Governo / Appello delle associazioni al presidente Draghi

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mario draghi parlamento europeo

Associazioni, più di mille sindaci e i rettori delle università italiane fanno appello perché il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, non si dimetta dalla carica di capo del Governo. Come riporta Avvenire, Acli, Azione Cattolica Italiana e Meic fanno parte dei firmatari dell’appello. Anche Arci, Confcooperative, Cnca, Legambiente e Legacoop Sociali sostengono l’iniziativa, senza dimenticare più di mille sindaci di altrettanti comuni italiani. Alle loro voci si aggiunge quella dei rettori delle università italiane tramite una lettera al Corriere della Sera. A scriverla è Ferruccio Testa, presidente del CRUI (Conferenza dei rettori delle università italiane).

La richiesta perché Mario Draghi non si dimetta appare su testate giornalistiche e gli innumerevoli editoriali delle associazioni appena citate. Tutti uniti nella speranza di scongiurare una crisi o, perlomeno, un rallentamento dei progetti economici e politici che il paese deve necessariamente affrontare.

Governo Draghi / I contenuti dell’appello

L’appello cita i temi più disparati, tutti però fanno parte di un insieme di sfide e ostacoli che non possono essere ignorati. Riguardo le conseguenze il testo recita:

Ne pagheremmo tutti le conseguenze, soprattutto chi già è o sarà più colpito dal convergere, in una tempesta perfetta, di più crisi lontane dall’essere risolte, come la guerra globale, l’esodo dei rifugiati e di tanti poveri, l’inflazione e l’esplosione delle diseguaglianze, la pandemia e le devastazioni conseguenti alla crisi climatica e alle violenze sull’ambiente. Il tutto mentre nel nostro Paese crescono in modo preoccupante poteri criminali, corruzione e mafie.

governo draghi montecitorio

Il CRUI, tramite Testa, invece punta specialmente a evidenziare l’impatto sui “giovani studenti” e l’apparente torpore che li avvolge riguardo la possibilità di protestare attivamente:

I giovani studenti del nostro Paese hanno bisogno di esempi da seguire e di riferimenti da ricordare. Gli studenti vivono questa ennesima vicenda con rassegnazione. Non scenderanno in piazza non perché non abbiano un’opinione a riguardo, ma perché ipotizzo non abbiano né la voglia né l’interesse ad assecondare i giochi della politica.

Si fa leva, quindi, sulla questione della responsabilità politica e civile.

Governo Draghi / I prossimi passi

L’incertezza di stabilità politica si spera abbia vita breve: oggi, 19 luglio 2022, il premier si è recato al Quirinale. Inoltre, il voto di fiducia al Senato e alla Camera è atteso per il 20 luglio 2022. L’attuale stato delle cose internazionali prevede vigilanza constante e lo spettro della crisi sociale, monetaria ed energetica richiede di essere dissolto.

Simone Corsaro

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