Giovani e migrazione / Faraci ad Acireale: organizzare la speranza in Sicilia

0
163
giovani migrazione faraci

Ad Acireale, il 6 maggio scorso, si è tenuta la conferenza “Giovani, migrazione, spopolamento in una Sicilia che cambia: condivisione di segni di speranza”, durante la quale ha preso la parola l’aziendalista Rosario Faraci, docente per il Dipartimento di Economia dell’Università degli studi di Catania. Il suo intervento ha preceduto quelli di Andrea Passanisi, fondatore del brand Sicilia Avocado, e Stefano Ricca, fondatore della Ricca IT srl. L’attenzione è stata posta ancora una colta sulla questione della migrazione dei giovani siciliani, guardando alle prospettive di speranza.

L’incontro, teso a illustrare la grandi opportunità in più settori per i giovani siciliani, è stato organizzato dal gruppo acese del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, dalla nostra testata giornalistica La Voce dell’Jonio (VdJ.it) e dall’Ufficio per la pastorale della culturale della Diocesi di Acireale, con il supporto della Fondazione Migrantes. Durante il suo intervento (qui in video su YouTube in versione integrale), intitolato Organizzare la Speranza per valorizzare il Capitale Umano giovanile, Faraci si è rivolto accoratamente ai ragazzi del liceo “Gulli e Pennisi”, concentrandosi sui motivi della fuga di cervelli attualmente in atto. Ha quindi illustrato chiaramente quali sino i fattori economici, didattici e sociali che contribuiscono alla sua espansione.

Giovani e migrazione / Faraci ad Acireale: cosa possiamo fare?

Acquisire consapevolezza di un fenomeno e dei motivi che hanno portato alla sua manifestazione è chiaramente il primo passo nella giusta direzione. Una volta riconosciuto, quindi, si deve passare alla ricerca di una soluzione. “Di fronte a questo grande fenomeno dobbiamo porci una domanda: cosa possiamo fare?” l’interrogativo iniziale di Faraci.

giovani migrazione liceo

Le testimonianze successive di Ricca e Passanisi hanno mostrato una Sicilia che offre alle nuove generazioni opportunità per rimanere sull’isola. Rappresentano la prova che l’imprenditoria non è morta o riservata solo a chi considereremmo più fortunato. Aziende fiorenti come queste portano alla creazione di nuovi posti di lavoro e benessere a livello locale. È anche vero però che esiste un “mismatch”, ossia un sensibile divario tra le competenze richieste dalle aziende e quelle possedute dai ragazzi che escono da scuola e università. Faraci spiega come le competenze STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) siano in netto svantaggio rispetto alle richieste di mercato a livello nazionale. Questo, in qualche modo, potrebbe rappresentare un problema culturale. Con la mancanza di tali conoscenze, la crescita del Paese non può essere che minata, quindi rallentata rispetto al resto d’Europa. Senza considerare l’abisso che esiste tra il Vecchio continente e gli Stati Uniti d’America.

Giovani e migrazione / Sicilia, regione più infelice d’Italia

Uno dei motivi che però portano alla fuga dalla regione risiede nelle lacune insite nel calcolo del benessere economico e sociale. “Siamo la regione più infelice d’Italia – sottolinea Faraci. – Il BES (indicatore di Benessere Equo e Sostenibile) indica per la Sicilia un punteggio di 37,1%, ovvero la più bassa d’Italia”. È però come una palla di neve che rotola e aumenta costantemente il suo diametro. Il benessere economico e sociale, nelle società contemporanee, deriva anche dalle condizioni lavorative e le aspettative di occupazione della sua popolazione. In mancanza di prospettive adeguate, espresso in maniera cruda, tagliare la corda diventa l’unica soluzione.

I dati sono chiari per l’aziendalista: una persona ogni dieci abbandona la regione contribuendo al circolo vizioso. Faraci quindi illustra come la situazione della migrazione dei giovani in Sicilia sia un fenomeno da tenere in considerazione, specialmente da parte degli adulti professionisti. Serve uno sforzo da parte degli imprenditori per fare comprendere come tuttavia la situazione non sia disperata. L’incontro ha costituito la seconda parte di un’iniziativa che nella prima occasione dedicata a Giovani, migrazione, spopolamento aveva visto, il 15 aprile, la partecipazione del giornalista Dario Cangemi e di Salvo Emanuele Leotta, segretario dell’Osservatorio socio-politico della Conferenza Episcopale Italiana. Un incontro diviso in due parti con un duplice e centrato obiettivo: ascoltare i giovani e analizzare lo stato attuale prima, fornire poi concrete opportunità rispetto a nuove e redditizie condizioni professionali in Sicilia.

Simone Corsaro

Print Friendly, PDF & Email