Giovani e migrazione / Ricca IT ad Acireale per illustrare le nuove frontiere dell’occupazione in informatica

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Stefano Ricca IT

L’evento Giovani e Migrazione tenutosi ad Acireale lo scorso 6 maggio ha visto, tra altri ospiti, la partecipazione di Stefano Ricca, presidente della Ricca IT srl. Un’azienda siciliana di respiro nazionale in grande ascesa, specializzata in sistemi informativi, data center e sicurezza informatica. Una crescente realtà che, grazie al suo successo, offre grandi e concrete speranze per chi ha intenzione di investire tempo e interesse professionale nell’isola. Ricca ha preso la parola, come da programma, per un’intervento intitolato “Un’isola per giovani: competenze tecnologiche, percorsi didattici e prospettive per le grandi opportunità del settore ICT in Sicilia”.

La sua azienda conta oggi circa 80 dipendenti e dispone di filiali a Napoli, Bari, Roma e Catania, oltre alla sede generale nell’originaria Ragusa. Con Andrea Passanisi di Sicilia Avocado e Rosario Faraci dell’Università di Catania, Ricca ha offerto il suo interessante punto di vista sulla questione migratoria. In qualche modo, grazie al suo intervento, si ottiene la soluzione al quesito posto dal professor Faraci: come possiamo agire in risposta all’evento migratorio dalla regione? Quella di Stefano Ricca è una storia di intelligenza e di osservazione di un ambiente apparentemente ostile ai cambiamenti radicali. Infatti quello della sicurezza informatica è un campo profondamente utile, se non essenziale, per il corretto funzionamento dello Stato intero. Le previsioni, ma anche le esigenze pressanti del comparto, evidenziano una grande richiesta di professionisti specializzati nel settore. Entro il 2026 serviranno solo in Italia 2 milioni di figure per l’ICT.

Giovani e migrazione / La discrepanza tra richiesta e offerta

Per quanto l’impressione comune sia che esista uno scarto altissimo tra domanda e offerta di lavoro nell’isola, è anche vero che il settore industriale è sempre pronto a palesare i suoi specifici bisogni. Riguardo questo e riguardo la necessità di formazione professionale dedicata, il modus operandi di Ricca IT è quello dell’aggiornamento costante. Da specifiche richieste industriali deriva l’esigenza di mantenere preparati i propri dipendenti, si ottiene così competitività sul piano nazionale e competenze sempre adeguate. Se non altro, questo almeno descrive la realtà giornaliera delle aziende informatiche.

In questo campo e nella maggior parte dei campi professionali contemporanei il tempo dedicato all’addestramento in itinere è necessario per l’acquisizione competenze aggiornate. Non esiste alcuna opportunità di baratto, bisogna per forza stare al passo. Come infatti ha espresso anche Stefano Ricca, “un anno informatico è paragonato a tre mesi di vita di una persona”.

Giovani e migrazione / I vantaggi della sicurezza informatica

Ricca ha però offerto la sua visione sui giovani e la migrazione da Acireale e la Sicilia tutta dal punto di vista di un esperto in sicurezza informatica. Il vantaggio pratico e direttamente rilevante per la questione qui esposta è la chiara richiesta a livello nazionale di personale qualificato. Come accennato in precedenza da Faraci, l’Italia intera è flagellata da una mancanza cronica di personale qualificato. In particolare nel campo delle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Le prossime generazioni potrebbero godere di un periodo più facile delle precedenti, a patto che siano preparate come già attualmente e concretamente richiesto.

Un altro vantaggio risiede nella possibilità di lavorare a prescindere dal fattore spazio-tempo. Sia per la natura delle tecnologie utilizzate, i computer e l’internet, che per le metodologie di lavoro affiorate durante il recente periodo pandemico, la collaborazione tra individui e gruppi di tutto il mondo è praticamente garantita. In conclusione, parafrasando le parole di Stefano Ricca, le università attualmente offrono preparazione avanzata nel campo informatico. Se le accademie e i privati si trovassero in una condizione di “relazione osmotica” si potrebbe diminuire il divario che esiste tra le nostre competenze e quelle di molti altri paesi del globo. Cambiando in modo epocale la storia dell’emigrazione dal sud, per molte famiglie e innumerevoli territori.

Simone Corsaro