Giubileo in diocesi 1 / “Mai come oggi l’uomo ha bisogno di misericordia”. Così il vescovo Raspanti dopo l’apertura della Porta Santa della Cattedrale

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Domenica 13 dicembre si è ufficialmente aperto anche nella nostra diocesi l’Anno Santo straordinario della giubileo apertura porta santa acireale 1Misericordia. Indetto dal Santo Padre Francesco, l’anno giubilare è stato inaugurato con la tradizionale apertura della porta santa nella chiesa Cattedrale diocesana; la cerimonia è stata presieduta dal vescovo mons. Antonino Raspanti alla presenza del vescovo emerito mons. Pio Vittorio Vigo nonché di tutti i parroci della città. Papa Francesco ha voluto in occasione di questo giubileo estendere tale atto, finora limitato alla Basilica di San Pietro in Vaticano, a tutte le cattedrali del mondo ma anche a santuari che nelle varie diocesi rivestono particolare importanza e nei quali lungo l’intero anno giubilare è possibile lucrare l’indulgenza plenaria. Nella nostra diocesi, per esempio, è stata aperta la Porta Santa nei santuari mariani di Valverde e Vena.

La solenne cerimonia si è iniziata con la ‘statio’ nel corso della quale, nella Basilica Collegiata di San Sebastiano martire, è stata data lettura della Bolla pontificia di indizione del Giubileo. Dopo la proclamazione della pericope evangelica del ‘padre misericordioso’, più nota come ‘parabola del figliol prodigo’ il quale tornando dal padre ne sperimenta pienamente la misericordia, ha avuto inizio il sacro corteo dei fedeli verso la chiesa Cattedrale; ivi giunto, il vescovo spalancava la ‘Porta Santa’ mentre era pronunciata l’antifona ‘aprite le porte della giustizia’ e, precedendo il clero ed i fedeli, faceva ingresso in chiesa baciando, come hanno fatto anche tutti i fedeli, la porta che Dio Padre apre a noi attraverso il Cristo Signore: è la porta della misericordia, attraverso la quale  possiamo abbandonare le tenebre del peccato e metterci alla luce della Grazia divina.

La cerimonia si svolgeva secondo diversi momenti; all’altare maggiore aveva inizio il rito penitenziale, con la benedizione dell’acqua con la quale i fedeli erano aspersi, a significare la necessità per ogni uomo di purificarsi alla luce della misericordia di Dio. Di seguito, il vescovo elevava al Signore la preghiera con cui chiedeva, per intercessione della Beata Vergine Maria e di tutti i Santi, il perdono di tutti i nostri peccati, il che, tuttavia, non può prescindere da una nostra sincera volontà di pentimento.

Dopo la proclamazione della pericope evangelica della terza domenica del tempo liturgico di Avvento, il vescovo pronunciava l’omelia, nel corso della quale egli evidenziava come il Santo Padre ha fortemente voluto la celebrazione di questo anno giubilare poiché mai come oggi l’uomo ha realmente bisogno di misericordia. Risulta, pertanto attuale la trilogia di parabole (il padre misericordioso, la pecorella smarrita ed il ritrovamento della moneta perduta) che insistono su questo tema. Dio, ricco di misericordia, chiama l’uomo ad un pentimento sincero; non si tratta, tuttavia, di un condono superficiale bensi di volerci offrire la possibilità di una ‘guarigione’ completa. Ciascuno di noi deve, tuttavia, riflettere sul fatto di trovarsi o meno nelle condizioni di ottenere il perdono di Dio. La misericordia, infatti, ha bisogno di essere accolta da un cuore puro, sincero e disponibile all’incontro col Padre misericordioso. Secondo il pensiero del Santo Padre, la Chiesa Universale è un ‘ospedale da campo’, ove abbiamo sempre la possibilità di curare le nostre ferite del peccato alla luce della Grazia divina. La Porta Santa è, dunque, il simbolo del cuore di Cristo che si apre per accoglierci. Il cuore del Giubileo è, dunque, ristabilire relazioni fraterne, sincere, generose, affinchè, come dice san Francesco d’Assisi, possiamo divenire autentici ‘strumenti di pace’.

Altro momento era la rinnovazione della promesse battesimali, che costituiscono quella fede della Chiesa che, particolarmente in questo anno giubilare, siamo tenuti a custodire gelosamente quale inestimabile tesoro; prima della benedizione finale, impartita a nome del Santo Padre, il vescovo benediceva ed aspergeva l’icona della misericordia presentatagli dai rappresentanti della Consulta Giovanile diocesana ed infine esortava la porzione del popolo di Dio affidata alle sue ‘cure spirituali’ ad affidare tutte le intenzioni per l’anno giubilare alla materna intercessione della Beata Vergine Maria, la ‘Madre della Misericordia’, affinchè ella interceda presso il suo Divin Figlio a che Egli possa in ogni momento a tutti concedere la guarigione fisica e spirituale.

Nando Costarelli

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