Giovanni Paolo II, da oggi è beato

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Bianco e rosso. Sono i due colori che dominano, oggi, piazza S. Pietro, nella quale in queste ore si sono radunate centinaia di migliaia di persone, “chiamate” dalla volontà di fare festa per il nuovo Beato. I varchi della piazza sono stati aperti dalle 5.30 del mattino, ma già i 2.300 giornalisti accreditati, in rappresentanza di 101 nazioni – più di un’ora prima – hanno avuto difficoltà ad arrivare all’accesso loro riservato, per le postazioni collocate sopra il Braccio di Carlo Magno. Il bianco del sagrato, al centro del quale c’è lo splendido “giardino all’italiana” arricchito da 25 mila fiori che arrivano dalla Puglia. Il rosso del velluto dei drappi e delle sedie delle 87 delegazioni ufficiali, collocate alla destra del sagrato, che troverà una corrispondenza cromatica nelle porpore dei cardinali che concelebreranno con papa Benedetto XVI. Il bianco e il rosso delle numerose bandiere polacche presenti nella piazza, segno distintivo dei circa 80 mila pellegrini provenienti dalla terra natale di Karol Wojtyla: c’è anche uno striscione di Solidarnosc. Il bianco e il rosso di un enorme striscione con la scritta “Deo gratias”: in campo bianco con caratteri rossi, è appesa a dieci palloncini rossi, e veleggia più o meno in prossimità dell’obelisco.
 L’intero colonnato del Bernini è vestito a festa: sul lato sinistro, guardando la basilica, campeggia la scritta “Spalancate le porte a Cristo”, vero e proprio “biglietto da visita” di Giovanni Paolo II in occasione del suo primo appuntamento, da papa, con i fedeli, in questa stessa piazza. Teli bianchi, in verticale tra le colonne, ospitano le lettere, e il centro del colonnato di sinistra è dominato dalla gigantografia di Giovanni Paolo II. Il colonnato di destra è invece adornato da 22 foto prese dall’archivio dell’Osservatore Romano, con i momenti salienti dei quasi 27 anni di pontificato.

L’ora di preparazione. La diretta mondovisione della cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II, coprodotta dal Centro Televisivo Vaticano e dalla Rai, è cominciata alle 9, mentre i fedeli in piazza si preparavano alla messa pregando insieme la Coroncina della Divina Misericordia, devozione introdotta da Santa Faustina Kowalska, in onore della quale Giovanni Paolo II ha introdotto la festa liturgica della Divina Misericordia. La Coroncina è una preghiera litanica, simile al Rosario con cui si invoca la misericordia di Dio e si chiede il perdono dei peccati in un “atto di fiducia” verso la misericordia di Cristo. La preparazione alla messa termina con una “invocazione della Misericordia di Dio sul mondo”. Alle 9.55, l’uscita della processione dal Portone di Bronzo, guidata dal Papa. La messa è animata dalla Cappella Musicale Pontificia e dal Coro della diocesi di Roma, con la partecipazione dell’Orchestra della diocesi di Roma.

La formula di beatificazione. “Beatissimo Padre, il Vicario Generale della Santità Vostra per la Diocesi di Roma, chiede umilmente alla Santità Vostra di degnarsi benignamente di iscrivere nel numero dei Beati il venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo II”. Queste le parole, pronunciate in latino, con le quali il card. Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha chiesto a Benedetto XVI – all’inizio della messa – di procedere alla beatificazione del “Servo di Dio” Giovanni Paolo II. Subito dopo, il cardinale ha ripercorso sinteticamente la vita e il pontificato di Giovanni Paolo II, ricordando come “i tratti della sua spiritualità, ai quali rimase fedele fino alla morte, furono la devozione sincera allo Spirito Santo e l’amore alla Madonna”, testimoniato anche nella scelta del suo motto episcopale, “Totus tuus”. Da vescovo di Cracovia, secondo il card. Vallini, Karol Woytyla fu “subito apprezzato come uomo di fede robusta e coraggiosa, vicino alla gente e ai problemi reali delle persone. Interlocutore capace di ascolto e di dialogo, senza mai cedere al compromesso, affermò nei confronti di tutti il primato di Dio e di Cristo, quale fondamento di un vero umanesimo e sorgente dei diritti inalienabili della persona umana”.

L’ottimismo travolgente. Quando il 16 ottobre 1978 fu eletto Papa e prese il nome di Giovanni Paolo II, “il suo cuore di pastore, totalmente donato alla causa del Regno di Dio, si allargò al mondo intero”. La “carità di Cristo” – ha proseguito il card. Vallini – lo portò a visitare le parrocchie di Roma, ad annunciare il Vangelo in tutti gli ambienti e fu la forza motrice degli innumerevoli viaggi apostolici nei diversi continenti. Il suo luminoso magistero non ebbe altro scopo che proclamare sempre e ovunque Cristo, Unico Salvatore dell’uomo”. “Nel suo straordinario slancio missionario ha amato di amore singolarissimo i giovani”, ha poi sottolineato il cardinale: “le convocazioni delle Giornate mondiali della Gioventù avevano per lui lo scopo di annunciare alle nuove generazioni Gesù Cristo e il suo vangelo per renderli protagonisti del loro futuro e di cooperare alla costruzione di un mondo migliore”.

 Sintetizzando, nella parte finale del suo discorso, la “cifra” del Papa polacco, il card. Vallini ha osservato come “l’ottimismo travolgente, fondato nella fiducia nella Provvidenza divina, spinse Giovanni Paolo II, che aveva vissuto l’esperienza tragica di due dittature, subìto un attentato il 13 maggio 1981 e negli ultimi anni era stato provato fisicamente dal progredire della malattia, a guardare sempre ad orizzonti di speranza, invitando gli uomini ad abbattere i muri delle divisioni, a spazzare via la rassegnazione”.

Il 22 ottobre la festa liturgica. Da oggi in poi, il 22 ottobre sarà la solennità liturgica dedicata al nuovo Beato Giovanni Paolo II. Ad annunciarlo ai fedeli riuniti in piazza S. Pietro è stato Benedetto XVI. “Concediamo – le parole del Santo Padre, pronunciate in latino in risposta alle parole del card. Vallini – che il Venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo II, papa, d’ora in poi sia chiamato Beato e che si possa celebrare la sua festa nei luoghi e secondo le regole stabilite dal diritto, ogni anno il 22 ottobre”. Al termine della formula di beatificazione, è stato scoperto l’Arazzo che raffigura il nuovo Beato – la riproduzione di una foto del 1995 – mentre suor Tobiana e suor Marie Simon-Pierre, accompagnate da quattro giovani e da altre due persone, portavano all’altare il reliquario (in argento, a forma di rami d’ulivo) che nella parte superiore contiene una teca di vetro con l’ampolla di sangue di Giovanni Paolo II.

SIR