“La Quaresima è un tempo di grazia per riscoprire la fede attraverso gli scritti dei santi. Nell’anno giubilare camminiamo verso la Pasqua meditando la liturgia e la nostra tradizione spirituale. Dedichiamo ogni giorno un quarto d’ora alla lettura per riaccendere la speranza e la gioia”.
Così mons. Vescovo Antonino Raspanti ci invita per l’ormai prossima Quaresima ad una riflessione quotidiana, suggerita dal testo Quaresima per i fannulloni…alla scuola dei Santi, di P. Max Huot de Longchamp, pubblicato per i tipi de Il Pozzo di Giacobbe e giunto alla ventesima edizione. E presentato il 20 febbraio alla Cattedrale di Acireale, in occasione del giubileo diocesano dei Club Service.
Alla celebrazione dell’evento sono convenuti i sodalizi di Fidapa, Kiwanis, Lions, Rotary, Serra e l’Università Popolare don Giuseppe Cristaldi.
Il loro impegno di promozione sociale e culturale, secondo i principi di fraternità, solidarietà e sussidiarietà dettati, ancor prima della Costituzione, dalla Parola di Dio, attualizza l’onore di custodia dei fratelli, demandato dal Signore a Noè a sugello del patto d’eterna alleanza stretto con l’uomo.
Dopo di lui, a ognuno di noi. Oggetto dell’omelia del Vescovo, per cui Dio custode del creato e dell’uomo, ci chiama tutti, in quanto fatti a Sua immagine, a un dovere di corresponsabilità. Che disatteso, come in ogni atto di guerra o prevaricazione, ieri come oggi, ci esclude da Dio.
Perciò una vera etica umana non può che essere divina. Cioè basata sul rapporto verticale col Padre, dal quale tutti proveniamo, al quale tutti siamo diretti, ed al quale tutti ne rispondiamo.
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Spunti di riflessione sulla Quaresima
Dopo la messa e il saluto di don Mario Fresta, arciprete della Cattedrale, il giornalista Mario Agostino ha posto alla riflessione e all’approfondimento di don Rosario Pappalardo, docente di Teologia Dogmatica, tre spunti di meditazione desunti da brani del testo e da lui introdotti. Non senza aver chiarito che il termine fannulloni va intenso come una provocazione bonaria, ad interrogarci costantemente sul nostro agire, nella consapevolezza della nostra limitatezza.
Il primo, La nostra speranza in Maria. Il cui mettersi in viaggio e rendere visita a Elisabetta, e lì giunta, recitare il Magnificat, celebrazione del compimento delle promesse del Signore, è il modello del cammino spirituale che ogni pellegrino dovrebbe compiere in questo giubileo.
Il secondo, L’attesa della Venuta del Signore nella Gloria. La cui anticipazione, per rievocare la mirabile analogia di San Giovanni Paolo II nella Lettera Enciclica Ecclesia de Eucharistia, viene offerta a tutti nell’Eucarestia, vera tensione verso la meta e pregustazione del Paradiso.
Il terzo, Resuscitare fino in fondo. Per il cui apparente paradosso, noi siamo resuscitati ogni giorno, ma al contempo non finiamo mai… di morire… fino alla nostra resurrezione finale. Protesi ad andare ove Cristo ci ha preceduti, ma consci che Lui è ancora qui che soffre in noi.
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La Quaresima come tempo di grazia e rinnovamento interiore
A conclusione dei lavori, in previsione della Quaresima il Vescovo ci esorta a fermarci dalla nostra corsa quotidiana, incessante ma superficiale e così vivere un vero giubileo di speranza.
Essendo la Quaresima spesso percepita come un periodo di mera austerità, mons. Vescovo ci ricorda che i santi ci insegnano come sia invece un tempo di grazia e rinnovamento interiore. Per San Francesco di Sales “la legge di Dio è tutta d’amore e tutta dolce” e con tale spirito bisogna immergersi negli scritti dei santi e riscoprire la freschezza e la gioia della nostra fede.
Solo chi sa conservare questo sguardo verso la luce celeste può rinascere a una nuova Pasqua. La speranza è desiderio profondo che abita il cuore di tutti, ma il futuro può apparire incerto, oscillando tra fiducia e timore, serenità e scoraggiamento. Il Giubileo, conclude il Vescovo, sia occasione per riaccendere la speranza e guardare avanti con rinnovata fiducia nel Signore.
A San Francesco di Sales patrono dei giornalisti e degli operatori delle comunicazioni sociali, la nostra comune perorazione, di guidarci in un cammino quaresimale lungo il quale una mai sopita vocazione all’impegno sociale sappia nutrirsi della Parola di Dio e ad essa ispirarsi.
Giuseppe Longo