumi in Sicilia realizzato dagli allievi dell'Istituto "Paolo Vasta"
Un plastico sulla diffusione degli agrumi in Sicilia realizzato dagli allievi dell’Istituto “Paolo Vasta”

La visita al Centro ha rappresentato sicuramente, per gli acesi più attempati, un salto nel passato (nemmeno tanto lontano) in cui la coltivazione e la lavorazione degli agrumi erano una delle attività principali del territorio acese ed uno dei maggiori motori per l’economia locale, quando i limoni e gli agrumi del circondario erano tra i più pregiati esistenti sul mercato e venivano esportati in tutta l’Europa ed anche in altre parti del mondo.

Il chiosco liberty di piazza Lionardo Vigo che si sta restaurando con il contributo del Fai
Il chiosco liberty di piazza Lionardo Vigo che si sta restaurando con il contributo del Fai

Tra le altre iniziative del Fai è da segnalare “I luoghi del  cuore”, una sorta di censimento tra i soci ed i simpatizzanti, con cui vengono individuati dei siti di notevole pregio da restaurare, per i quali il Fai mette a disposizione un contributo finalizzato al recupero del bene. Al censimento del 2012 partecipò anche il chiosco Liberty in legno ubicato nella piazza Lionardo Vigo della nostra città, quello, per l’esattezza, posto all’angolo sud e adibito a edicola dei giornali, che si classificò ai primi posti in Sicilia. Si tratta, com’è noto, di un piccolo gioiello in stile liberty che fa il paio con l’altro gemello posto all’angolo nord e utilizzato per la vendita di piante e fiori. Grazie al contributo di 22.000 euro erogato dal Fai (integrato da un ulteriore contributo del Comune di Acireale), i lavori di restauro sono in corso e permetteranno di potere ammirare nuovamente in tutto il suo splendore questo piccolo monumento artistico dei primi del ’900.

Nino De Maria