Gita pellegrinaggio / Da Tremestieri a Palermo per conoscere fratel Biagio e l’eredità del beato Pino Puglisi

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Non si tratta, qui, solo di raccontare di un’esperienza per quanto bella, quella, precisamente, di una gita-pellegrinaggio svoltasi in una giornata di caldo cocente! – lunedì 8 luglio – nell’infuocata città di Palermo, promossa dalla Confraternita del SS. Sacramento di Tremestieri Etneo, in collaborazione con la comunità parrocchiale di Santa Maria della Pace. Perché, stando alle conclusioni riportate da alcuni partecipanti, si è trattato di “una meravigliosa esperienza, un dono per tutti noi, accostarci a realtà di vita così toccanti e per certi versi crude che  hanno dimostrato un’ennesima faccia della misericordia e della grandezza di Dio”.

Stiamo parlando, infatti, di due realtà in una Palermo diversa, di quella che possiamo chiamare “solidale” con gli emarginati e i poveri, senza considerare il colore della pelle, ma tutti con la stessa dignità. Quella che nei luoghi del Beato padre Pino Puglisi, nel quartiere a est della periferia di Palermo dove fino a qualche decennio fa si diceva, anche solo attraversando un marciapiede, “andiamo a Palermo”, tanta era (e forse lo è ancora), la distanza morale e sociale del quartiere di Brancaccio dalla città che conta, è stata segnata dalla vita e dal martirio di don Puglisi – era il 15 settembre 1993 -, nell’attuale piazzetta (già Anita Garibaldi) dove è stata ripristinata la casa natale, oggi casa-museo, a cura del Centro di Accoglienza Padre Nostro ETS fondato dall’allora parroco di San Gaetano, al Brancaccio, il nostro Beato Giuseppe Puglisi, il 16 luglio 1991 ed ora Ente Morale (dal 1999).

Adesso i volontari del Centro (www.centropadrenostro.it), con a capo Maurizio Artale, portano avanti i sogni di Padre Pino, quelli già realizzati (anche dopo la sua morte!) come la ristrutturazione dell’ex mulino del sale e il centro sportivo polivalente-parco giochi intitolato al Beato e a Padre Massimiliano Kolbe, e quelli ancora non realizzati, come l’asilo nido “I piccoli di Padre Puglisi”, lavorando sempre a favore dei poveri, delle fasce deboli del territorio e soprattutto dei bambini e degli anziani. La visita della casa-museo, inserita nel circuito dei musei ecclesiastici italiani, è arricchita dalla proiezione di un video che racconta la vita e la missione di padre Pino Puglisi e della venuta di papa Francesco nell’anniversario del XXVesimo del martirio del Beato. I resti mortali di padre Puglisi, di 3P (come spesso si firmava nei suoi scritti), sono, come tutti forse sanno, custoditi in una cappella della Cattedrale.

Forse non tutti sanno, invece, dell’altra esperienza della “ Palermo solidale”, quella vissuta da fratel Biagio Conte, un laico missionario che, lasciando casa e famiglia – un po’ come il frate di Assisi – si ritira tra i barboni della stazione ferroviaria, diventando poi un pellegrino, sempre  in cammino, che però “concretamente”, con tenacia e testardaggine, ma soprattutto con il digiuno (anche pubblico e  per giorni e giorni!) e la preghiera, ha potuto realizzare la bella Missione di Speranza e Carità per accogliere i poveri e gli immigrati, prima nella sede di via Archirafi e poi in quella di via Decollati, la “Cittadella del Povero e della Speranza”, dove si sperimenta l’accoglienza e l’integrazione di tutti gli ospiti e si sta insieme nella comune “Casa di preghiera per tutti i popoli”.

Certo, Palermo è anche e soprattutto una città d’Arte, con la A maiuscola, di prim’ordine per le tantissime e universali ricchezze, e tra tutte ricordiamo la Cappella Palatina nel Palazzo Reale. Ma queste due realtà della Vita, di solidarietà e di fraternità, con la V di vita anch’essa maiuscola, non dobbiamo trascurarle, anzi dobbiamo farle conoscere, sostenere e… possibilmente imitarle.

Vincenzo Caruso

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