Le recentissime notizie dai territori di guerra: dell’attentato a Daria Dugin, l’esplosione del ponte in Crimea e l’attesissimo G20. Questi eventi si preparano a dare una svolta al conflitto. Le notizie si rincorrono e ogni media possibile cerca di non far calare il sipario sul dramma della guerra.
Guerra / Dall’attentato di Daria Dugin al G20
I temi più caldi sono certamente la rivelazione sull’attentato a Daria Dugin (Dar’Ja Dugina), la distruzione del ponte che di collegamento tra Crimea e Russia, fino al possibile incontro fra i due leader, Putin e Zelensky, presso il Summit del G20 in Indonesia a Novembre. È dal 20 Febbraio di quest’anno che la guerra è tornata a far parlare di sé in Occidente. Con l’invasione russa in Ucraina si è interrotto un apparente periodo di pace. Sono molti coloro che si sono espressi in questi mesi, cercando di comprendere a fondo le cause profonde della guerra, ma vediamo insieme gli ultimi sviluppi.
Guerra / L’attentato a Daria Dugin
La recentissima notizia pubblicata dai colleghi dell’autorevole New York Times circa l’attentato a Dar’Ja Dugina e gli ultimi risvolti sono d’impatto e potrebbero modificare il risvolto del conflitto. In data 5 Ottobre il NYT ha pubblicato un articolo in cui attesta la responsabilità dell’uccisione della figlia del filosofo Aleksandr Gelʹevič Dugin, la giovane Dar’ja Dugina, all’Ucraina.Aleksandr Gelʹevič Dugin è il principale ideologo dell’eurasiatismo contemporaneo (dai critici considerato una forma di neofascismo). Nella sua teoria coniuga il tradizionalismo integrale con il pensiero di Heidegger, contribuendo a un nuovo “tradizionalismo russo”. La sua ideologia è antioccidentale di estrema destra.
Dugin ha stretti legami con il Cremlino e le forze armate russe, avendo servito come consigliere del presidente della Duma di Stato e del membro di spicco di Russia Unita, Sergej Naryškin. Per questi motivi la stampa lo ha soprannominato “il Rasputin del Cremlino” e “l’ideologo di Putin” descrivendolo come un suo consigliere o ispiratore filosofico, sebbene abbia criticato le sue collaborazioni con l’Occidente.
Dar’Ja Dugina, anche lei laureata in filosofia, seguì le orme del padre, alleandosi con il Movimento Internazionale Eurasiatista e lavorò per loro come commentatrice politica. Sono in molti a sostenere che la sera del 20 Agosto l’obiettivo non fosse lei, quanto più il padre. Ad indagare sono stati i servizi segreti russi e la notizia è stata fatta trapelare la mattina del 5 ottobre dal New York Times. Nell’articolo si legge infatti l’attribuzione dell’origine dell’attentato ai servizi ucraini, più precisamente ad una donna. Nessuna delle parti ha ancora confermato.
Guerra / Il summit G20 e incontro fra Putin e Zelensky
Il “The National” ha riportato la dichiarazione dell’Ambasciatore indonesiano negli Emirati Arabi Uniti, Husin Bagis, secondo cui sia il presiedente ucraino Zelensky che il presidente russo Putin prenderanno parte al summit del G20 in Indonesia a Novembre. Se Zelensky e Putin dovessero effettivamente essere presenti, questa sarebbe la loro prima apparizione insieme, nello stesso luogo, dall’inizio del conflitto. Il diplomatico riferisce che entrambi sono concordi sulla difficoltà delle situazione. Per evitare qualsiasi tensione e problema, i due leader soggiorneranno in hotel diversi: questa è la rassicurazione dell’ambasciatore indonesiano.
Guerra / Tra l’attentato a Daria Dugin ed il G20, l’esplosione del ponte in Crimea
Altrettanto recente è la notizia dell’esplosione che ha danneggiato il ponte della Crimea. Il ponte è, o meglio, era un fondamentale punto di collegamento tra la penisola della Crimea e il territorio Russo. Il ponte “Kerch Strait” ha un valore simbolico e strategico estremamente rilevante per la Russia. Nel passato era stato un importante simbolo di rivendicazione per Putin nei confronti della Crimea, tanto che all’inaugurazione fu lo stesso Putin a guidare il camion che attraversò il ponte.
Il ponte è l’unica strada militare di collegamento e la sua parziale distruzione condiziona la possibilità di far pervenire approvvigionamenti (gasolio, equipaggiamenti e munizioni) alle unità militari russe situate al sud dell’Ucraina. Le notizie circa l’origine dell’incendio sono varie, alcuni hanno riportato che a causare l’esplosione sia stato un camion bomba controllato dai servizi segreti ucraini. La notizia è stata riportata dall’Unian (Ukrainian Independent Information Agency), che cita fonti della sicurezza di Kiev.
Putin ha già dato ordine di ricostruzione del ponte lo stesso giorno della distruzione. Nel frattempo ha affidato ad una Commissione d’inchiesta il compito di accertarsi sulla reale origine dell’esplosione. Se la commissione dovesse effettivamente scoprire che non si sia trattato di un incidente, bensì di un atto terroristico, questo verrebbe identificato come attacco ad un’infrastruttura russa. Ciò causerebbe l’apertura di vari scenari: al primo posto Putin e il governo potrebbero decidere di attaccare l’Ucraina con armi non convenzionali. In secondo luogo, si potrebbe modificare la natura dell’operazione. Se fino ad oggi la Russia ha parlato di “operazione militare speciale”, con questo attentato ai danni del ponte l’operazione potrebbe diventare di natura antiterroristica. Lo stesso nome che riporta alla memoria l’operazione in Cecenia e tutto ciò che essa comportò.
Vittoria Grasso