Gmg Cracovia / Le catechesi si fanno a braccio. Botta e risposta tra giovani e vescovi, nello stile di Francesco

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La Gmg degli Italiani, e la novità delle catechesi: niente discorsi scritti, quelli possono restare chiusi nel cassetto o in un file del computer, ma solo risposte a braccio. Distanze azzerate. I giovani chiedono, aprono i loro cuori e i vescovi rispondono. Ieri il primo atto, tantissime domande dei giovani che hanno incalzato i loro pastori sui temi della sofferenza, della giustizia, dell’odio, della violenza, ma anche con i loro sogni e ideali, la voglia di futuro. Oggi il secondo atto. In attesa di continuare  una volta tornati a casa. Nello stile di Papa Francesco.

Non catechesi nel senso tradizionale del termine, ma dei veri e propri botta e risposta tra i giovani e i loro 755x491xgmg2016Cracovia28lug2016_0100_resize-755x491.jpg.pagespeed.ic.kxTOGZUfwLvescovi.

Un dialogo franco e sincero nello stile di Papa Francesco.

Niente discorsi scritti, insomma, quelli possono restare chiusi nel cassetto o in un file del computer, ma solo risposte a braccio. È una delle novità della Giornata mondiale della Gioventù in salsa azzurra, voluta dal Servizio nazionale per la Pastorale giovanile (Snpg) per la Gmg di Cracovia. Il primo atto si è svolto, il 27 luglio, in concomitanza del Pellegrinaggio della Misericordia, quando i vescovi sono stati invitati a partecipare con i propri giovani al passaggio della Porta Santa presso il santuario della Divina Misericordia di Łagiewniki. Ogni Vescovo ha tenuto in questa occasione una meditazione di apertura della giornata. Ieri e oggi, 29 luglio, le altre due catechesi caratterizzate, invece, da una struttura ben definita: alle ore 9.00, accoglienza dei giovani, colazione e animazione con canti e preghiere, alle 9.45 la Sessione di catechesi e dialogo dei giovani con il vescovo (domande a tema, osservazioni). Dopo una breve pausa la celebrazione della messa presieduta da un altro vescovo incaricato. Per stimolare il dialogo e le domande dei giovani il Snpg ha messo a disposizione dei gruppi alcuni video utili a introdurre la riflessione iniziale del vescovo.

Tante domande, pezzi di vita quotidiana. E a ben guardare quanto avvenuto nei circa 50 luoghi di catechesi, i giovani italiani hanno apprezzato la novità e oggi sono pronti di nuovo a mettere in difficoltà i loro pastori con domande sempre più taglienti. Nessuna volontà di mettere alla prova i loro pastori, ma solo il bisogno di avere delle risposte, delle chiavi di lettura per la loro vita. Tanti gli interrogativi posti dai giovani: che cosa è la misericordia, come seguire i propri sogni e ideali, come vivere il perdono al tempo dell’odio, dell’intolleranza e del terrorismo, il senso della fragilità, della malattia e della sofferenza, il rapporto tra misericordia e giustizia, il valore della libertà, la difesa degli ultimi, se è giusto o meno giungere a compromessi. E poi ancora “come posso perdonare me stesso? E vincere i miei rancori? E convivere con altri fuori dal mio giro?” La difficoltà a essere misericordiosi, non solo con gli altri ma anche con se stessi, il desiderio della gioia…

Tante domande, interrogativi e dubbi che descrivono la vita quotidiana dei giovani e la loro voglia di idee, di impegno e sopratutto di futuro.

Molti di loro, vincendo la timidezza, hanno alzato la mano, preso il microfono e posto la domanda a volte rimbeccando la risposta del vescovo, in un dialogo serrato e senza sconti, né dall’una né dall’altra parte. In altri casi le domande sono state pescate a caso da un cestino, posto significativamente ai piedi dell’altare. In tutti i casi i vescovi, microfono alla mano, non sono rimasti seduti sull’altare, sono scesi tra i giovani, li hanno guardati negli occhi, li hanno chiamati con il loro nome, domandato che facessero, gli sono andati vicino.

Proposte di impegno. Alla fine dell’incontro le distanze tra i giovani e i loro vescovi erano azzerate, come testimoniano i tanti selfie scattati prima dei saluti, in una sorta di rito giovanile per dire “io c’ero”. Ma non finisce qui a Cracovia. Domenica sera si ritorna a casa. E qui il dialogo intrapreso deve continuare, come detto ieri dal cardinale Angelo Bagnasco al termine del suo incontro con i giovani, indicando anche i ‘luoghi’ che, per non smarrirsi, è necessario abitare:

“La sostanza della vita è fatta dai legami veri: sentitevi a casa nella Chiesa, frequentate la bellezza della Parola di Dio, non privatevi del tesoro della Confessione, né della mensa dell’Eucaristia e, infine, lasciatevi incontrare dai fratelli: con i loro bisogni, ci costringono a uscire da noi stessi; così facendo, ci provocano a saperci mettere a servizio”.

Una proposta di vita, un progetto di misericordia. Come Gmg insegna…

Daniele Rocchi

 

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