Don Roberto Strano, direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano e prevosto parroco della Basilica San Filippo d’Agira in Aci San Filippo, è stato nominato referente diocesano per il Giubileo del 2025 da mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale. Ne dà notizia un comunicato dell’Ufficio Comunicazioni sociali della diocesi.
“Auguriamo a don Roberto – dichiara il vescovo Raspanti – un fruttuoso servizio a beneficio della nostra Chiesa diocesana perché possa vivere con profondità il tempo di grazia del Giubileo. Invito il popolo di Dio, che vive l’impegno sinodale, a sostenerlo con la preghiera e la fattiva collaborazione”.
“A caldo”, ne abbiamo parlato con lo stesso interessato.
Don Roberto, come ha accolto questa nomina?
Con la stessa semplicità con cui, in questi 33 anni e più di ministero sacerdotale, ho accolto, quanto i vescovi diocesani mi hanno proposto e richiesto come servizio.
Quando si riceve un incarico del genere, non legato a funzioni e competenze codificate, si può avere qualche attimo di smarrimento e chiedersi “…E ora che faccio? Da dove comincio?”. Per lei è stato così?
Il vescovo, come si legge nella lettera di nomina, ha voluto legare la nomina al mio essere Direttore dell’ufficio liturgico diocesano, anche se un Giubileo non si limita – sicuramente – alla dimensione celebrativa. A dire il vero io sono “veterano” di Giubilei. Fui nominato Parroco della Cattedrale il 4 ottobre 1999, proprio nell’imminenza del grande Giubileo del 2000 e, in questo ufficio, ho diretto tutte le celebrazioni (oltre 70). Poi, nel 2016 ho diretto quelle del Giubileo straordinario della Misericordia. Per cui, credo, che su questo solco, sebbene non più parroco della cattedrale, mi muoverò per il prossimo Giubileo, che è sempre impegnativo (lo dico per esperienza consolidata).
Cosa di originale si sente di apportare nel ruolo che le è stato affidato?
Attendiamo, innanzitutto, le indicazioni che ci verranno offerte dalla Congregazione per l’evangelizzazione, a cui è già stata comunicata la mia nomina. Si tratta di una fase preparatoria in cui le Chiese locali dovranno essere coinvolte. Ad un Giubileo bisogna arrivare ben preparati, sapendo di cosa si tratta e quali obiettivi si prefigge di raggiungere, attraverso la sua celebrazione. L’originalità è data da come una Chiesa locale recepisce le indicazioni e le cala nella propria realtà.
Ha già un programma di massima da proporre, delle piste particolari di lavoro da percorrere, argomenti prioritari da approfondire?
Non ho un “mio” programma, né potrei averlo. Il programma deve essere quello della Chiesa, secondo le indicazioni del Papa e del Dicastero competente. Sicuramente al più presto saremo convocati tutti i referenti. Si tratta di un referente per ogni diocesi del mondo, circa tremila. E da questo incontro avremo modo di sapere cosa è richiesto ad ogni Diocesi, sia nella fase preparatoria che in quella celebrativa.
Don Roberto Strano, il suo obiettivo principale?
Lavorare in comunione con la Chiesa universale, calando nella realtà diocesana le indicazioni che ci saranno date. Si tratterà di un lavoro “sinodale” da portare avanti con il Presbiterio, gli Uffici pastorali e le varie comunità. E’ un cammino che ci dovrà condurre al Giubileo pronti ed entusiasti.
Redazione La Voce