Il Global Risk Report 2025 è lo studio redatto dal World Economic Forum (WEF) sui maggiori scenari di rischio globali a breve medio e lungo termine. Questo report è realizzato tramite l’intervista ad oltre 900 candidati provenienti da svariati settori, tra cui esperti di rischi globali, politici e imprenditori di multinazionali. Il WEF è una organizzazione non governativa sovvenzionata da oltre mille aziende multinazionali associate. Dovrebbe quindi essere un punto di incontro dove vari esponenti politici industriali finanziari e accademici discutono sui principali problemi del mondo.
Global Risk Report 2025 / Il quadro generale
In generale è emerso uno scenario preoccupante sia nel breve termine che nel medio-lungo termine. Nel breve termine (2 anni) la maggior parte degli intervistati ritiene la situazione instabile 52%, il 31% turbolenta e il 5% tempestosa. In totale un aumento di 4 punti percentuali sulle stime dello scorso anno. Nel medio-lungo termine (10 anni) le prospettive diventano ancora peggiori. Il 62% si aspetta tempi tempestosi o turbolenti, secondo la maggioranza degli intervistati le istituzioni di governo e i meccanismi sociali che abbiamo oggi sarebbero inadatti a far fronte alle sfide che ci troviamo davanti. I parametri descritti (stabile instabile e tempestosa) sono usati per descrivere grossolanamente l’idea del futuro secondo gli intervistati.
Il grado di “instabilità” indica una situazione di instabilità internazionale, con un moderato rischio di catastrofi globali. La “turbolenza” indica grandi sconvolgimenti e elevati rischi di catastrofi globali. Infine con “tempestosa” si intende una situazione in cui le catastrofi globali sono viste come imminenti. Secondo la maggior parte degli esperti il 2035 potrebbe essere il punto di non ritorno per l’umanità, con l’inasprirsi dei conflitti tra stati e le imminenti catastrofi climatiche.
Global Risk Report 2025 / Le maggiori aree di rischio
Il rischio attuale n.1 nel breve periodo secondo la maggioranza degli intervistati è il conflitto armato tra stati. Questo chiaramente per l’inasprimento delle tensioni tra gli Stati, con la guerra Russo-Ucraina, il genocidio in Palestina, il consolidamento di nuove grandi potenze e nuovi grandi blocchi di alleanze, le spese militari non sono mai state così alte da dopo la guerra fredda. Sotto questo punto di vista la “sicurezza nazionale” prende un posto fondamentale in tutte le agende politiche con una visione quasi a senso unico, per questo si parla di recessione geopolitica, di un sostanziale ritorno alla guerra e alla violenza, si verifica un grande peggioramento delle conseguenze umanitaria dei conflitti.
L’altra grande area di rischio, percepita come la prima in un’ottica decennale, sono i cambiamenti climatici. La paura di un cambiamento climatico irreversibile cresce nel medio-lungo periodo, occupando i primi posti delle maggiori preoccupazioni in un oeriodo di 10 anni. Eventi climatici estremi, perdita di biodiversità, cambiamenti critici del sistema terrestre e penuria di risorse. Questi eventi secondo gli intervistati costituiscono i maggiori rischi in un’ottica decennale, e potrebbero causare morte e distruzione in quantità mai vista prima.
Il cambiamento climatico è principalmente causato da un’economia ad alto impatto ambientale, che orienta i capitali verso imprese che inquinano ma che allo stesso tempo generano alti profitti. Una delle soluzioni proposte in merito riguarda la cosidetta “finanza etica”, che ha l’obiettivo di orientare gli investimenti verso attività che portano un beneficio alla società civile nel medio lungo termine, in campo ambientale e sociale. Questo tipo di attività esclude le imprese che violano gli standard etici e ambientali.
Global Risk Report 2025 / Frammentazione sociale e rischi tecnologici
La frammentazione sociale è tra i maggiori rischi individuati nel breve termine, e che potrebbero ingigantirsi nel lungo termine. L’inflazione e le differenze di salario sempre più grandi stanno creando divari economici e sociali insanabili, generando moltissima frammentazione e disuguaglianza sociale. Come riporta il resoconto dello studio “nelle società in fase di superinvecchiamento, come Giappone, Corea del Sud, Italia o Germania, tendenze demografiche sfavorevoli potrebbero accentuare questi rischi nei prossimi 10 anni”.
Anche le nuove tecnologie, in particolare l’intelligenza artificiale, sono state attenzionate. Nella classifica dei rischi decennali infatti vengono menzionate, in particolare in relazione alla potenziale disinformazione su larga scala causata dalle nuove IA Generative. Tramite la creazione di contenuti falsi diffusi su larga scala in grado di condizionare l’opinione pubblica. Anche la censura e lo spionaggio in campo informatico sono ritenuti dei rischi considerevoli sul piano decennale.
Carlo Nibali