Nel salone parrocchiale di Guardia, frazione di Acireale, si è svolto un evento dal titolo “Tradizioni, parole e note di San Giuseppe”. Ne sono stati approfonditi i tratti storici e, a seguire, una ricca rassegna di poesie di vari autori locali.

Il parroco don Ludger Rakotonirina porge i saluti assieme alla dott.ssa Antonella Di Maggio, responsabile della Biblioteca “Riccardo Di Maggio”, e a Salvatore Cristaldi, presidente della locale associazione culturale “Notti magiche”.
La dott.ssa Di Maggio esordisce dicendo che la tradizione della festa di San Giuseppe a Guardia è vecchia di circa 106 anni, come riferito dai più longevi. Poi si complimenta con Salvo Cristaldi per la collaborazione nell’organizzazione della manifestazione, grazie alle sue capacità e a quelle dell’associazione culturale e sportiva di Guardia “Notti Magiche”.
“E’ importante fare rete – asserisce – essere tutti a servizio della comunità con senso di appartenenza e aggregazione”. Indi ringrazia don Ludger per l’appoggio costante alle tante iniziative della comunità.
Riferendosi alla biblioteca nata da una parte dei volumi raccolti dal padre nella residenza di campagna (ubicata proprio a Guardia) e successivamente arricchita, la dott.ssa Di Maggio spiega che “è presente dall’ottobre 2015. Si trova nei locali sottostanti il salone. In questi anni vi sono stati numerosi incontri con autori vari dell’hinterland catanese. Contiene circa duemila volumi, e a volerla fu l’allora parroco padre Giovanni Cavallaro. Racchiude un patrimonio di memoria che deve essere trasmesso”.

La festa di san Giuseppe coinvolge tutta la comunità
Interviene Salvatore Cristaldi che presiede il comitato di San Giuseppe. “Una volta veniva distribuita la ‘pasta e ceci’ ai poveri del paese e dei paesi limitrofi. Oggi sarebbe ciò anacronistico – spiega -. La festa si veste di abiti contemporanei, e coinvolge tutta la comunità, con attività ricreative e culturali. Vogliamo trasferirne la memoria storica anche con questa serata e raccontare la tradizione con la musica, la poesia, e i cenni storici.
Sono presenti l’Associazione Nazionale Carabinieri di Guardia Mangano, presieduta da Ferdinando Oliva, il consigliere comunale Sara Pittera e il presidente del consiglio comunale di Acireale Michele Greco. Questi sottolinea come cultura e tradizione camminino assieme in un binomio inscindibile.

La ricerca del prof. Vecchio su San Giuseppe
Interviene quindi il prof. Giovanni Vecchio esperto di storia e tradizioni. Egli spiega che molte rappresentazioni sono frutto dell’immaginario popolare e delle poche frasi del Vangelo riferite al nostro Santo. Il culto si sviluppò prima in Oriente e pian piano in Occidente soprattutto grazie ai Santi Tommaso, Gertrude, Brigida e nel secolo XVI a Santa Teresa di Gesù.
Pio IX dichiarò l’8 dicembre 1870 San Giuseppe “Patrono della Chiesa Universale” e nel 1955 Pio XII istituì la festa di San Giuseppe artigiano, il primo maggio.
Egli viene sempre rappresentato molto vecchio. Ma, dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica ha provveduto a “correggerne” questa vecchia rappresentazione. Il professore ha fatto una ricerca a tal riguardo: se davvero Giuseppe fosse stato così vecchio, non avrebbe potuto percorrere a piedi i 350 km di andata e ritorno che separano Nazareth, sua residenza, da Betlemme luogo del censimento. Quindi certamente era giovane e forte.
San Giuseppe è il protettore degli orfani e delle ragazze da marito. La festa ricorre in piena Quaresima ed il popolo poteva così mangiare qualcosa di diverso, come zeppole o frittelle di riso.

La parola ai poeti
Prende la parola il primo poeta Alessandro Cristaldi, che riferisce il suo pensiero: “Credo che San Giuseppe ha lacerato le tenebre del cuore, dell’anima, della mente perché ha aderito ad un progetto divino, ad un progetto di vita eterna”.
Il secondo poeta Nino De Maria scrive con un suo stile tipico, fatto di quartine di ottonari a rima baciata.
A seguire la poesia di Giovanna Greco e poi Maria Leotta e Lina Palmieri. Quest’ultima fa riflettere su come il “filo rosso” che ha unito gli eventi della Sacra Famiglia sia stato l’amore di San Giuseppe verso la sua sposa, la sua famiglia, unito ad una fede incrollabile.
In ultimo il poeta Vincenzo Quattrocchi e poi un “inedito”, la poesia del giornalista Peppino Vecchio.
Gli intermezzi musicali sono stati di Daniela Greco (voce) e di Gesuele Sciacca (chitarra e voce) sui testi “A mio padre” di Alfonso Gatto (1909-1976), su uno dello stesso Gesuele dedicato a tutti i papà scomparsi, e sull'”Ave Maria” di De Andrè.

La lettera di don Tonino Bello
Infine l’attore Giovanni Calabretta ha letto la “Lettera a San Giuseppe” di Don Tonino Bello, dove si sottolinea il valore del “pane”, dell’”acqua” e del “vino”, trilogia dell’”essenziale”. “Il succo della vite sarà un giorno sacramento del sabato eterno”. “L’acqua la quale è utile et umile, et preziosa et casta”. “Dammi anche di quel pane, spezzalo con me, un giorno anche tuo figlio lo spezzerà e la speranza traboccherà sulla terra”.
Alla fine della serata ogni famiglia ha ricevuto in omaggio un giglio benedetto ed una pergamena con una preghiera dal titolo “Memorare San Giuseppe”.
Adele Maugeri