(29-7-2013) Brevi istantanee della Messa finale della Gmg. Il posto principale ancora una volta è stato per i più disagiati, i più piccoli, i più anziani, i malati. L’affidamento dell’impegno missionario. Il segno: cinque piccole statue del Cristo Redentore del Corcovado donate ad altrettanti giovani, rappresentanti dei cinque continenti.
C’è il sole stamattina a Copacabana. E il Redentore del Corcovado, con le sue enormi braccia aperte sembra abbracciare gli oltre tre milioni di giovani accorsi per partecipare alla Messa finale della Gmg di Rio de Janeiro. Sin dalle prime ore dell’alba, i giovani – la maggior parte dei quali dopo la Veglia di ieri sera è rimasta a dormire in spiaggia – si sono assiepati lungo le transenne del percorso papale per accogliere Papa Francesco e scortarlo fino al palco della Messa. Ancora una volta i giovani hanno voluto abbracciare il Papa che ha ricambiato lasciando alcune istantanee, molto forti, che resteranno nella memoria di questa Gmg.
Il giovane disabile. La papamobile non aveva percorso molti metri quando un giovane disabile è stato issato dai suoi amici e da volontari verso Francesco, in piedi sulla vettura. Francesco lo ha abbracciato, accarezzato e baciato. Il giovane gli ha donato una maglietta ricambiata con un abbraccio ancora più forte e una benedizione. Poco più avanti una signora in là con gli anni si è portata verso il corteo papale, anche qui un altro incontro, il primo con un’anziana. Sono tornate alla mente le parole che Francesco ha dedicato in questa Gmg ai nonni e alle persone anziane. Tanti bambini, poi, accarezzati, baciati e benedetti. Un Pontificato che si arricchisce di segni e gesti ogni volta, dalle udienze, agli incontri, fino a questo grande evento, con oltre tre milioni di giovani, che può essere considerato come un vero battesimo di fuoco per il Papa sudamericano. Il Papa va incontro alle periferie che siano luoghi fisici come la favela di Varginha o il centro immigrati a Lampedusa, o persone povere, disagiate, carcerate, malate, anziane, sole, indifese come i bambini. Come dimenticare, allora, la bimba anencefala, nata cioè senza cervello e accolta dai suoi genitori come dono della vita, nella processione dell’offertorio? All’abbraccio del padre che la portava stretta al petto si è aggiunto quello della Chiesa, l’abbraccio tenero di Francesco. Anche qui una carezza a sfiorare la piccola e la sua famiglia. Le mani del Papa sulla testa dei genitori “come gesto di benvenuto e di offerta di una vita a Dio”.
Lenzuola bianche sui grattacieli. La celebrazione va avanti, interrotta brevemente da un applauso diretto ai grandi, eleganti palazzi e hotel del lungomare di Copacabana, dalle cui finestre venivano sventolate lenzuola bianche in segno di saluto ai giovani e al Papa. I canti hanno cullato il raccoglimento dell’assemblea, proseguito nel silenzio, anche dopo la comunione. Fino al mandato, “andate, senza paura, per servire”, tre parole accompagnate da un segno: cinque piccole statue del Cristo Redentore del Corcovado donate ad altrettanti giovani, rappresentanti dei cinque continenti. “Andate e fate discepoli tutti i popoli!”. Il cammino continua, e Cracovia, nel 2016, è solo una tappa.
(Fonte: SIR)