Guerra Israele-Hamas / Il terrorismo di Hamas e le gravi colpe di Gerusalemme

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guerra Israele-Palestina

Il gravissimo attacco terroristico che Hamas ha portato il 7 ottobre fin dentro gli insediamenti ebraici (i kibbutz) dei territori arabi occupati, della guerra del ‘67, con le uccisioni, i ferimenti ed i sequestri delle persone indifese, là dimoranti, ha provocato, con l’orrore e la costernazione generali della comunità civile tutta, la severa condanna del Mondo.                                                                                                                          Ma insieme a quello, ha anche riportato alla ribalta la condizione, sempre presente, del popolo Palestinese che, in verità, é ancora in attesa di avere uno Stato suo autonomo. Ed é in attesa da ben 75 anni. Cioè in definitiva, da quando, nel 1948, venne fondato ed eretto lo stesso Stato di Israele.

Guerra Israele-Hamas: la crudeltà dei terroristi

Hamas ha colpito, con crudeltà e ferocia, i coloni israeliani, agendo con fulminea rapidità.    Ma la gravissima strage, che ne é derivata, e che é stata consumata con tutta quella violenza, non deve porre il popolo Palestinese in una condizione che in nessun caso possa essere considerata “responsabile oggettivo” della violenza perpetrata da Hamas.   All’interno della comunità di Gaza vivono e si nascondono sicuramente elementi armati dell’organizzazione terroristica. Vivono ben mimetizzati in cunìcoli, sotterranei o caverne.rovine e distruzione

I Palestinesi amano la pace e la convivenza civile

Ma il fanatismo, l’odio e la vendetta nulla hanno in comune con la comunità di Gaza e con l’intero popolo della Palestina. Il popolo Palestinese, nella sua generale unità, ha aspirato alla pace e continuerà ad aspirare alla convivenza civile, anche nel futuro. Hamas ha, al contrario, l’interesse alla contrapposizione violenta tra sé e Gerusalemme. In essa si alimentano e crescono l’odio e la violenza.
E vicendevolmente, nascono e si sviluppano procedure di azione-reazione che nulla di utile hanno mai creato. E a nulla di positivo, hanno mai condotto. Hanno solo alimentato conflitti armati. Sulla violenza, non é mai stato possibile edificare alcuna civiltà. Il popolo Palestinese, che ha sempre ricevuto danni da violenze e conflitti, non solo non condivide il sistema di lotta di Hamas, ma si contrappone ad esso.

Guerra Israele-Hamas: la reazione di Tel Aviv

Per tal motivo, la reazione degli israeliani deve indubbiamente essere proporzionata e mirata, se veramente vuole avere come obiettivo la sconfitta del terrore. Diversamente, alimenterà sempre l’odio e la vendetta, senza scopi e mete. Le stragi contro i civili palestinesi, gli attacchi o i bombardamenti ai campi dei profughi della striscia di Gaza, sono tutti atti che aggravano e non risolvono certo in senso favorevole, la condizione del popolo palestinese. conflitto Israele-Palestina

Aggravano la condizione invivibile della Palestina, senza risolvere il conflitto in corso, tra Hamas ed Israele. Il coinvolgimento dei civili nella guerra al terrorismo con atti disumani è contrario a qualunque logica umanitaria e regola giuridica. Pone lo Stato d’Israele ben al di là della legittima difesa internazionale.                                                                                                                                      Difesa legittima che deve essere necessariamente ponderata, proporzionata, misurata e mirata. Qualunque massacro di civili travolge il diritto internazionale e si pone sullo stesso piano dell’azione che vorrebbe sconfiggere: il terrorismo di Hamas. Un’ azione che nulla ha o avrebbe a che vedere con la lotta al terrorismo.

Necessario aiutare e non odiare i Palestinesi

La popolazione della Palestina deve invece essere aiutata e non bombardata. Gaza ha bisogno di viveri, generi o beni di prima necessità, acqua, in quanto già vive in una condizione drammatica, dal punto di vista umanitario ed igienico. La contrapposizione tra la crudeltà e la barbarie di Hamas e la stessa spietatezza  di Israele, pone entrambi i belligeranti ben al di fuori della tutela del diritto internazionale.

Guerra Israele-Hamas: nessuno è senza peccato

Nella condizione in cui vive e persiste a vivere il popolo della Palestina, nessuna comunità mondiale ha il diritto di “giudicare o vendicare” alcuno o qualcosa. Nessuno ha il diritto di scagliare pietre.  Al contrario, solo dopo avere deposto tutti insieme le pietre che sono nelle mani, pronte a colpire, sarà possibile costruire qualcosa di positivo per il futuro. Mettendo insieme perfino tutte le rispettive pietre, una sull’altra, senza più la tentazione di usarle come armi.

Sebastiano Catalano
Giovanna Fortunato

 

 

 

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