Tra le storie più avvincenti di Sicilia, annoveriamo certamente gli sviluppi della potente famiglia Moncada.
Origini della famiglia Moncada
Partiamo dal medioevo, quando Caltanissetta conosce un lungo isolamento: lontana dalle rotte commerciali, il suo grano arrivava ai mercati con fatica. La vita della città cambia quando la potente famiglia dei Moncada si insedia in città. Questa famiglia, già nel 1407, aveva il titolo di conti di Caltanissetta. I Moncada erano la più importante famiglia siciliana, rispettata anche dal re di Spagna Filippo II. La fondazione della dinastia Moncada viene attribuita a Dapifero, figlio di un Teodone dei duchi di Baviera, che nell’VIII secolo giunse sui Pirenei per combattere contro i Mori. Dapifero uccise tre Re Mori ed arginò l’espansione territoriale saracena incatenando due monti della Catalogna, in mezzo ai quali vi edificò un castello chiamato Montecateno. Quando Dapifero morì, lasciò come unico erede Arnaldo, cui l’imperatore Carlo Magno diede in feudo la terra di Montcada, di cui divenne primo signore.
La famiglia Moncada di Spagna prima che in Sicilia
Guglielmo Raimondo II di Moncada sposò Costanza d’Aragona: dall’unione nacquero tre figli, e di questi, Pietro, I barone di Aitona. Re Giacomo I d’Aragona gli donò un castello situato nella zona che venne rinominata Montcada, da cui ebbe origine l’odierno comune. Dai baroni di Aitona derivarono altri rami, come quello dei baroni di Llagostera, iniziato da Otto I di Moncada, III barone di Aitona. Il figlio cadetto Pietro divenne governatore della Sardegna nel 1398.
Nel 1492, con la definitiva cacciata dalla penisola iberica degli occupanti musulmani dopo oltre 750 anni di battaglie combattute per la Reconquista, avvenne l’unificazione delle corone di Aragona e Castiglia. I Moncada svolsero così un ruolo politico di primo piano anche nel nascente impero spagnolo, sorto dopo l’insediamento al trono degli Asburgo. I Moncada di Spagna si estinsero in linea maschile diretta alla morte nel 1727 di Guillén Ramón de Moncada. Non lasciò discendenza mascolina. Ma la figlia María Teresa de Moncada y Benavides sposò Luis Antonio Fernández e il titolo di Marchese di Aitona confluì come accennato nel casato dei Duchi di Medinaceli.
La famiglia Moncada in Sicilia
La dinastia fu portata in Sicilia alla fine del XIII secolo dal nobile e militare catalano Guglielmo Raimondo di Moncada, secondo barone di Aitona. Egli giunse nell’isola nel 1298 e qui sostenne il principe Federico III d’Aragona contro gli Angioini nella Guerra del Vespro, in appoggio ai ribelli siciliani. La guerra fu vinta dai ribelli che cacciarono gli Angioini dalla Sicilia. Il re di Trinacria, per ricompensarlo dei suoi servigi, gli fece sposare la nobildonna Lucchina Alagona, figlia di Guglielmo. L’antico ramo dei Conti di Agosta nel XV secolo si suddivise in due rami, quello dei Conti di Caltanissetta e quello dei Conti di Adernò. Matteo Moncada Alagona ottenne dal Re Martino la Contea di Agosta con la terra e il castello di Caltanissetta.
La Contea di Adernò pervenne ai Moncada per eredità dagli Sclafani, dopo una lunga lotta di successione con i Peralta. Dopo appena un secolo, avvenne la riunificazione dei due rami comitali, poiché quello dei Conti di Caltanissetta si estinse in linea maschile con Antonio Moncada d’Aragona. Dall’unione di Guglielmo Raimondo e Contissella Moncada, nacque Antonio X Conte di Caltanissetta che sposò Giovanna Eleonora de Luna Rosso e da cui nacque Francesco VII Conte dì Adernò, che venne investito del titolo di Principe di Paternò. Il titolo ebbe origine nel 1565 e l’elevazione a principato della terra di Paternò. La linea principale dei Moncada di Sicilia è ancora oggi rappresentata dai Moncada di Paternò.
Famiglia Moncada / Una storia importante per la Sicilia
Caltanissetta stava vivendo un periodo buio e di povertà, la vita della città cambia quando la potente famiglia dei Moncada, si insedia in città. La famiglia già nel 1407 aveva il titolo di conti di Caltanissetta e ne possedeva il territorio. Nella prima metà del Cinquecento i Moncada conoscono le alterne fortune della politica, poi accrescono le proprietà sino a governare su un territorio che arriva alle pendici dell’ Etna e ad Augusta. Sono anni di generale regressione, ma i Moncada possono vantare una rendita equivalente a un sesto delle entrate siciliane. La ricchezza dello Stato feudale dei Moncada deriva dal grano: il frumento era venduto in grandi quantità nei commerci fiorentini, catalani e genovesi. Sembrava che i feudi della famiglia Moncada fossero un’ autentica miniera d’ oro.
La contessa Aloisa per mezzo secolo lavorò senza sosta per accrescere la potenza dei Moncada e lo splendore di Caltanissetta. Sembrava che tutto andasse per il meglio. Nei 37 feudi dei Moncada, nel 1565 troviamo più di 300 affittuari: Aloisia lavorava per la grandezza e l’onore del casato, anche se ciò comportava un enorme dispendio. I Moncada però mostravano un tenore di vita troppo dispendioso: visitavano i feudi di rado e infine cominciarono a venderli. Il 1627 fu in particolare un anno di carestie e cattiva politica, nonché di congiure contro i dominatori spagnoli: tutto questo provocò molte condanne.
Dilaniati da lunghe lotte interne, i Moncada conobbero così un inevitabile declino. L’ultimo a governare fu Luigi Guglielmo: aveva il sogno di costruire un’immensa fortezza ma purtroppo non fu mai completata. Questo divenne il simbolo d’una famiglia che ha perso tutto dopo decenni e decenni di splendere. E che non ha potuto fare diventare Caltanissetta quello splendore di città che avrebbe sognato.
Clara Maria Privato